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Viaggiare in tempo di crisi

Guerre, epidemie e spending review incatenano i sogni del viaggiatore di oggi e impongono nuove rotte al trasporto aereo mondiale 

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Se già dal secondo decennio del secolo scorso il concetto di volo di linea entrava a far parte del senso comune, negli anni ’60 i primi voli transcontinentali aprivano le porte a una nuova stagione del turismo. Le distanze erano state annullate e tutto ciò che prima sembrava inarrivabile perdeva la dimensione eterea per divenire qualcosa di tangibile e raggiungibile.  Nella seconda metà del ‘900 il trasporto aereo di passeggeri conobbe una rapida ascesa e tale tendenza si è mantenuta fino ad oggi, salvo rallentamenti fisiologici dovuti essenzialmente a periodi di flessione economica.

Lo scenario che si presenta agli occhi del turista di oggi non è dei più rosei: rotte bandite e restrizioni di spazi aerei sono all’ordine del giorno.

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È di poco mesi fa la notizia dell’aereo della Malaysia Airlines abbattuto nei cieli dell’est Ucraina, sul cui territorio sono in corso, nonostante la tregua, combattimenti tra l’esercito di Kiev e i ribelli filorussi. La stessa compagnia, a marzo dello scorso anno, aveva «smarrito» un aereo in circostanze quantomeno misteriose… Di conseguenza, la Federal Aviation Administration (FAA) americana ha imposto il divieto di sorvolare gli spazi aerei della Siria, dell’Ucraina, dell’Iraq e di Israele.

Sulle coste orientali del Mediterraneo si respira un’aria tesa per via delle mutue rivendicazioni di sovranità e indipendenza tra Palestina e Israele e per il controllo sulla striscia di Gaza: tensioni mai sopite neanche durante le tregue temporanee.

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In Medio Oriente si assiste all’ascesa dell’ISIS, il gruppo jihadista che terrorizza le popolazioni locali, preoccupa i Governi di tutto il mondo e colpisce l’opinione pubblica con raccapriccianti video di spietate esecuzioni e, forse ancor di più, per la sapiente opera di comunicazione e divulgazione di cui si sta dimostrando capace.

Altrettanto scoraggianti sembrano essere le comunicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in merito alla situazione del continente africano. L’OMS ha individuato nella Liberia, Guinea, Sierra Leone, Nigeria e nel Senegal i paesi dell’Africa Occidentale in cui è attivo il virus Ebola.

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Il trasporto aereo del ventunesimo secolo è dunque costretto a disegnare nuove rotte ed il turista non può che adeguarsi.

Come se non bastasse, la crisi economica che affligge il nostro tempo accomuna quasi tutte le nazioni europee e di certo, come direbbe qualcuno, “con il turismo non si mangia“, dunque non costituisce una priorità.

Dagli albori del terzo millennio si assiste al boom delle compagnie low cost, che amplia la platea di coloro che possono permettersi di viaggiare in aereo. Le principali compagnie di questo particolare segmento di offerta stanno contrastando questo periodo di inquietudine finanziaria, continuando ad alimentare le speranze del viaggiatore. Ottime strategie di risparmio hanno permesso a molte di queste aziende di sopravvivere e continuare a produrre utili. Bisognerà comunque monitorare il loro stato di forma all’ombra di una crisi globale che al momento non sembra essere di prossima soluzione.

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Dunque la crisi del nostro tempo, nei suoi molteplici aspetti, raggiunge prepotentemente anche il settore del turismo: pericoli di vario genere e restrizioni economiche costringono il viaggiatore a una scelta circoscritta.

E pensare che la globalizzazione e l’evoluzione delle tecnologie avrebbe dovuto rendere il mondo più piccolo, accorciando le distanze! Il mestiere del turista non è oggi cosa semplice, cosa avrà in serbo per lui il futuro?

Francesco Lani