Da qui al 2030. Suzuki Motor Corporation ha comunicato ufficialmente la propria strategia di crescita dei prossimi sette anni. L’impegno è l’espressione tipica dell’approccio nipponico alla qualità totale: ovvero, il fornire «prodotti ricchi di valore» concentrandosi sul cliente. Vi raccontiamo nei dettagli i pilastri fondamentali di questa strategia di crescita, che prevede il primo veicolo full electric nel 2024
In principio fu il mercato, ma poi vennero l’etica, la competizione, la ricerca della qualità assoluta. E per Suzuki, che per i più anziani (o meno giovani) è una marca inizialmente nota solo per le motociclette, e solo in seguito riconducibile anche alle autovetture, il rivolgersi al cliente è ora scandito dal principio di produzione “Sho-Sho-Kei-Tan-Bi”: ovvero “più compatto, meno numeroso, più leggero, più contenuto, più ordinato”. Gli altri due asset basilari su cui si fonda l’indirizzo del marchio nipponico sono il “Lean Management”, che enfatizza la flessibilità, l’agilità e lo spirito di sfida, e il principio delle “Tre realtà“, che tralascia l’impraticabilità e si concentra sul luogo, sulla cosa e sulla situazione reali.
In armonia con quanto stabilito dai vari governi locali, Suzuki punta a raggiungere la «neutralità di carbonio» (ovvero l’obiettivo delle «zero emissioni») entro il 2050 in Giappone e in Europa, ed entro il 2070 in India.
Per quanto riguarda la gamma auto è invece prevista, a partire dall’anno fiscale 2023, l’introduzione di mini-veicoli commerciali a batteria. A essi seguiranno SUV compatti e mini-veicoli per passeggeri, per un totale di 6 nuovi modelli che verranno lanciati entro l’anno fiscale 2030. Saranno inoltre sviluppati nuovi motori ibridi per i veicoli più compatti, da combinare con motorizzazioni EV, per offrire diverse opzioni ai clienti.
I veri e propri BEV della Casa di Hamamatsu arriveranno nell’anno fiscale 2024: la gamma full electric si espanderà verso i SUV e i segmenti B, per rispondere Suzuki introdurrà i veicoli elettrici a batteria nell’anno in modo flessibile alle normative ambientali e alle esigenze dei clienti in ogni Paese europeo.
Nel Vecchio Continente è quindi previsto un tasso di motorizzazione elettrica dell’80% sull’intera gamma, entro il 2030. In Giappone e in India questo valore si riduce, rispettivamente, al 20% e al 15%.
[ Alessandro Ferri ]