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RUF CTR 2017, il ritorno di una leggenda

Tributo alla CTR «Yellow Bird» del 1987. 30 esemplari ad un prezzo indicativo di 750.000 euro

Non chiamatelo tuner o preparatore, attualmente «RUF Automobile GmbH» è un costruttore di automobili. Alois Ruf con i suoi ingegneri e tecnici progettano i motori, la meccanica, lo spaceframe e la carrozzeria che vengono prodotti nello stabilimento di Pfaffenhausen.

Si parte dalla Yellow Bird

La storia dei modelli CTR (Gruppo C, Turbo, Ruf) inizia nel 1987 quando Alois Ruf realizza la sua prima CTR, chiamata «Yellow Bird» per il colore giallo acceso della carrozzeria. Derivava dalla Porsche 911, alleggerita con l’adozione di alluminio per il telaio e potenziata fino ad ottenere 469 cv. Questi ed altri interventi, consentivano alla vettura di raggiungere i 342 km/h sull’anello di Nardò in Puglia, conquistando il titolo di «World’s Fasted Car».

Segue la CTR2 nel 1997 derivata dalla Porsche 993 Turbo sia a 2 che a 4 ruote motrici con il motore derivato da quello presente sulla Porsche 962 LeMans Gruppo C, ulteriormente rivisto da Ruf che porta la potenza portata inizialmente a 530 cv,poi 580 cv, fino ai 707 cv delle 2 versioni Sport che hanno partecipano alla Pikes Peak di quell’anno, classificandosi rispettivamente al 2° e 4° assoluto.

Nel 2007, cioè 12 anni dopo, Ruf presenta in Bahrain la CTR3, questa volta con una carrozzeria totalmente ridisegnata e realizzata con largo utilizzo di alluminio, kevlar e carbonio, con un motore sempre a 6 cilindri contrapposti, ma in questo caso in posizione centrale, da 3,8 litri con 2 turbine KKK e 2 intercooler posizionati davanti a ciascuna delle ruote posteriori, che portano la potenza a 700 cv che diventano 776 nella versione Clubsport del 2012, per una velocità di 380 km/h.

Per il 30° Anniversario

Con la CTR 2017, versione del 30° Anniversario, Alois Ruf ha realizzato un progetto che aveva in mente da molto tempo, riuscire a ridurre i pesi e conseguentemente migliorare il rapporto peso/potenza. L’aspetto è quello della CTR 2007, ma è solo una questione estetica come tributo alla «Yellow Bird», di fatto è una vettura nata da un progetto totalmente nuovo, utilizzando materiali e tecniche costruttive di ultima generazione.

Sia il telaio che la carrozzeria sono in carbonio, mentre la parte anteriore e posteriore, così come il rollbar integrato, sono in lega leggera per massimizzare la sicurezza dei passeggeri. In questo modo il peso della vettura si attesta a 1.200 kg, solo + 50 kg rispetto alla sua leggendaria progenitrice, ma con un rapporto peso/potenza nettamente più favorevole, 1,69 kg/cv  contro 2,45 kg/cv.

Come tradizione del marchio, il motore è posteriore, in questo caso un boxer da 3,6 litri prodotto da Ruf, ispirato a quello della «Yellow Bird» con una potenza di 710 cv con 880 Nm abbinato ad un nuovo cambio manuale a 6 rapporti . La velocità massima è di 360 km/h con lo 0-200 in meno di 9 secondi. Al fine di garantire stabilità e maneggevolezza in ogni condizione, le sospensioni della CTR 2017 sono state integralmente progettate da Ruf e si avvalgono di un doppio braccio oscillante con molla e ammortizzatore sia per l’asse anteriore che posteriore.

I freni hanno dischi in ceramica ventilati da 380 mm con pinze a 6 pistoncini davanti e 250 mm con pinze a 4 pistoncini dietro.

Un misto di modernità e retrò nell’abitacolo, Alcantara® per il rivestimento della plancia e del tunnel centrale, sedili in fibra di carbonio rivestiti lateralmente in pelle e fascia centrale con disegno tartan.

La RUF CTR 2017 sarà prodotta in serie limitata di 30 esemplari, escluso il prototipo esposto a Ginevra, con le prime consegne all’inizio del 2018 ad un prezzo indicativo di 750.000 euro.

[ Paolo Pauletta ]

 

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