La drammatica discesa dell’Airbus rivissuta tramite il simulatore di volo all’European Flight Simulator di Gosselies su un Boeing 737 dalle caratteristiche simili al «320». Una ricostruzione avvenuta prima della drammatica scoperta che a portare il volo allo schianto fosse stata la volontà del co-pilota. Dai dati inseriti per riprodurre il folle volo, la «perplessità» del simulatore…
La simulazione riprodotta presso l’European Flight Simulator di Gosselies in Belgio – realizzata dalla troupe francese del quotidiano «L’Avénir» – è stata realizzata lo stesso giorno dello schianto del volo 4U9525 Germanwings dell’Airbus 320 che da Barcellona era diretto a Dusseldorf. Al simulatore, caricata la piattaforma inerziale di un Boeing 737 che può essere equiparato al «320», sono stati riprodotti i parametri identici del volo 4U9525 (rotta, velocità, altitudine, condizioni meteo, temperatura, ora, ecc.) per esaminare le possibili dinamiche degli otto minuti della lenta ed inesorabile discesa dell’Airbus, culminata con lo schianto finale contro le montagne. Non sapendo ancora del gesto inconsiderato del secondo pilota – chiusosi all’interno della cabina di pilotaggio per aver deliberatamente deciso di lasciarsi morire insieme alle 149 persone a bordo – la simulazione aveva subito posto vari interrogativi.
Partiamo dal cockpit che mantiene identica la disposizione della strumentazione tra i due velivoli. Questo permette di rivivere il volo in maniera fedele prima dell’incidente. Nella simulazione, l’aereo ha già passato il Mediterraneo e si sta dirigendo sulle Alpi francesi, in Alta Provenza, al confine con l’Italia, verso la catena dei Trois-Evêchés con la punta più alta de l’Estrop che si trova ad una altezza di 9.000 piedi; l’aereo in quel momento al contatto radio stava già a 6.000 piedi (nella lunga discesa che è durata circa 8 minuti ha perso 25mila piedi in circa nove minuti, partendo da 31mila) con un rateo di discesa compatibile con l’avvicinamento ad un aeroporto per l’atterraggio. Perché con tanto anticipo? I piloti hanno avuto il tempo di rendersi conto che, con la perdita di quota, non potevano attraversare le Alpi e i messaggi sonori di “terrain, terrain, pull upp” confermano i dati della simulazione. Inoltre, anche se, ad esempio l’aereo avesse «perso» entrambi i motori, a quell’altezza avrebbe tranquillamente planato e raggiunto ad es. aeroporti alternativi quali Nizza e Marsiglia, ecc. per un atterraggio di emergenza.
[ Redazione Motori360 ]