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Riva Aquarama e Aquariva, evoluzione della leggenda

Due barche sofisticate e ricche di equilibrio che non temono il confronto fra presente e passato ma, al contrario, trovano nella tradizione del cantiere la loro stessa ragion d’essere

 

La Rolls Royce del mare

Chi non conosce l’Aquarama? Il solo nome basta a far tornare alla mente quella barca che durante gli anni ’70 divenne un vero e proprio mito, espressione stessa del runabout nautico. Una vera opera d’arte, oggetto di culto e raffinata eleganza, ancora oggi sogno nel cassetto di molti collezionisti.

L’imbarcazione, offerta ad un prezzo di 10 milioni e 800mila lire, fin dalla sua presentazione nel novembre del 1962 al terzo Salone Internazionale della Nautica di Milano, divenne da subito il simbolo stesso dei cantieri Riva. A collaudarla un tester d’eccezione: Giovanni Agnelli. Costruita con i migliori legni disponibili sul mercato (i mogani Khaya e Sipo, la cedrella e l’Honduras), l’Aquarama aveva una lunghezza di circa 8 metri e propulsori di derivazione Chrysler o Cadillac con potenze oscillanti dai 200 ai 400 cavalli, che le consentivano di superare i 45 nodi.

Anche il volante era stato ripreso da un’auto Chrysler e dotato di protezioni in gomma per meglio tollerare sole e salsedine. Costruito sulla base del Tritone, l’Aquarama se ne differenziava per la presenza della tenda ripiegabile dietro i sedili anteriori e la maggior potenza dei propulsori. La scaletta era posta a poppavia, mentre i motori erano posizionati sotto il prendisole.

Con il passare del tempo l’Aquarama divenne molto più che una barca. Attori, personaggi famosi, campioni dello sport, celebrità del Jet-set internazionale scelsero i Riva per il loro fascino e stile unico, e ancora oggi molti di loro li custodiscono gelosamente. Per fare qualche esempio: Brigitte Bardot e Liz Taylor, Sean Connery e Jean Paul Belmondo, Ingrid  Bergman e Aristotele Onassis, fino a Soraya e allo scià di Persia, oltre che principi e sceicchi in ogni parte del mondo.

Un degno successore

C’era una volta l’Aquarama: il mito nautico degli anni ’70, motoscafo veloce che tutti desideravano ma pochi possedevano. Un’imbarcazione che ha lasciato il segno nel mondo della nautica, ma anche in quello del design. Era un oggetto di lusso che parlava di essenzialità, trasmettendo quel concetto fondamentale, che vede nella semplicità la ricchezza dei significati e nella sintesi delle linee un valore irrinunciabile.

E oggi? Il Cantiere di Sarnico, ormai parte importante del Gruppo Ferretti, ha da qualche anno lanciato sul mercato un degno successore dell’Aquarama del quale riprende, volutamente, parte del nome: parliamo dell’Aquariva, barca ricca di fascino che già occupa un posto importante nella lunga storia del cantiere. Nulla è andato perso della sapiente tradizione costruttiva del marchio. L’Aquariva è lungo 10,07 metri e largo 2,8 metri, con lo scafo costruito – segno dei tempi e del progresso – in compositi di Kevlar mentre il ponte, secondo la più attenta tradizione Riva, è realizzato in prezioso mogano.

Tutta la parte poppiera, quasi dal centro barca, è occupata dal vano motori, due Yanmar da 315 Mhp, che garantiscono una velocità massima a mezzo carico di circa 42 nodi e una velocità di crociera di circa 36. Il vano motori è nascosto dal classico prendisole rivestito in pelle, il cui colore può variare in base alla scelta del gelcoat (blu, verde, argento o bianco); anche tutte le altre finiture possono essere personalizzate di conseguenza. Il profilo della barca è molto slanciato e segue una linea continua. A tal proposito, la piattaforma di poppa viene dissimulata dal profilo laterale delle fiancate che di fatto la nascondono e la proteggono. A prua, il basso parabrezza di protezione per il pilota, forma un angolo ottuso con il ponte garantendo allo scafo aerodinamicità e, al tempo stesso, aggressività. Nel pozzetto, oltre alla postazione di comando, è presente un grande divano a forma di U, con al centro un tavolo attorno al quale possono trovare posto fino a otto persone. Sottocoperta, a prua, si trova la cabina con due posti letto a V ed una toilette a scomparsa.

La preziosità della barca quindi, così come una volta, è tutta racchiusa nella grande cura posta nei particolari e nelle finiture.

Carlo Riva, un nome ed un marchio inossidabili 

Classe 1922, ingegnere, Carlo Riva fin dalla più tenera età, seguendo le orme di famiglia, era animato da una passione sconfinata per il mare, le barche e il lavoro nel cantiere Riva, in cui spesso trascorre più di 10 ore al giorno.

Nominato “Pioniere della Nautica” dall’Ucina (la Confindustria della nautica) nel 1988 e “Personalitè de la Mer” dal Principe Alberto II di Monaco nel 2005, è il maestro che negli anni ‘50 e ‘60 seppe trasformare il marchio Riva in un simbolo mondiale di eleganza, status e perfezione. Proprio in quel periodo, infatti, uscirono dallo stabilimento di Sarnico modelli che sarebbero rimasti nella storia, come Ariston, Tritone, Sebino, Florida e nel 1962, l’Aquarama, la più preziosa scultura in mogano divenuta, come altre, eccellenza del Made in Italy nel mondo. Degli oltre 170 anni di storia del marchio, Carlo Riva è stato colui che sicuramente ne ha scritto le pagine più interessanti ed emozionanti.

Una storia che sembra ancora destinata a continuare, perché a 90 anni l’ingegnere, continua a mettere mano ai nuovi progetti, con la passione e la creatività che lo hanno sempre contraddistinto.

Lorenzo Gentile

 

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