Prosegue a pieno ritmo il progetto «Ambasciatori della sicurezza stradale», avviato dall’Aci nel 2012, attraverso i corsi di guida sicura offerti gratuitamente, oltre agli stranieri, da quest’anno anche ai giovani neopatentati. Unico requisito richiesto: la patente di guida. Nel frattempo, l’iniziativa unica in Europa miete successi e prestigiosi riconoscimenti delle istituzioni estere. «Motori360» ha intervistato Monika Jakiela coordinatrice dell’iniziativa
Aumentare la sicurezza sulle strade e favorire l’integrazione dei popoli. Obiettivi dai forti connotati morali, sociali ed anche economici considerato che, tradotto in soldoni, per colpa degli incidenti, l’Italia paga ogni anno una cifra che sfiora i 30 miliardi di euro. Insomma, ce n’è abbastanza per capire cosa spinge il progetto «Ambasciatori della sicurezza stradale», avviato dall’Automobile club d’Italia nel 2012, ad andare avanti, senza tregua. Un progetto formativo unico in Europa (è patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai ministeri Affari esteri, Beni e attività culturali e Turismo e sostenuta da Sara Assicurazioni, compagnia assicurativa dell’Automobile club d’Italia).
Un’iniziativa che ingrossa progressivamente le fila di quanti, dopo aver seguito il corso di guida sicura offerto gratuitamente dall’Aci, diventano, a pieno titolo, «Ambasciatori della sicurezza», con il compito, in quanto tali, di diffondere tra amici, parenti e conoscenti, il valore del rispetto delle regole per una mobilità sicura e sostenibile. Il programma, dapprima riservato agli stranieri, da maggio di quest’anno ha aperto le porte anche ai giovani neopatentati Ready2Go. Risultato: oggi l’esercito di «Ambasciatori della sicurezza stradale» nominati, e formati, dall’Aci, conta 3.200 automobilisti esteri e 800 giovani, a cui, a dimostrazione del fatto che la sicurezza non fa distinzione alcuna (ci mancherebbe altro), vanno aggiunti anche 25 tra suore e sacerdoti che, a giugno 2013, hanno svolto un corso di guida sicura riservato all’Università Pontificia Salesiana di Roma.
Ora, sono previsti 4.500 corsi di guida sicura per i neopatentati per il triennio 2014-1016, mentre, esaurito a dicembre prossimo il programma triennale riservato agli stranieri, si sta già programmando la prosecuzione dell’iniziativa per i mesi successivi.
“La sicurezza non ha confini, non è una questione di razza o di colore della pelle”, ha ribadito Ascanio Rozera, Segretario generale dell’Automobile Club d’Italia, “ma è un obiettivo, una cultura, che vanno perseguiti e diffusi a tutto campo. Con un occhio di riguardo alle categorie più a rischio. Come, appunto, gli stranieri che, abituati a regole diverse, si trovano spesso in difficoltà sulle nostre strade. E i giovani neopatentati che, a causa della loro inesperienza in fatto di guida e di comportamenti da rispettare per evitare di provocare o essere coinvolti in un incidente, sono tra i più esposti”.
Lo confermano i numeri, ancora da bollettino di guerra. Perché se, da una parte, in base agli ultimi dati Istat (2013) ci conforta il fatto che il totale degli incidenti, dei morti e dei feriti sia in progressivo calo (rispetto al 2012, rispettivamente siamo a -3,7%,-9,8%, -3,5%), dall’altro, per quanto riguarda i giovani c’è sempre poco da stare allegri. Il motivo? A rimetterci la pelle sulle arterie del Belpaese, dicono i numeri, continuano a essere maschi e femmine di età compresa tra i 20 e i 24 anni (con 29.426 tra morti e feriti restano la fascia di età più colpita). Gli stranieri? Sono un’altra categoria da allarme rosso. Sempre secondo le statistiche più recenti, se, in media, ogni anno lungo la penisola il 6,4% dei nostri connazionali è coinvolto in un sinistro, per loro la percentuale schizza a oltre il doppio e si attesta al 13,5%. No comment!
◘ Come è iniziato questo suo percorso?
Proprio da quello che ho vissuto sulla mia pelle appena arrivata in Italia. Non è facile districarsi nel traffico in un Paese diverso e ho capito che sicuramente non ero l’unica a trovarsi in difficoltà. La conferma è arrivata subito, fin da quando abbiamo iniziato con un piccolo gruppo di stranieri e abbiamo verificato l’importanza non solo di far conoscere le regole del Codice della strada a chi è abituato ad altre leggi, ma anche il fatto che questo progetto formativo avrebbe potuto contribuire moltissimo per favorire l’integrazione e la collaborazione tra le persone, per migliorare la qualità del loro essere immigrati in un Paese straniero, a prescindere dalla nazionalità e dalla razza. Insomma, un enorme valore aggiunto a tutti i livelli. Il riscontro è stato immediato, i risultati sono entusiasmanti, l’iniziativa è stata recepita ed è fortemente apprezzata da tutte le comunità straniere presenti in Italia e ora anche tra i giovani. Basta e avanza per spingerci a continuare senza tregua in questa direzione coinvolgendo una platea sempre più ampia e coinvolgendo sempre più interlocutori.
◘ Come funziona il progetto?
Premesso che unico requisito per accedere a un corso di guida sicura è aver conseguito la patente, al momento sono disponibili diversi canali per accedere a questo percorso formativo che è, insisto, ad altro valore aggiunto, e diventare «Ambasciatore». Ovvero: gli Automobile club provinciali, le ambasciate e i consolati (oltre 120 finora in rappresentanza di circa 60 nazioni di tutto il mondo), le organizzazioni interculturali, le comunità, le scuole italiane e straniere. Per quanto riguarda i giovani, i corsi sono offerti ai più meritevoli che hanno conseguito la patente in un’autoscuola del circuito Ready2Go, il network di scuole guida dell’Aci, in grado di garantire una formazione alla guida a 360 gradi, comprese nozioni di guida ecocompatibile, su come montare le catene, sui pericoli di alcol e droga, della distrazione, dell’uso sconsiderato dei cellulari al volante. Poi, c’è il web, che ha un ruolo potentissimo: ci si può iscrivere on line ed entrare nei nostri social network (www.aci.it, www.vallelunga.it, www.dmaservizi.com). Inoltre, abbiamo approntato una nostra newsletter e abbiamo iniziato a divulgare tra chi è già «Ambasciatore» un questionario: vogliamo sapere da ognuno di loro il tipo di esperienza vissuta nel circuito di Vallelunga (il Centro di guida sicura dell’Aci, alle porte di Roma, dove si svolgono tutti i corsi di guida sicura, ndr), le difficoltà incontrate, i dubbi che sono stati sfatati o che sono sopraggiunti in seguito. E, soprattutto, vogliamo monitorare i risultati, l’utilità del corso per il singolo e quanto e come è cambiato il suo stile di guida anche attraverso il numero delle eventuali contravvenzioni. Non è esclusa, infatti, la possibilità di prevedere specifici step di aggiornamento.
◘ L’iniziativa garantisce un notevole valore aggiunto. Anche in termini monetari?
Senza dubbio. Ricordiamo che i corsi sono offerti gratuitamente dall’Aci. Considerando che costano intorno ai 400 euro l’uno, direi che il vantaggio economico non si discuta. Ma c’è di più: chi ha in tasca il certificato di «Ambasciatore della sicurezza stradale» ha diritto al 10% di sconto sulla polizza auto di Sara assicurazioni. I giovani neopatentati, poi, possono «arricchire» il proprio curriculum vitae, un vantaggio in più per quando andranno alla ricerca di un lavoro. A tutto questo, vanno aggiunti i risparmi indotti da una guida più esperta, sicura e responsabile. Perché, chi frequenta il corso ha la possibilità di imparare a come districarsi nelle situazioni più impreviste e pericolose, a come guidare sul ghiaccio o sul bagnato, a come evitare un ostacolo che gli si para improvvisamente davanti. Quindi, apprende specifiche tecniche su come scansare o ridurre al minimo le conseguenze di un incidente con tutti i danni che, ne siamo tristemente a conoscenza, esso comporta. Non solo. Situazioni estreme a parte, guida sicura significa anche imparare a consumare meno carburante e a produrre meno smog. Anche questi sono quattrini risparmiati. Consideriamo, infine, che chi arriva a Vallelunga non deve spendere un euro né per gli spostamenti che organizziamo ogni week-end (i corsi si svolgono nei fine settimana, ndr) su autobus da e per Vallelunga, né per l’alloggio offerto anch’esso da Aci per chi arriva da località distanti da Roma.
◘ Ci risulta che il progetto abbia attirato l’attenzione anche all’estero. Può darci qualche dettaglio?
Verissimo. E ne siamo molto orgogliosi. Grazie a questo progetto l’Aci ha rafforzato il suo ruolo prioritario non solo nella sicurezza (dove è impegnato da sempre), ma anche nel sociale. E per questo non solo sta raccogliendo un notevole apprezzamento all’estero (a cominciare dalla FIA, Federazione Internazionale dell’Automobile) ed è additato come esempio da seguire, ma ha ricevuto anche riconoscimenti di eccellenza, proprio oltre confine. Un esempio? Nel 2013, l’iniziativa «Ambasciatori della sicurezza stradale» si è aggiudicata l’ambito premio istituito dall’Epsa (European public sector award) nella categoria progetti europei o nazionali.
Un premio meritato, a quanto si legge tra le motivazioni. Tra cui il fatto che l’Italia è il primo Paese europeo ad aver individuato un aspetto particolare della nostra società: i problemi di sicurezza stradale causati dai conducenti stranieri. Un problema affrontato con un’iniziativa efficace ed efficiente, si legge ancora nel rapporto, con un’idea semplice che comporta una serie di benefici umani, sociali ed economici. Insomma, è un esempio di best practice per i cittadini d’Europa.
Marina Fanara