La devastante esplosione che il 12 agosto ha provocato l’apocalisse nella zona industriale nei pressi del porto della città cinese di Tianjin, oltre ad aver causato morti, feriti e un numero imprecisato di senza tetto per la distruzione o inagibilità di centinaia di abitazioni, ha provocato anche l’incenerimento di migliaia di automobili nuove. Sì nuove, perché quello di Tianjin è uno tra i porti cinesi scelti dalle Case automobilistiche come sbarco delle proprie vetture per il mercato di quell’area.
Volkswagen ha dichiarato una perdita di circa 2.700 vetture tra Maggiolino e Touareg, Hyundai e Kia circa 4.000 e Renault 1.500. La sola Casa francese ha dichiarato un danno approssimativo di 29,5 milioni di euro.
BMW non ha ancora quantificato gli eventuali danni in quanto non ha potuto accedere in quell’area del porto, ma ha assicurato che tutti i suoi dipendenti sono incolumi. Da parte sua, il portavoce di Audi, Andrea Seltmann, ha detto che le loro vetture si trovavano a 5 km dall’esplosione e perciò, per quanto ne sa, non hanno subito danni.
Il colosso assicurativo europeo Allianz è pesantemente coinvolto in questa catastrofe, che non riguarda solo le auto, calcolato su una analisi del Credit Suisse in circa 1÷1,5 miliardi di dollari.
Il gruppo VW ha anche uno stabilimento di produzione di trasmissioni a Tianjin, ma è a circa 20 km dall’epicentro del disastro e perciò non ha subito danni, mentre per quanto riguarda le navi con altre vetture nuove in arrivo in quel porto, sono state dirottate a Shanghai e Guangzhou.
Anche Toyota ha uno stabilimento a Tianjin che per precauzione è stato chiuso e prevede di riprendere la produzione lunedì 24 agosto.