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SOS: impianto elettrico a bordo!

L’impianto elettrico è ancora considerato la prima causa di incendio a bordo delle imbarcazioni. Ecco come è composto questo delicato sistema e come si può renderlo più sicuro

Se potessimo paragonare l’impianto elettrico di un’imbarcazione ad una parte del nostro corpo, esso sicuramente rappresenterebbe il cervello. Un paragone del genere ci sembra azzeccato in quanto, se tale impianto andasse fuori uso, alcune utenze di bordo cesserebbero di funzionare. Oltre a ciò, è proprio dall’impianto elettrico che il più delle volte possono prendere il via i problemi più gravi. La maggior parte degli incendi di bordo, come accennato, si sviluppano infatti proprio da qui e alle volte le conseguenze possono portare alla perdita dell’imbarcazione. Ciò può avvenire anche quando non si è a bordo in quanto alcune utenze, come le pompe di sentina automatiche o gli allarmi, restando in funzione, generano corrente continua rimanendo sempre sotto tensione, il che costituisce un potenziale pericolo.

Attrito e calore

Un impianto elettrico a norma, progettato e costruito da un cantiere che si rispetti, dovrà sempre utilizzare fili elettrici di grandezza sufficiente e il perché è presto detto. Al loro interno la corrente passando genera calore e se il filo risultasse di piccola sezione il calore aumenterebbe sempre di più, con rischio di scintille. Anche i magnetotermici dovranno essere di buona qualità e ben dimensionati; questi strumenti, che ormai in campo nautico hanno quasi del tutto rimpiazzato i fusibili, hanno il compito di staccare la corrente azionando un piccolo relais, ogni qual volta l’assorbimento elettrico superi i massimi previsti. Tramite una semplice levetta posta sul quadro di controllo sarà in seguito possibile ridare corrente all’utenza.

La batteria migliore

Come detto quindi, l’impianto elettrico è qualcosa di piuttosto complesso che deve soddisfare la richiesta di energia di numerose utenze di bordo, prima fra tutte l’avviamento dei motori, l’alimentazione delle pompe, delle lampade, dell’elettronica, ecc. Le batterie sono indispensabili per immagazzinare tale energia prodotta dall’alternatore e renderla disponibile ogni qual volta sia necessario. Scegliere con attenzione le batterie è un’operazione da non sottovalutare, in quanto ritrovarsi in mezzo al mare senza energia non è sicuramente un’esperienza piacevole. In commercio attualmente ne esistono diversi tipi, molto impiegate sono quelle ad acido e quelle alcaline, quest’ultime più efficienti ed affidabili ed in grado di durare anche di più, ma di contro con un prezzo ed un ingombro nettamente maggiori.

Le batterie ad acido possono essere di tipo normale (le stesse impiegate sulle auto), idonee su piccole barche, o da lavoro, che ben si prestano all’intenso utilizzo marino. La differenza tra le due versioni sta essenzialmente nello spessore delle piastre di piombo, che nel primo caso sono piuttosto sottili mentre nel secondo sono ben più pesanti. Le batterie da lavoro sono in grado di fornire corrente per un prolungato arco di tempo e riescono a far partire i propulsori anche con carica ridotta della metà (ottime quindi per le crociere a lungo raggio).

Da qualche anno a questa parte sono comparse in commercio anche le batterie al gel, in sostanza accumulatori al piombo acido nel quale l’elettrolita non è liquido come nelle più comuni batterie ma assume la consistenza di un composto gelatinoso. Nonostante tali batterie siano molto sensibili ai picchi di tensione, se usate con criterio, esse sono in grado di sopportare un elevato numero di cicli di carica e di garantire una vita utile molto superiore alle batterie al liquido.

 [ Lorenzo Gentile ] 

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