Rinnegata la grande tradizione automobilistica della Città e regalata a Milano una Manifestazione di successo costruita con fatica
Torino, un tempo Capitale dell’Automobile e sede del Salone dell’Auto vecchia e nuova maniera nonché del Museo dell’auto, nega se stessa sembrerebbe a causa della negativa determinazione del vice-Sindaco, Guido Montanari (M5S) sostenuto da una decina di consiglieri.
Montanari non ha mai fatto mistero di essere contrario a fare del Parco Valentino il teatro di una manifestazione automobilistica che anno dopo anno ha fatto registrare crescente successo con conseguente, positivo ritorno economico e di immagine per la città stessa.
Non va poi dimenticata una tradizione «pesante» costituita dal collegamento storico della Manifestazione in partenza con quello che un tempo fu il Circuito del Valentino, che vide disputare dal 1935 al 1955 all’interno del Parco dieci gare ufficiali di Formula A (poi F1) con la partecipazione di nomi che hanno fatto la storia dell’automobilismo, da Nuvolari, ad Ascari e da Varzi a Villoresi, solo per citarne alcuni, su vetture quali Maserati, Ferrari, Alfa Romeo, Fiat.
Un sasso nello stagno, il trasferimento a Milano, tanto più che la Sindaca Chiara Appendino, anch’essa M5S ma evidentemente appartenente ad altra anima del partito, ha sempre presenziato a più di un’inaugurazione e mercoledì 19 giugno ha partecipato alla parata per le vie di Torino ma, soprattutto, si è dichiarata contraria all’iniziativa dei suoi Consiglieri e compagni di partito che però hanno numericamente prevalso.
L’Organizzatore Andrea Levy capita l’antifona, ha deciso di trasferire la manifestazione a Milano che, intelligentemente, si è messa immediatamente a disposizione da vera città di respiro europeo quale è.
Il testo del comunicato ufficiale diramato dagli Organizzatori fa da epitaffio alla manifestazione torinese: “La sesta edizione del Salone dell’Auto all’aperto Parco Valentino si svolgerà in Lombardia dal 17 al 21 giugno 2020. Con 54 case automobilistiche, 700.000 visitatori e oltre 2.000 vetture speciali che hanno sfilato nel centro città, Parco Valentino si conferma pioniere di un nuovo concetto di Motor Show internazionale. Il modello Parco Valentino ha anticipato e ispirato le recenti evoluzioni introdotte dai grandi Saloni internazionali: Ginevra, Detroit e Parigi hanno infatti annunciato saloni diffusi per la città e test drive di vetture elettriche per le prossime edizioni. Seguendo la nostra vocazione innovativa, abbiamo scelto per il 2020 di organizzare la 6a edizione in Lombardia in collaborazione con ACI. Sarà un grande evento internazionale, all’aperto e con una spettacolare inaugurazione dinamica a Milano nella giornata di mercoledì 10 giugno 2020. Ringraziamo la Città di Torino per aver collaborato in questi 5 anni alla creazione di un evento di grande successo, capace di accendere sulla città i riflettori internazionali”.
Dichiarazioni e reazioni
Andrea Levy, Presidente della manifestazione: “Seguendo la nostra vocazione innovativa, abbiamo scelto per il 2020 di organizzare la sesta edizione in Lombardia in collaborazione con Aci. Sarà un grande evento internazionale – dice – all’aperto, e con una spettacolare inaugurazione dinamica a Milano nella giornata di mercoledì 10 giugno 2020. Ringraziamo la Città di Torino per avere collaborato in questi 5 anni alla creazione di un evento di grande successo, capace di accendere sulla città i riflettori internazionali. Nell’ultima edizione, svoltasi nel Parco del Valentino, si è registrata la presenza di 54 case automobilistiche, 700mila visitatori ed oltre 2.000 vetture speciali, che hanno sfilato nel centro città. I dettagli del nuovo progetto e il nuovo logo, si anticipa, verranno svelati a settembre in una conferenza stampa congiunta con le amministrazioni dei comuni coinvolti”
Chiara Appendino, Sindaca di Torino: “Sono furiosa per la decisione del comitato organizzatore del Salone dell’Auto di lasciare Torino dopo cinque edizioni di successo, una scelta che danneggia la nostra città, a cui hanno anche contribuito alcune prese di posizione autolesioniste di alcuni consiglieri del Consiglio Comunale e dichiarazioni inqualificabili da parte del vice-Sindaco. Senza sottrarmi alle mie responsabilità mi riservo qualche giorno per le valutazioni politiche del caso”.
Guido Montanari (M5S): ha dichiarato che le sue “parole sono state usate per giustificare l’abbandono dei promotori da Torino… limitare i tempi di montaggio e smontaggio dei padiglioni e compensare con interventi sulla qualità del verde è una semplice scelta di buon senso. Questa mia posizione è stata travisata per giustificare evidentemente scelte già assunte”. In passato aveva dichiarato “Fosse stato per me il Salone del Valentino non ci sarebbe mai stato. Anzi nell’ultima edizione ho sperato che arrivasse la grandine e se lo portasse via”.
Alberto Cirio, Presidente della Regione: “la notizia è un’altra doccia fredda, perché Torino non può continuare a perdere tutto quello che è stato costruito con anni di lavoro e fatica dai suoi cittadini, dalle istituzioni e da tutto il sistema produttivo e territoriale. Mi chiedo quale sia il progetto del Comune per quella che è una delle più importanti città d’Italia. Tutto questo è inaccettabile. Siamo al governo della Regione da poche settimane e ci siamo già dovuti attivare per recuperare la perdita delle Olimpiadi e adesso faremo di nuovo di tutto per rincorrere un altro grande evento come il Salone dell’Auto. Perché sono manifestazioni che non perde solo Torino, ma l’intero Piemonte. Se c’è anche solo una possibilità di mantenere un legame con il Salone dell’Auto a questo lavoreremo. Nella speranza che al più presto possa tornare nel luogo che gli dà il nome, quel Parco del Valentino incastonato nel cuore storico di Torino che lo ha reso un evento unico e speciale”.
Stefano Lo Russo, capogruppo Pd: “furia distruttiva per Torino… non era neanche immaginabile. La città è stata saccheggiata e distrutta da amministratori inadeguati e inconcludenti”.
Osvaldo Napoli, capogruppo FI: “Il Sindaco deve dimettersi contro la sua maggioranza che è passata sulla vita della città come le sette piaghe d’Egitto. Tre anni di opposizione a tutto, alle Olimpiadi invernali, al Salone del Libro, alla TAV”.
[ Giovanni Notaro ]