Una città come New York si svilupperà in modo diverso rispetto a Francoforte, Mumbai o Città del Messico, in termini di struttura e mobilità. Prima di valutare soluzioni possibili, le città in questione devono pertanto essere esaminate nel dettaglio, per poter poi iniziare a porsi le domande corrette. Le risposte saranno poi sicuramente legate alle singole esigenze, ma al contempo costituiranno il potenziale per poter fornire soluzioni di più ampio respiro.
La riflessione fondamentale di Saskia Sassen, Economista e Sociologa alla Columbia University di New York, è stato il leit motiv del Summit: “Le città rispondono”. Infatti, a vari livelli, la realtà urbana offre informazioni che devono poi essere analizzate per sviluppare approcci diversi che portino alla soluzione dei problemi. Per capire le città e i requisiti che avranno in futuro, i dati disponibili devono essere analizzati nella loro globalità. Reti di informazioni e data base giocano un importante ruolo in questo, così come la cooperazione sociale e il tema della condivisione. Nel futuro l’auto sarà inglobata in sistemi urbani, in infrastrutture, in flussi di dati digitali.
Visto che le città di oggi cambieranno, come possiamo avere una buona qualità della vita in queste città del futuro? In che modo si garantirà la mobilità?
Il dibattito si è incentrato quindi su due temi principali: la complessità sempre maggiore dei grandi centri urbani e la necessità di una stretta collaborazione fra la società, le istituzioni e le imprese private. Sociologi, economisti, ricercatori e studiosi sono intervenuti dando la loro interpretazione di quello che sarà lo sviluppo delle città, degli abitanti e delle possibili tecnologie.
Queste le principali tesi emerse durante il Summit.
Saskia Sassen, Economista e Sociologa alla Columbia University di New York. “Urbanizzare l’auto richiederà l’abilità di “vedere come se uno fosse una città”. Io provo a farlo. La città è un partner molto generoso in questo campo: è una lente di ingrandimento per realtà più complesse.”
Richard Sennet, Presidente del Centro di Ricerca del LSE Cities (London School of Economics) e professore di umanistica alla New York University. “Gli esseri umani si sviluppano mentalmente ed emotivamente per estrapolare un significato, per se stessi, dalla complessità (…). Noi dobbiamo sperimentare dei sistemi aperti per poter crescere.”
Charles Leadbeater, autore, consulente e esperto di creatività e innovazione. “Ci sembra difficile vivere con i sistemi che abbiamo. Noi ora abbiamo bisogno di sistemi che supportino relazioni ed empatia (…). Abbiamo bisogno di quello che chiamerei sistempatia.”
Carlo Ratti, ingegnere, architetto e professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT). “Grazie alle tecnologie gli edifici e gli oggetti delle nostre città possono darci le risposte (…). Il punto focale con i dati è che, quando tu li riesci a combinare, la loro potenzialità cresce in modo esponenziale.”
Chris Anderson, Direttore del magazine Wired. “Ho guidato la mia auto fino al lavoro”. Ogni singola parte di questa frase suonerà strana ai miei figli. Ho guidato – l’idea di un’auto che viene guidata sembrerà loro qualcosa di obsoleto. La mia auto – la nozione di possesso è un altro riferimento che cambierà. Al lavoro – questo implica il concetto che tu debba muoverti per andare al lavoro, che ci sia un luogo specifico in cui fai il tuo lavoro. E questo sarà sempre più in mutamento: le persone potranno lavorare ovunque.”
Alasdair Ross, Direttore dell’Agenzia di Stampa dell’Economist Intelligence Unito di Londra. “Abbiamo discusso di come catturare, trasformare e utilizzare l’energia. L’auto è semplicemente il mezzo con cui avverrà questa trasformazione.” Juergen Mayer H., architetto e vincitore dell’Audi Urban Future Award 2010. “L’auto si trasforma da macchina da guidare, a veicolo esperienziale.”
Alison Brooks, architetto. “La piattaforma di condivisione delle auto e dei mezzi può offrire una strategia che porti al miglioramento della mobilità individuale, e che riduca la pressione sul territorio urbano e sulle infrastrutture. Soprattutto nelle megacittà in via di sviluppo, veicoli privati condivisi e messi in rete potranno interagire con sistemi di trasporto pubblico ormai sovraccarichi.”
Andrea Klok Pedersen, architetto. “L’auto senza guidatore significa: un utilizzo più efficace dello spazio, soluzioni di parcheggio ottimizzate, un flusso del traffico più efficiente, e infine un’ulteriore forma flessibile di mobilità. Un traffico più efficiente e parcheggi automatizzati movimentano le auto in modo più rapido e consentono maggiore libertà al proprietario dell’auto (…). Il prossimo passo della tecnologia dei trasporti sarà creare auto compatibili con le città piuttosto che città compatibili con le auto”.
Il Summit ha così messo in movimento spunti di riflessione senza preconcetti sulla mobilità negli spazi urbani. Esperti di differenti discipline hanno dato voce alla necessità di una città vista come un sistema aperto. A questo dialogo Audi contribuisce con il suo know-how e, grazie all’Audi Urban Future Insight Team, tutte le riflessioni scaturite vengono prese in considerazione e analizzate all’interno dell’Azienda.
Rupert Stadler, Presidente di AUDI AG, ha espresso il suo ottimismo alla fine del Summit: “Tutti noi siamo al centro del dibattito sulla mobilità nelle città del futuro. Abbiamo i mezzi per fare dei cambiamenti. Ne siamo convinti. Abbiamo le conoscenze. Vogliamo essere pronti per affrontare il futuro. Ora vogliamo condividere le nostre conoscenze, metterle in una rete e registrarne i risultati. Abbiamo bisogno di un dialogo aperto, rispettoso e autentico se il tema è la mobilità del futuro! Che ruolo avrà l’auto nel futuro?”
Secondo Peter Schwarzenbauer, Membro del Consiglio di Amministrazione di AUDI AG per la vendita e il marketing: “Nessuno può affrontare da solo la sfida della mobilità urbana di domani. Possiamo avere successo solo se mettiamo attorno a un unico tavolo tutte le parti coinvolte: urbanisti, esperti in energia, fornitori di mobilità, politici – e naturalmente tutti quelli che ci dicono come vogliono vivere nelle città del futuro.”