La rassegna di quest’anno, 228 auto da 9 paesi, racconterà la leggenda della Casa del Biscione: uomini, tecnologia, auto, stile e vicende sportive
Il 18 e 19 giugno sui tornanti fra Castell’Arquato e Vernasca, sembrerà di tornare indietro nel tempo, a quegli anni Cinquanta e Sessanta, lungo i quali (anche il tempo dopotutto è un percorso) sono state scritte pagine importanti della storia dell’automobilismo italiano.
Le auto, il tracciato e qualche pilota sono, infatti, gli stessi di allora. Per tre volte, due il sabato ed una la domenica, i partecipanti affronteranno i 9 chilometri del percorso. Non sarà necessario correre: le classifiche saranno stilate solo in base alla rarità, alla storia sportiva ed all’originalità delle vetture; è la formula del concorso dinamico alla base del crescente successo di questa classica italiana.
Nonostante tale formula, poiché alcune auto saranno pilotate da campioni come Merzario, Munari, Picchi e Pregliasco, ma anche da altri validi concorrenti profondi conoscitori del loro mezzo, crediamo che con ogni probabilità alcuni equipaggi aggiungeranno alla mera passerella un po’ di spettacolo in tutta sicurezza: dopotutto un minimo di pressione in più sull’acceleratore da metà curva in poi può sempre inavvertitamente scappare… e al pubblico basta anche un innocuo ma coreografico controsterzo per innalzare l’adrenalina e far battere più forte il cuore.
E poiché quando in automobilismo si parla di cuore, il pensiero non può che andare al cuore sportivo dell’Alfa Romeo, più che uno slogan, un’essenza e un modo di essere talmente sentiti da indurre gli organizzatori a farne il tema della rassegna, nobilitata dalla
presenza ufficiale del Museo di Arese, della Scuderia del Portello e di tanti appassionati provenienti da tutto il mondo.
I modelli iscritti ci faranno rileggere un secolo di sport e di stile: le 1500, 1750 e 2300, a sei e otto cilindri, evocano l’epopea rombante della Mille Miglia la cui rievocazione da poco conclusa è stata vinta da Andrea Vesco che parteciperà alla Vernasca con la stessa 1750 Zagato con cui ha dominato la gara bresciana.
È invece iscritta direttamente dal Museo Storico Alfa Romeo la 2300 8C Le Mans che, affidata all’equipaggio inglese Lord Howe-Henry Birkin vinse nel 1931 la maratona francese alla media di 125,735 km/h.
Nel dopoguerra si affermano le barchetta Disco Volante e 3000 CMM mentre nella categoria Turismo spopola la 1900, rappresentata alla Silver Flag proprio dall’esemplare guidato da Felice Bonetto nella Carrera Panamericana; sempre a proposito di berline da corsa e derivate, saranno presenti le tante identità della Giulietta e della Giulia, disegnata dal vento (ed era molto più di uno slogan, visto che il suo Cx è estremamente vicino a quello della nuova Giulia): presente l’aggressiva TI che appartenne ai fratelli Leto di Priolo. E che dire delle TZ, la cui versione TZ2 era così bassa ed acquattata sul posteriore da sembrare una fiera pronta a balzare sulla preda, e delle Giulia GTA che spesso vincevano su tre ruote.
Carlo Chiti e l’Autodelta non conoscono avversari. Tra gli anni Sessanta e Settanta le 33, nelle varie versioni a 8 e 12 cilindri, combattono e vincono nel Campionato Sport Prototipi che a quei tempi era seguito almeno quanto la Formula 1 nonostante questa non fosse la Formula «noia» di oggi.
Comunque sia le Alfa d’antan che quelle più recenti hanno un solo comune denominatore: i successi sportivi ovunque e sempre. È degli anni Ottanta la 75 Evoluzione che domina la categoria Superturismo, mentre la versione IMSA si afferma nel Giro d’Italia automobilistico. La 155 D2 di Jean Luc Papaux è la stessa che Gabriele Tarquini porta alla vittoria nel BTCC, il combattutissimo Campionato inglese per la categoria turismo, mentre la 155 Q4 di Marcello Bodini è stata guidata da Adrian Campos.
Parlando invece di stile eccoci ad una delle vere regine dei concorsi d’eleganza, la 1750 Aprile con carrozzeria aerodinamica disegnata da Mario Revelli de Beaumont ed oggi nella collezione di Corrado Lo Presto, ma senza arrivare a tanto non vanno dimenticate l’eleganza delle Giulietta e Giulia Spider, la linea futuristica della SS di Bertone, e quel Duetto, oramai cinquantenne evergreen che segnò un’epoca e fece sognare nel film Il laureato con Anne Bancroft e Dustin Hoffman.
Tutto questo rivive quindi oggi nel concorso dinamico Vernasca Silver Flag, promosso dal CPAE Club Piacentino Auto d’Epoca cui hanno aderito, Alfa Romeo a parte con ben 78 auto, l’Abarth (23), la Lancia (12), la Ferrari (10), la Porsche (9), la Lotus (9), la Fiat (6), la Maserati (5) cui si aggiungono 76 auto di altre Case, tanto frazionate che risulta impossibile elencarle tutte.
Le 228 auto costituenti il parco partenti rappresentano le categorie Turismo (43), GT (60), Sport e prototipi (51), Monoposto (23), Pre War Cars (26) ed infine 25 fra apripista e pace car.
[ Giovanni Notaro ]