La più famosa moto della Hinckley’s Factory colpisce – ieri come oggi – il cuore di ogni appassionato divenendo, in mano a proprietari celebri, vero e proprio status symbol
La Triumph Bonneville è parte importante della storia del motociclismo. Presentata nel 1958 al salone londinese di Earls Court è diventata, negli anni, una delle moto preferite da molti attori, cantanti, sportivi e personaggi del jet-set, unendo però glamour a sostanza tecnica e prestazioni: la sua nascita si deve al record di velocità conseguito da una Tiger 110 che proprio sull’omonimo lago salato di Bonneville, nell’Utah, superò i 235 km/h stabilendo così il primato per moto di serie da 650 cc.
Negli anni ’60 questa moto attirò personaggi come Bob Dylan, Elvis Presley, Paul Newman e Steve McQueen, quest’ultimo, fra tutte le celebrità di ieri e di oggi, è forse il più famoso possessore di Bonneville; l’attore era legatissimo a questo modello con il quale prese parte a gare come la Baja 1000, la Mint 400, il Gran Premio di Elsinore, alternandola ad una Triumph 500.
E il mito continua motociclisticamente a vivere: nell’aprile dello sorso anno la Triumph ha dedicato allo spericolato attore la Steve McQueen Edition prodotta e commercializzata in solo 1.100 esemplari come in 1.000 esemplari è stata fissata la produzione della Bonneville T100 chiamata a celebrare i 110 anni di storia della Triumph.
Molti sono i personaggi italiani che, oggi, soggiacciono al fascino vintage di questa Bonneville: da Marco Mengoni allo chef Bruno Barbieri, dall’Amministratore Delegato di Pitti – Raffaello Napoleone – a Joe Bastianich, celebre ristoratore americano di origini italiane.
Ma uscendo dal mondo dorato del jet set e parlando di più semplici appassionati dobbiamo dire che la Bonneville attrae un’ampia gamma di motociclisti, che include ex possessori delle originali Meriden Bonneville, baby boomers che l’hanno sempre desiderata e giovani motociclisti che apprezzano l’unione fra il suo stile old timer e la fruibilità di una moto tradizionale.
Giovanni Notaro