Breve carrellata di vetture cinesi, praticamente fedeli copie di modelli blasonati. Almeno per il momento non circoleranno nelle nostre strade grazie alla più esigente normativa europea sulla sicurezza
La maggior parte di queste vetture, prodotte esclusivamente per il mercato della Cina, del sud-est asiatico e dell’Australia, nella quasi totalità hanno propulsori a benzina e vengono proposte ad un prezzo molto accessibile, inferiore rispetto al corrispondente modello «originale». Logicamente, se l’estetica può essere simile, le caratteristiche e la tecnologia sono meno all’avanguardia, soprattutto per le dotazioni di sicurezza nettamente inferiori rispetto agli standard imposti dalla normativa Euro NCAP, sia per quanto riguarda la sicurezza attiva che passiva, ma non per la C-NCAP che facilmente attribuisce le 4 o 5 stelle. Oltre a valutare poco la presenza di airbag laterali e altri sistemi per aumentare la sicurezza, l’omologa struttura cinese per esempio effettua i test di collisione frontale a 56 km/h, mentre da noi raggiungono i 64 km/h. La differenza sembra poca, ma le conseguenze sono molto diverse. Premesso ciò, bisogna anche dire, e accettare, che ormai il mercato dell’auto è globalizzato, molte Case cinesi hanno come partner i maggiori costruttori mondiali, i quali, sebbene ogni qualvolta venga presentato un clone si dimostrino contrariati, di fatto lasciano fare. È una questione di numeri, la Cina è grande e i cinesi sono tanti, l’importante è che queste vetture non invadano altri mercati ed altri interessi, ma a questo ci pensano in parte i crash test che spesso ne precludono l’omologazione, almeno per il momento.
L’esempio più eclatante è forse la Geely GE del 2009 con tanto di «mono poltrona» posteriore, clone niente meno che di sua maestà Rolls Royce Phantom, però, anche se noi vediamo queste vetture come dei cloni e ne diamo un giudizio riduttivo, spesso negativo, bisogna anche dire che nonostante l’evoluzione avvenuta in Cina negli ultimi anni, non tutti possono permettersi un modello originale che costa il triplo e si devono accontentare delle versioni low cost, purtroppo a scapito della sicurezza.
D’altra parte, il piacere di avere qualcosa di bello e griffato anche se non originale, non è una debolezza esclusivamente nostrana e in Cina l’hanno legalizzata.
Land Wing X7
Quando la Land Wind X7 è stata presentata al Salone di Guangzhou lo scorso novembre, il CEO di Jaguar Land Rover Ralf Speth, ha annunciato che la sua azienda e il suo locale partner in joint venture Chery, avrebbero presentato immediatamente un reclamo presso le autorità cinesi, per una palese violazione del copyright. Come prevedibile, le autorità hanno però respinto la denuncia di Land Rover la quale sosteneva che la Land Wind X7 è una copia della Range Rover Evoque. Il marchio Land Wind è una joint venture tra colossi automobilistici cinesi, la Changan Auto e la Jiangling Motors Corporation. Changan Auto attualmente produce automobili in collaborazione con Ford, Suzuki e PSA Peugeot Citroën, mentre Jiangling è in parte di proprietà Ford e si concentra soprattutto sui veicoli commerciali. La Land Wing X7 è equipaggiata con un motore benzina a 4 cilindri da 2 litri turbo e 193 cv con cambio automatico a 8 rapporti. A breve verrà affiancata anche una versione con motore benzina turbo da 1,8 litri, trazione integrale e differenziale posteriore con bloccaggio elettronico. Il prezzo in Cina della Land Wind X7 parte da 24.000 dollari, la Range Rover Evoque parte da 72.000 dollari, però è anche doveroso dire che la Land Wing ha ottenuto Zero punti nel crash test Euro NCAP.
Eagle Carrie
La Suzhou Electric Vehicle Manufacturing Co. è una azienda cinese specializzata nella produzione di veicoli elettrici con sede nella città di Suzhou, ad ovest di Shanghai.
Il peso della Eagle Carrie per il momento non è stato comunicato, si sa solo che la vettura senza batterie pesa 800 kg.
Baic BJ80C
Baic è un produttore di automobili cinese del cui pacchetto azionario Mercedes detiene dal 2013 il 12%, ma non sono bastate queste quote ed i consigli da parte del costruttore tedesco per far desistere il partner cinese dal realizzare la BJ80C, copia della Mercedes Classe G.
La BJ80C è la versione definitiva della BJ80 presentata come concept al Salone di Pechino dello scorso anno. A parte la mascherina anteriore con 5 feritoie, tutto il resto è una copia del Gelandewagen. Le dimensioni di 4.780 mm di lunghezza, 1.850 mm larghezza e 1.975 di altezza, sono circa 5 cm maggiori rispetto al «G» originale, mentre il passo di 2.800 mm è 5 cm inferiore, ciò vuol dire che gli sbalzi sono maggiori. La BJ80 è disponibile solo con motori a benzina, un 4 cilindri da 2,4 litri per 150 cv, oppure un 6 cilindri da 4 litri e 230 cv con cambio automatico a 6 rapporti. La dotazione di serie è completa e comprende anche un navigatore con schermo tattile, oltre a diversi airbag, l’ABS, il ripartitore di frenata EBD e anche il controllo di stabilità ESP che raramente troviamo nei veicoli cinesi.
Accanto al modello classico è stata presentata anche una versione Safari color sabbia, con bull-bar, verricello, snorkel e tenda sul tetto.
Hongqi
Hongqi è un brand di proprietà del gruppo cinese FAW (First Auto Works) al quale piace realizzare vetture molto lussuose, almeno per il concetto locale, anche se esteticamente sono «antiche» e palesemente dei cloni. A Shanghai è stato presentato l’imponente SUV LS5, aggiornamento del P504, messo accanto alla già conosciuta limousine (presidenziale) «L5».
Nell’idea del costruttore, l’LS5 dovrebbe competere con la Range Rover Vogue, la cui somiglianza è evidente, ma anche con la Porsche Cayenne e la Mercedes Classe M. Le dimensioni sono infatti importanti, con una lunghezza di 5.198 mm, larghezza 2.098 mm, altezza 1.890 mm. Il passo di 3.060 mm consente una elevata abitabilità interna, oltre ad un elevato livello di rifiniture, pur sempre in rapporto con quei mercati. La meccanica si avvale di V8 twin-turbo da 4 litri con 380 cv per una velocità massima di 220 km/h e 8,1 secondi nello 0-100 per spostare la sua massa di 2.850 chili.
Haval
Haval è un produttore cinese di proprietà del marchio Great Wall Motors, alcuni suoi modelli sono venduti anche in Italia. Al Salone di Shanghai, come novità, ha presentato la H6 coupé, la Concept B e Concept R, oltre agli altri 2 modelli già in listino, la H2 e la H9, vendute anche sul mercato australiano rispettivamente a 25.000 e 45.000 dollari.
La H6 porta la sigla Coupé, anche se non lo è, per differenziarsi dall’H6 SUV, il più venduto in Cina e commercializzato in alcuni Paesi d’Europa, Italia compresa, con il marchio Great Wall e prodotto in Bulgaria. I due modelli sono strutturalmente diversi, la H6 Coupé è lunga 4.549 mm, larga 1.835 e alta 1.700, valori leggermente inferiori all’H6 SUV il quale ha anche un passo maggiore 2.720 mm (+40). Diversi anche i motori, 1,5 turbo da 150 cv per l’H6 SUV, 2 litri turbo da 195 cv per la H6 Coupé; il prezzo di quest’ultima parte da 21.000 euro per arrivare a 31.000 euro nella versione più completa a 4 ruote motrici e dotata di controllo elettronico di stabilità (ESP) Bosch, distribuzione elettronica della frenata (EBD), start hill assist (HHC) e down hill assist (HDC) e altri sistemi elettronici di sicurezza alla guida.
I due Concept sostanzialmente uguali, stesso pianale e stesse dimensioni, la differenza sta solo nell’aspetto, più cittadino quello della «B», più sportivo quello della «R». Al momento non è stato deciso quale motore alloggiare sotto il cofano, ma probabilmente verrà montato il V6 da 3 litri twin-turbo da 335 cv presente sulla H9.
Brilliance
La Casa cinese Brilliance sta per commercializzare una serie di vetture elettriche prodotte in joint venture con BMW. il primo di questi modelli ESAV (Electric Sports Activity Vehicle) della serie Zinoro, traduzione dal cinese «Zhi Nuo» che vuol dire «Promessa», è stata la «E1» presentata al Salone di Guangzhou. Aveva una linea simile alla BMW X1 e adottava la meccanica della «i3», ovvero un motore elettrico da 125 kW (170 cv) per una velocità massima di 130 km/h ed una autonomia di 150 km. Ora a Shanghai è stata la volta del concept Next simile alla BMW X3 e della quale adotta lo stesso pianale; è sempre una full electric, ma al momento non sono state comunicate le caratteristiche del motore.
Oltre a questo programma elettrico, Brilliance ha presentato a Shanghai il suo primo SUV del segmento B con la sigla V3. Esteticamente rassomiglia molto alla Skoda Yeti ed è disponibile con un solo motore, un 4 cilindri da 1,5 litri turbo a benzina da 150 cv e cambio manuale a 6 rapporti; quello automatico è in arrivo entro la fine dell’anno. Di serie ha gli airbag (solo frontali), l’ABS con EBD, cerchi da 18”, il cruise control e un sistema di infotainment con schermo da 7”.
Changan Reaton
La Reaton è una elegante limousine con un parabrezza molto panoramico che si estende fino quasi a metà del tetto, ha le porte con apertura ad armadio, cioè senza montante centrale, per favorire l’accesso ai passeggeri ed un ambiente interno moderno e confortevole. La motorizzazione non è adeguata alla classe della vettura, ma evidentemente in Cina va bene così e il modello attualmente in commercio ha un motore a benzina da 1,8 litri che sviluppa 160 cavalli. La versione presentata adesso a Shanghai con la sigla Reaton CC, è invece full electric con la trazione AWD ed è equipaggiata con un motore da 123 kW (167 cv) che le consente di percorrere lo 0-100 km/h in 4,1 secondi. Le prestazioni non sono molto diverse tra i due modelli, ma evidenzia la volontà dei produttori cinesi di indirizzarsi verso una mobilità più eco-sostenibile per combattere l’inquinamento atmosferico che affligge il Paese.
[ Paolo Pauletta ]