Uno straordinario refit trasforma Madhuri nell’«A2»
Iniziamo con una piccola ma necessaria avvertenza: poiché si parla di un refit, tutte le foto, inserite in tandem, evidenziano lo stato dell’arte prima dei lavori (foto a sinistra) e a lavori finiti (foto di destra). Buona lettura!
L’ex Madhuri è uno scafo sportivo in alluminio da 37,6 metri, in grado di raggiungere una velocità massima di oltre 30 nodi, realizzato nel 2008 da Eurocraft Cantieri Navali.
A 10 anni di distanza dal varo, A2 è stato sottoposto da Tommaso Spadolini a un importante refit al layout esterno mentre per quello interno, e più segnatamente per gli arredi, ha lavorato a stretto contatto con il designer newyorkese Peter Marino.
In realtà questa sinergica collaborazione ha coinvolto anche armatore e cantiere; in altre parole la «barca» che si può ammirare nelle foto a corredo dell’articolo è frutto di un coinvolgimento tecnico, artistico ed emotivo a 360° che partendo da uno scafo dal layout ab-origine davvero molto tradizionale e senza finestrature. ha portato al risultato finito in soli sei mesi di intenso lavoro.
La richiesta dell’armatore
Solo poche parole (“Voglio molta luce, grandi vetrate, tre camere da letto confortevoli e un grande open space sul ponte principale) che Spadolini ha così commentato: “Quando l’armatore stava ancora valutando l’acquisto della barca, abbiamo discusso della prospettiva di un refit per sfruttare il suo intero potenziale. L’armatore la acquistò poi all’inizio del 2018 e i lavori iniziarono immediatamente. Era un progetto stimolante perché desiderava cambiamenti significativi e diede al team solo sei mesi per completare il lavoro. Questo ha richiesto un altissimo livello di cooperazione e sinergia tra armatore, designers e il cantiere C.A.R.M. di Lavagna”.
Pur conservando la personalità originaria della barca, i piani generali sono stati completamente rivisitati e nello scafo sono stati aperti alcuni oblò che hanno richiesto una nuova certificazione.
Il ponte principale è caratterizzato da un ingresso a tutta larghezza che porta ad un luminoso e accogliente salone dotato di grandi divani, un bar e una TV wide-screen mentre la timoneria è posizionata a prua sullo stesso livello.
Sul ponte inferiore, al posto delle vecchie cabine doppie si trovano ora due cabine con bagno privato: la suite armatoriale con scala dedicata, ha ora quattro finestrature a scafo per godere di ancora più luce, una dressing room e un bagno in marmo, mentre due nuove finestre sono state realizzate nella cabina doppia per la figlia dell’armatore.
A tale proposito il cantiere sottolinea che “Uno degli aspetti più complicati di questo progetto è stato la realizzazione delle grandi finestrature e degli oblò creati nello scafo e che ha richiesto una nuova certificazione; abbiamo dovuto installare giroscopi Seakeeper, uno dei quali sotto la suite armatoriale; questo ci ha obbligati a monitorare attentamente il livello di rumorosità”.
L’equipaggio può ora accedere dal camminamento esterno laterale alla moderna cucina tramite una porta ad ala di gabbiano mentre un nuovo bagno ospiti ha sostituito la vecchia area del caminetto.
Cucina, cabina del comandante, alloggi equipaggio e lavanderia sono raggiungibili tramite una scala di servizio dedicata. Le due cabine equipaggio a poppa, dotate di due bagni, hanno un accesso diretto alla sala motori.
Interior design e arredamento
Per questi aspetti Spadolini ha lavorato in tandem con Peter Marino Architects (PDA) che, come racconta lo stesso Spadolini “In passato ha disegnato diverse case per l’armatore. PDA ha scelto le palette colori, i tessuti, i marmi, le finiture, ma noi ci siamo assicurati che le loro proposte potessero essere integrate nel design degli interni”.
Dopo la consegna, l’armatore e la sua famiglia hanno solcato le acque di Corsica e Sardegna confidando poi a Spadolini di aver trascorso “la vacanza in famiglia più bella che avessero mai fatto”.
“Musica per le orecchie di un designer!”
[ Redazione Motori360/nautica ]
[ Tommaso Spadolini: chi è ]
Lo studio Tommaso Spadolini ha celebrato 40 anni di attività nel 2018. Architetto e designer, Tommaso Spadolini è uno dei più qualificati rappresentanti delle eccellenze culturali Italiane e proviene da una famiglia fiorentina di architetti; il padre, Pier Luigi, a partire dagli anni ’60 è stato autore di diversi progetti di imbarcazioni, tra le quali la celebre serie Akhir dei Cantieri di Pisa.
Timeless classic: è questa la definizione più internazionale dello stile Spadolini.
Linee pulite, essenziali, sobrie e senza tempo, volte a creare un design al servizio della funzionalità che nasce dalla continua interazione con l’armatore. Interazioni che nella maggior parte dei casi si sono ripetute fino a fidelizzare i clienti nel corso degli anni, diventando rapporti personali e di lungo respiro.
Progetti dedicati ad una committenza di alto livello, sensibile ed esigente, come il Fortuna progettato per la Famiglia Reale spagnola, il primo yacht a superare i 70 nodi di crociera, oppure Nina J, 42 metri – vincitore del World Yachts Trophies nel 2006 a Cannes. Risale al 2011 Numptia, il 70 metri costruito da Rossinavi che vince i World Superyacht Awards nel 2012.
Un design al servizio della funzionalità – stilema riconoscibile in ogni progetto Spadolini, elaborato negli anni, dall’esordio con Canados, lunga collaborazione che ha visto nascere oltre 100 barche, sino al Don Giovanni di Aprea selezionato per il Compasso d’oro.
Tommaso Spadolini ha realizzato progetti per molti cantieri che fanno parte della storia dell’industria nautica: Cantieri di Pisa, Barberis, Alalunga, Baglietto, Codecasa, Rossinavi. Tra le molte altre collaborazioni con cantieri internazionali di primaria importanza, la progettazione degli interni per i primi due 80 Wally di Luca Bassani e per Bao Bab, il primo motoryacht dei cantieri inglesi Camper&Nicholson.
La profonda conoscenza del mare e dei segreti della navigazione, raggiunta grazie anche alla sua grande esperienza come velista e regatante, unita a un personalissimo estro creativo, segna con forza la progettazione di Tommaso Spadolini e del suo studio.
Capace di indicare nuove strade e nuovi trend, è stato il primo progettista a intuire che l’aumento dei volumi interni avrebbe rivoluzionato l’intera industria dei superyacht.
Tantissimi i riconoscimenti internazionali: tra questi il The World Superyacht Awards 2017 e lo Showboat Design Awards 2017 per il 35 m Otam Gipsy.