A La Thuile in Val d’Aosta, Assogomma e Federpneus mettono a dura prova gli pneumatici «M+S» e «3PMSF» che si confermano valido equipaggiamento in ogni condizione di fondo
La Thuile (Val d’Aosta). Non sono sigle spaziali ma più semplicemente di pneumatici ai quali abbiamo affidato e dobbiamo affidare d’inverno la sicurezza nostra e di chi ci circonda:
● M+S (acronimo di Mud&Snow, in italiano fango e neve) è una sigla oramai nota mentre
● 3PMSF (3 Peak Mountain Snow Flake, traduzione «fiocco di neve sulle 3 cime» oppure «3 cime innevate») è invece una marcatura in essere già da qualche tempo, ma ancora non da tutti conosciuta, che affianca sul medesimo pneumatico quella «M+S».
Approfondiamo
La marcatura M+S soddisfa la normativa vigente ma è decisamente meno efficace, su fondi innevati, della 3PMSF; inoltre, per quanto possa sembrare irragionevole, la Legge permette al momento il montaggio di due soli «M+S» sulle ruote motrici lasciando libertà di montaggio di coperture diverse sull’altro asse. Vedremo più avanti le conseguenze pratiche di un montaggio di questo genere.
La marcatura 3PMSF che NON sostituisce ma affianca la «M+S», contraddistingue un pneumatico di gran lunga più efficace su fondo bagnato e/o innevato, del semplice «M+S» come illustrato nella sottostante slide.
In sede europea si sta lavorando per rendere obbligatorio per i mesi invernali il ricorso a questo tipo di pneumatico ma sino a che l’UE non avrà aggiornato la normativa specifica, gli Stati membri, non potranno formalmente fare «di testa loro» anche se qualche amministrazione, fra queste in l’Italia, ha emanato delle circolari contenenti principi di indirizzo che permettono al singolo automobilista di anticipare l’applicazione delle norme a tutela propria e degli altri. (illuminante al riguardo la terminologia utilizzata in http://www.poliziamunicipale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=36150 dalla Polizia Municipale di Verona.
In questo contesto non del tutto lineare Assogomma e Federpneus hanno organizzato a La Thuile, in Val d’Aosta, dei test invernali allo scopo di sottolineare l’importanza di un corretto equipaggiamento quando temperature freddo, acqua, gelo e neve rendono le condizioni del fondo stradale particolarmente insidiose; il tutto ovviamente nel rispetto delle vigenti norme di legge.
A questo proposito il Direttore di Assogomma Fabio Bertolotti ha precisato che “Quest’anno, per la prima volta abbiamo ricordato che esistono due tipi di pneumatici invernali con caratteristiche diverse, entrambi provvisti della marcatura «M+S», la marcatura che consente, in caso di Ordinanze, di soddisfare gli obblighi di legge“.
Il test di omologazione 3PMSF ed i test comparativi
A questo tipo di marcatura corrisponde un’autodichiarazione del Costruttore del pneumatico emessa in fase di omologazione; come sopra già precisato, il pittogramma della montagna a tre punte con un fiocco di neve al centro affianca la sigla «M+S».
In pratica si esegue una prova comparativa di frenata con ABS inserito che mette a confronto il pneumatico di riferimento SRTT (per convezione realizzato da una sola fabbrica nel costante rispetto degli standard stabiliti) ed il pneumatico 3PMSF.
La vettura viene lanciata su fondo innevato che deve presentare caratteristiche di spessore, temperatura e profondità sempre costanti che qui sarebbe troppo laborioso descrivere, ad una velocità di almeno 28 km/h, messa in folle e frenata con ABS inserito fino ad una velocità residua di 8 km/h. Si calcola la decelerazione media misurando la distanza percorsa ed il tempo trascorso tra il momento in cui l’iniziale velocità di 28 km/h scende a 25 km/h e quello in cui è di 10 km/h.
La prova viene effettuata prima con il pneumatico di riferimento «SRTT», poi con il pneumatico «3PMSF» da omologare e quindi – per eliminare, per quanto possibile l’evoluzione della pista e delle condizioni di prova – nuovamente con lo SRTT. La prova è superata se l’indice di aderenza neve del pneumatico in esame è almeno 1,07 (cioè se mediamente frena almeno il 7% meglio dello SRTT).
Le vetture utilizzate per le prove sono state due Fiat 500 gommate rispettivamente con un treno di Pneumatici SRTT (Standard Reference Test Tyre), misura 195/75 R14, e con uno di Pneumatici invernali 3PMSF di misura 185/55 R15 che si è costantemente dimostrato superiore al «M+S» superando ampiamente il minimo previsto del 7%.
I test più avanti descritti, in parte strumentati e in parte guidati, hanno messo a confronto le gomme M+S con le 3PMSF che, come è facilmente immaginabile, si sono dimostrate migliori su tutti i tipi di fondo.
Prova di spunto su fondo piano e innevato
Una successiva prova, rivelatasi molto interessante, è stata quella di spunto su fondo pianeggiante innevato, eseguita con 3 identiche Range Rover Evoque, gommate con tre tipologie di pneumatico (3PMSF, M+S, Estivo) con misura 245/45 R20.
L’obiettivo era quello di evidenziare le differenti caratteristiche di presa (grip) di ciascuno dei tre diversi tipi di pneumatico, ponendo all’inizio ed alla fine del campo prova (lungo 23 m) delle fotocellule allo scopo di misurarne il tempo di percorrenza. La vettura deve transitare davanti alla prima fotocellula a bassa velocità (~3 km/h) da questo punto si preme l’acceleratore a fondo corsa e si mantiene questa condizione sino al raggiungimento della seconda fotocellula.
I diversi tipi di pneumatico hanno naturalmente fatto registrare differenti tempi di percorrenza dimostrando così le motricità più o meno performanti di ciascuna tipologia di prodotto.
Fatto 100 il tempo impiegato dal pneumatico 3PMSF per percorrere la distanza tra le due fotocellule, è stato rilevato che le coperture M+S ed Estiva coprono la stessa distanza rispettivamente nel 10 e nel 30 % in più.
Handling
I 3 diversi tipi di pneumatici sono stati anche sottoposti ad una prova di guidabilità eseguita con tre Jeep® Renegade equipaggiate con pneumatici 3PMSF, M+S ed Estivi.
L’obiettivo è stato quello di confrontare, su un percorso misto ovviamente sempre innevato, il comportamento del veicolo in termini di: maneggevolezza, precisione di guida, risposta al volante, aderenza in curva ed in frenata, spunto in salita e partenza, sempre in salita, dopo un arresto.
La prova si è svolta su un tratto di strada con un fondo in condizioni variabili a seconda delle zone in ombra o meno e dell’altezza ma, comunque, tipicamente invernali: bagnato in alcuni tratti mentre altri erano innevati ed altri ancora con ghiaccio e verglas.
Il percorso è stato eseguito dallo stesso conduttore al volante delle varie vetture, sia in salita sia in discesa, cercando di riprodurre le stesse manovre, in modo da poter confrontare le performance in funzione dei diversi equipaggiamenti.
Ovviamente l’Estivo 215/65 R16 ha dato prova, sulla neve, di alta pericolosità, l’M+S si è dimostrato guidabile, pur con molta attenzione, mentre il 3PMSF ha superato la prova in grande scioltezza.
Test di auto equipaggiata con tre differenti treni di pneumatici
Per dimostrare quanto sia importante montare un treno le cui coperture siano tutte e 4 identiche (presentino cioè caratteristiche tecniche e prestazionali omogenee), è stato messo a confronto il comportamento di tre Alfa Romeo Mito – una sportivetta medio/piccola a trazione anteriore ed alimentazione a benzina – equipaggiate con pneumatici di identica misura (195/55 R16) ma differente tipologia:
A) 4 pneumatici estivi nuovi.
B) vettura con 4 pneumatici 3PMSF nuovi.
C) vettura con due pneumatici 3PMSF nuovi sull’asse trattivo (anteriore) e due pneumatici Estivi nuovi al posteriore.
La prova è stata eseguita a bassa velocità (15/20 km/h) su un tratto di strada innevato realizzato su area chiusa al traffico comprendente: rettilineo di partenza, rotonda, rettilineo di ritorno (più lungo dell’altro) tornante, breve rettilineo di raccordo ad una piccola «ESSE» punto di partenza/arrivo.
Ovviamente il comportamento del veicolo è stato influenzato dai diversi tipi di pneumatico montati.
Nel caso dell’equipaggiamento Estivo la vettura, pur mantenendo un comportamento omogeneo, ha presentato, già alle citate, bassissime velocità, problemi di aderenza e guidabilità che inducono il conducente a una guida più che prudenziale e comunque costantemente sul filo della perdita di controllo; il percorso era totalmente in piano e quindi, in qualche modo la Mito, così equipaggiata, è riuscita a completarlo, cosa che non sarebbe stato in grado di fare in presenza di pendenze anche lievi (superabili sull’abbrivio a patto che immediatamente dopo non si fosse presentata una curva angolata).
Le 4 coperture estive su neve non si sono comunque rivelate la peggiore delle combinazioni; il primato negativo spetta infatti alla vettura con equipaggiamento misto (gomme invernali top – e cioè le 3PMSF – all’avantreno e gomme estive montate al retrotreno); questa combinazione micidiale – oltretutto permessa dalle attuali normative che, in determinate circostanze obbligano al montaggio di coperture invernali sull’asse traente e nulla dispongono circa l’altro asse – offre una apparente sensazione di sicurezza in rettilineo che viene meno in curva e in frenata, per la mancanza di aderenza dell’asse posteriore. La conseguenza è, anche a bassissima velocità, la totale perdita di controllo del mezzo che non solo può sbandare ma, se chi guida non ha superiori doti di controllo del mezzo, può innescare un testacoda controllabile sin dal suo primo manifestarsi solo conoscendo approfonditamente la tecnica del controsterzo.
Viene così dimostrato che l’equipaggiamento misto, anche se non esplicitamente vietato a termini di legge, è da considerarsi il peggiore e quindi sconsigliato dalla Direttiva Ministeriale 1580 del 16 gennaio 2013 che per essere trasformata in disposizione di Legge deve attendere l’emissione, come dicevamo in apertura, del regolamento comunitario (vedasi ad es. http://www.poliziamunicipale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=36150)
Era scontato che la vettura equipaggiata con 4 coperture 3PMSF identiche offrisse le migliori prestazioni complessive in termini di sicurezza stradale: aderenza, motricità (o trazione), tenuta di strada, frenata si sono dimostrate di tutta affidabilità e sicurezza sempre a patto di non strafare.
Prova di salita e discesa con veicoli a trazione integrale
Per sfatare il falso mito che con una vettura 4×4 non vi sia necessità di un equipaggiamento idoneo alla stagione, è stata realizzata anche una prova di salita e discesa con veicoli a trazione integrale.
La prova viene eseguita con tre vetture Volvo XC60 equipaggiate con pneumatici 235/65 R17 nelle tre differenti configurazioni: Estivo, M+S e 3PMSF, con l’obiettivo di dimostrare che una vettura a trazione integrale offre maggiori garanzie di motricità in salita, purché equipaggiata con pneumatici 3PMSF.
Inoltre, in discesa il vantaggio del 4×4 viene meno e lo spazio di frenata ed arresto della vettura è direttamente dipendente dal tipo di pneumatico montato e dalla massa della stessa vettura.
La prova viene eseguita su un tratto di strada innevato, in salita e discesa con pendenze variabili.
Il veicolo equipaggiato con treno Estivo non riesce a superare il primo dislivello e retrocede pericolosamente a ruote bloccate, diventando ingovernabile.
Nel caso dell’equipaggiamento M+S l’esercizio viene eseguito parzialmente, riuscendo a percorrere i tratti di strada, ma presentando difficoltà in caso di arresto, di ripartenza in salita e nelle condizioni più critiche.
Il veicolo equipaggiato con pneumatici 3PMSF esegue l’esercizio in ogni sua parte con spunto, motricità e frenata in sicurezza sia in salita sia in discesa.
Test strumentale di frenata in rettilineo con pneumatici 3PMSF e M+S
La giornata di test si è conclusa con la prova strumentata di frenata in rettilineo con pneumatici 3PMSF e M+S, eseguita con veicoli commerciali leggeri Mercedes Vito equipaggiati con pneumatici di misura 195/65 R16C: un veicolo con massa fino a 3,5 tonn, ovvero un peso importante da gestire nelle frenate, a trazione anteriore ed alimentazione diesel.
L’obiettivo, anche in questo caso, è stato quello di dimostrare che il veicolo con equipaggiamento 3PMSF offre le migliori prestazioni in frenata (spazi di arresto), e decelerazione ( tenuta di strada), cioè le migliori condizioni in termini di sicurezza stradale.
La prova è stata eseguita a 50 km/h, velocità tipica dei centri urbani, su un tratto di strada rettilineo con fondo innevato ed una temperatura esterna, in condizioni di test, compresa fra i -3 ed i -12 gradi centigradi.
I due tipi di pneumatico hanno dato luogo a comportamenti diversi. Nel caso dell’equipaggiamento M+S, il veicolo pur mantenendo un comportamento omogeneo, ha fatto registrare spazi di frenata sensibilmente superiori (dall’8% al 20%) rispetto a quelli prodotti dal veicolo equipaggiato con pneumatici 3PMSF.
Dette così quelle percentuali (dall’8% al 20%) possono avere scarso significato ma se le si traducono in distanza, fatto 100 metri il valore espresso dal pneumatico 3PMSF, al semplice «M+S» servono dagli 8 ai 20 metri in più per fermarsi e questi metri potrebbero essere proprio quelli che non farebbero evitare l’impatto.
Ancora più efficace potrebbe rivelarsi l’esemplificazione inversa: fatto 100 il valore espresso dal veicolo equipaggiato con coperture «M+S», quello provvisto di coperture «3PMSF», si arresterebbe, a parità di condizioni, rispettivamente in 92 oppure 80 metri, sempre quelli che, in questo caso, potrebbero far evitare l’impatto.
[ Giovanni Notaro ]