Si ispira alla mitica Cobra: presentato il primo esemplare pre-serie
Gli appassionati di muscle cars, quelli di vetture d’epoca, i frequentatori di aste dedicate a vetture storiche e quelli che queste vetture hanno visto o vogliono vedere correre, sanno bene cosa significa «427», un numero che sta agli USA come «250» sta all’Italia. Due sigle che racchiudono due opposte scuole di pensiero: da una parte litri di cilindrata per ottenere coppia bassa e potenza brutale e dall’altra tecnica sopraffina (per l’epoca del «250») per avere potenza e maneggevolezza.
Con la presentazione della «427» l’affascinante opposizione tra queste due diverse scuole di pensiero si ripropone ma con la differenza – rispetto al passato – che questa «427» racchiude in sé le due sponde dell’Atlantico e la complessa evoluzione del design dalle origini ad oggi.
Ed infatti quest’auto sportiva di nicchia, che verrà prodotta in piccola serie, è basata su “un design tipicamente Italiano e costruita rigorosamente a mano con tecniche e qualità artigianali”.
Lo stile della «427» è opera di Fabio Ferrante giovanedesigner Italiano da pochi anni trasferitosi a Brooklyn, che ha interpretato “le linee classiche delle iconiche roadsters americane degli anni 60, rivedendole in chiave moderna ed impreziosendole con il gusto e la cura dello stile tipicamente Italiano”.
Il primo prototipo della «427» si deve allo sforzo congiunto di un ristretto gruppo di designers, ingegneri, tecnici e fornitori altamente specializzati che sono con dedizione e passione partiti da un foglio bianco realizzando in due anni e mezzo di lavoro una roadster due posti “potente e leggera che rinnova un prestigioso passato e mira ad esaltare le pure sensazioni di guida su strada” ed i numeri sembrano dare ragione a queste parole:
● Dimensioni ridotte: questa roadster è lunga 435 cm, alta 125 cm e larga 195 cm;
● Peso contenuto: solamente 1.150 kg grazie ad una carrozzeria interamente in carbonio che riveste un telaio in alluminio;
● Grande cuore: il cofano nasconde un V8 di 5 litri d’origine Ford. Due i differenti livelli di potenza: aspirato da 445 cavalli oppure turbo da 605 cv;
● Impostazione tradizionale: motore anteriore, trazione posteriore e cambio manuale a 6 marce.
Puritalia Automobili ha attualmente in corso la stipula di accordi con partners strategici ed investitori internazionali interessati al progetto (l’avvio della produzione è previsto per il 2016) mentre, sotto il profilo tecnico si continueranno nel 2015 le attività di progettazione, industrializzazione, testing ed omologazione europea della «427», realizzando ulteriori esemplari pre-serie da impiegare sia per dei roadshow e sia in eventi promozionali in Europa, USA e Middle East.
«427»: tanti saranno gli esemplari prodotti, 250 dei quali destinati esclusivamente ai mercati extra CEE; nel numero è compresa anche una serie iniziale di 35 vetture – denominata «Launch Edition» – destinata ad altrettanti clienti che hanno già manifestato il concreto interesse all’acquisto di questa muscle car. Raggiunto tale numero, l’Azienda manterrà efficiente solamente quanto necessario per garantire assistenza e pezzi di ricambio distruggendo nel contempo gli stampi e le attrezzature non utili a tale scopo.
Paolo Parente, CEO&Founder della Puritalia Automobili, ha dichiarato di aver “deciso di disegnare e realizzare la «427» semplicemente perché non esiste un’auto simile.
È un’auto diversa: nel design, nello stile, nella maniera in cui è stata concepita e nella maniera in cui sarà costruita. Non abbiamo utilizzato soluzioni rivoluzionarie o materiali esotici. Perché è nella semplicità che la «427» mostra tutta la sua ricercatezza. Tanta potenza, tantissima messa a disposizione del guidatore per esaltare la sua esperienza di guida, non il tempo su pista. Un oggetto esclusivo da possedere, pensato per chi, come noi, ama ancora il piacere di guidare la propria auto e non farsi guidare da lei. Realizzare la prima «427» è stata una vera sfida. È un’auto che ho amato ma che a momenti ho anche profondamente odiato. Questa esperienza mi ha insegnato che quando la passione si unisce alle competenze, alla perseveranza ed all’umiltà di voler sempre migliorare ed imparare dai propri errori, anche i progetti più ambiziosi possono diventare realtà. Il prodotto finito che oggi potrete vedere, e spero apprezzare, dal vivo è superiore alle mie più rosee aspettative. La qualità e la cura artigianale rendono questa prima vettura, se pur sia ancora un prototipo, già superiore a molte auto di serie. Sono sicuro che il prodotto migliorerà ancora durante la realizzazione delle prossime vetture. Vogliamo che il primo esemplare che la Puritalia Automobili consegnerà al suo primo Cliente sia davvero all’altezza delle sue e delle nostre aspettative. Da domani ritorneremo a lavorare proprio su questo, ancora più motivati e decisi a proseguire con rinnovata energia e passione verso le prossime entusiasmanti tappe del nostro programma. Ricordo che quando abbiamo iniziato questo viaggio, quasi tutti pensavano che non ce l’avremmo fatta ad arrivare dove siamo arrivati oggi; ci sono centinaia di progetti e concept di auto rimasti esclusivamente su carta. Perché proprio noi avremmo potuto andare avanti? Cosa avevamo di diverso? Oggi molti si saranno ricreduti ma probabilmente ci sarà ancora qualcuno che nutre dubbi sulla possibilità di continuare e di sopravvivere in un settore altamente competitivo ed in un contesto economico non propriamente favorevole. A questi do ancora una volta appuntamento tra qualche anno. Ho sempre preferito parlare con i fatti anziché con le parole.”
Le dichiarazioni del Fondatore della Puritalia sono permeate di condivisibile, grande entusiasmo e di sicura passione e senza questi, uniti al corretto apporto di capitali, alla propensione al rischio tipica dell’imprenditore che crede nella propria iniziativa e ad una visione del proprio futuro, un’iniziativa del genere non avrebbe mai preso corpo. C’è anche da sottolineare lo spirito di parte, anche questo più che comprensibile visto che ogni genitore stravede per il proprio figlio, tanto più quando è bello come in questo caso.
E a questo proposito, ci sembra giusto ricordare al consumatore – sia pure sofisticato e di nicchia come quello al quale questo tipo di auto si rivolge – che qualche altro esempio attuale di costruzione artigianale è sul mercato, magari con caratteristiche tecniche e range di prezzo diversi, ma con la medesima filosofia di fondo (carrozzeria biposto aperta, produzione artigianale limitata, piacere di guida prima di tutto);
parliamo di auto o di repliche quali, fra le altre, la «ATS Leggera» (cfr. articolo https://www.motori360.it/27407/ats-leggera-la-spider-biposto/) che con i suoi 210 cv esponenziati da soli 610 kg ed il prezzo inferiore di 2/3 non è concorrente diretta della Pluritalia 427 ma ne condivide in parte lo spirito;
la Bandini seiottosei che si differenzia fortemente per l’impostazione (motore centrale posteriore) ma che, con i suoi 300 cv, inizia ad avvicinarsi ai 435 della Pluritalia 427 base, ma con doti di accelerazione sicuramente notevoli (0-100 km/h < 3,5”) grazie al peso di soli 635 kg. Si tratta però di una vettura estrema, a nostro avviso più pistaiola che stradale benché omologata;
la Wiesmann roadster MF-4 S che, con il suo propulsore da 4,4 litri da 405 cv, inizia ad avvicinarsi alla potenza della Puritalia pagando però, rispetto al peso annunciato di quest’ultima, un gap di circa 3 quintali a vuoto; ancora da dire che il genere di auto – benché l’impostazione sia la stessa – è filosoficamente diverso mentre il range di prezzo, nel quale le due auto e relative varianti si muovono, potrebbe fondamentalmente essere lo stesso.
Se poi si vuole guardare alle repliche della Cobra 427, anche in kit, si apre un mondo profondamente diverso da quello che offre Puritalia, ma comunque interessante e… performante. I prezzi iniziali possono essere in taluni casi di gran lunga inferiori a quelli della nuova muscle car italiana come di molte vetture sportive di grande produzione, ma possono altrettanto velocemente salire senza alcun limite in funzione di cosa si intende utilizzare per arricchire l’offerta base. Non entriamo nel dettaglio, sia perché in parte fuori luogo e sia perché farsi omologare in Europa – per non dire in Italia – una kit car proveniente da oltre oceano è certamente problematico, al punto che molti, fra i pochi che si interessano concretamente a questo tipo di auto, cercano esemplari di seconda mano già omologati in un paese EU. In questo modo la pratica di immatricolazione in Italia risulta facilitata poiché, se non andiamo errati, l’Italia – come qualsiasi altro paese membro dell’UE – non può rifiutarsi di immatricolare una vettura già regolarmente omologata e immatricolata in altro paese membro a patto che il veicolo rispetti le norme vigenti in tema di antipollution.
E su tutto questo aleggia la figura di Carroll Shelby (senza la sua «427» probabilmente non sarebbe mai esistito il materiale per buona parte di questo articolo) che dopo il rifiuto di Ferrari di «vendersi» alla Ford, riuscì a scalzare dal podio mondiale le vetture made in Maranello; ma va comunque ricordato che proprio Carroll Shelby pilota colse i suoi più grandi successi al volante di sport italiane quali le barchette Ferrari e la Maserati Birdcage, altro caso emblematico di ponte fra le due sponde dell’Atlantico e di simbiosi fra i due mondi.
Giovanni Notaro