L’annuale appuntamento a Sochaux organizzato da Peugeot Italia per i giornalisti dell’automotive, oltre a regalare piacevoli emozioni visitando il museo storico della Casa francese, è un momento di incontro per conoscere le ultime novità dei partner del Leone
A pochi chilometri da Mulhouse, città alsaziana situata al confine tra Francia, Germania e Svizzera, si trova la cittadina di Sochaux, piccola come dimensioni, ma di grande importanza in campo automobilistico in quanto sede del principale stabilimento di produzione Peugeot d’Europa, ma anche del «Musée de l’Aventure Peugeot».
Si tratta del museo storico della Casa francese, dove sono esposti quasi tutti i modelli, dagli esordi ai giorni nostri, come dice lo slogan: «Dalla prima all’ultima», ma anche molti dei vari oggetti non necessariamente automobilistici prodotti da Peugeot.
Per immergersi meglio in questa atmosfera d’altri tempi, il Museo Peugeot ha messo a disposizione alcune vetture storiche che con grande emozione abbiamo avuto la possibilità di guidare sulle strade intorno a Sochaux.
Modelli che rappresentano l’evoluzione dell’automobile con il Leone, pietre miliari di Peugeot, dalla «601» del 1934 alla «504» prodotta fino al 2005.
Per chi non lo sapesse ancora, i numeri che identificano i modelli Peugeot hanno la seguente funzione: il primo per individuare la classe di appartenenza e il terzo per indicare la generazione di quella classe, mentre lo «0» al centro serviva una volta come foro per infilare la manovella della messa in moto, oggi in alcuni modelli troviamo il pulsante per l’apertura del bagagliaio. Un metodo di classificazione brevettato da Peugeot fin dagli inizi della sua storia, tanto che Porsche ha dovuto modificare il nome del suo modello 901 in 911.
La presenza di Alain Labrell, che cura il ripristino e il buon funzionamento dei motori delle vetture presenti nel museo, ha ulteriormente arricchito questa esperienza con le sue preziose informazioni.
La vettura più anziana, o meglio, la meno giovane del gruppo era una «601», vettura di alta gamma, una ammiraglia si direbbe oggi, prodotta dal 1934 al 1935 in 3.999 esemplari.
Con il suo motore a 6 cilindri in linea da 2.148 cc e 60 cv era la concorrente della connazionale Citroën Traction Avant e della italiana Lancia Artena. La sua velocità massima dichiarata all’epoca era di 110 km/h, ma abituati alla stabilità delle auto di oggi, anche viaggiare a 80 km/h dà la sensazione di essere al limite.
La sua erede fu la 402, presentata al Salone di Parigi del 1935, venne prodotta dal 1936 al ’44. Sebbene di segmento inferiore, «4» anziché «6», la «402» era molto innovativa, soprattutto nella meccanica con il motore TH2 da 2.142 cc che, con la testa in Alpax, erogava 63 cv. Questa lega di alluminio e silicio realizzata da Aladar Pacz consentiva a questa fusione di essere più robusta rispetto al solo alluminio e conseguentemente ridurre la possibilità di eventuali crepature. Prima in Europa, la «402» era disponibile, seppure come optional, con un cambio automatico a 4 rapporti Cotal. Si trattava di un cambio ad innesto elettromagnetico, la cui cambiata si effettuava semplicemente spingendo una piccola leva posizionata alla destra del piantone dello sterzo, anticipando di parecchi decenni la modalità del cambio sequenziale.
Seguendo un ordine cronologico, un’altra vettura di questo storico gruppo era la «203», presentata in anteprima al Salone di Parigi del ’47 e ufficialmente nell’edizione dell’anno successivo. Venne prodotta fino al 1960.
Questo modello rappresenta una svolta tra le automobili dell’epoca, essendo la prima Peugeot dotata di carrozzeria portante. Innovativa anche la scelta di proporre la «203» con due passi diversi: 2.580 mm per la Berlina, 2.780 mm per la Familiale e Furgonette.
Anche le sospensioni si presentano rinnovate, non più a ponte rigido, ma di tipo indipendente con molle e ammortizzatori idraulici al retrotreno, pur mantenendo ancora la balestra trasversale davanti.
Il motore è un 4 cilindri da 1.290 cc con valvole in testa e testa Alpax con camere emisferiche per una potenza di 42 cv e una velocità massima di 116 km/h.
A parte i primi esemplari che manifestarono problemi al cambio, la «203» divenne una vettura molto affidabile e ben equipaggiata, aveva anche il riscaldamento, unica nella categoria.
Appartenendo al segmento «2», la «203» doveva confrontarsi solo con la Simca Aronde e il Maggiolino di VW, ma grazie alle molte varianti disponibili, dalla Berlina alla Familiale, dalla Coupé alla Cabriolet, dalla Furgonette al Pick-up e al prezzo molto concorrenziale, era molto richiesta, tanto che nel 1950 bisognava aspettare 2 anni prima di poterla mettere in garage.
foto_09 Infine due berline più recenti che molti conoscono, in particolare coloro che anche in tempi recenti sono andati in Tunisia o in Marocco: la «403» e la «504». La prima prodotta dal 1955 al ’67, la seconda dal ’68 al 1983, anche se in alcuni Paesi del Mondo venne prodotta su licenza fino al 2005. Ambedue disegnate dal Centro Studi Pininfarina, le versioni Berlina, Familiale e Furgonette venivano prodotte a Sochaux, la Coupé e la Cabriolet venivano assemblate a Grugliasco.
La Peugeot 403 ha rappresentato una vera innovazione estetica per la sua linea morbida e arrotondata con la mascherina orizzontale, sono scomparsi i vistosi parafanghi e il cofano appuntito che facevano eco alle vetture americane dell’epoca.
Venne presentata al Trocadero di Parigi il 20 aprile del 1955 e le richieste furono talmente tante che Peugeot dovette ampliare lo stabilimento di Sochaux di ulteriori 30.000 mq, dei quali 18mila per il reparto carrozzeria, 10mila per la verniciatura e 2mila per la componentistica. Il successo fu enorme e della «403» vennero prodotti oltre 1.200.000 esemplari nelle diverse versioni.
I motori sono a 4 cilindri benzina da 1.290 o 1.468 cc e dal ’59 si affianca anche un Diesel TMD da 1.800 cc, che dichiara un consumo di soli 7,0 l/100 km, un record per quei tempi. Fu il primo motore a gasolio prodotto da Peugeot, portava il marchio Indenor e poi venne utilizzato anche da altri costruttori. Il cambio è a 4 rapporti con la 4a che funge da overdrive in quanto la massima potenza e velocità si raggiunge in 3a marcia.
Prima dell’arrivo della «504» presentata al Salone di Parigi del ’68 e commercializzata nei dieci anni successivi, nel listino Peugeot c’era anche la «404» che venne prodotta dal 1968 al ’78. Per quanto anche la «404» fosse un’altra pietra miliare della casa di Sochaux, dopo una classe «3» e una classe «4», c’era la necessità di avere anche una classe «5». Più moderna nella linea rispetto alla «404» grazie alla matita di Aldo Bovarone di Pininfarina, la Peugeot 504 vinse anche il premio «Car of the Year» nel 1969. Nei primi anni di produzione il motore era un 4 cilindri 1,8 litri a benzina con carburatore per 83 cv. Seguirono la versione ad iniezione meccanica Kugelfischer che dava 97 cv e Diesel da 2,3 litri e 70 cv. Anche per questo modello la gamma era completa di tutte le versioni, berlina, break, furgonette, coupé e cabriolet. Queste ultime due potevano anche essere equipaggiate con un motore a benzina V6 da 2.664 cc e 136 cv.
Alcantara®, un marchio che identifica un materiale, quello per i rivestimenti interni di molte vetture di prestigio, tra queste i modelli Peugeot di alta gamma
Approfittando della scenografia delle vetture esposte nel Museo di Sochaux, Alcantara®ha voluto proporre alcuni capi realizzati con quel prezioso materiale normalmente usato per i rivestimenti interni delle auto. Quattro modelle hanno sfilato accanto ad altrettante vetture, icone del Marchio dagli anni ’50 agli ’80.
Per gli anni ’50 la modella ha indossato un abito con vita segnata e gonna a ruota come in voga tra le star del cinema, da Marilyn Monroe alla nostra Silvana Mangano ed è stata scelta una Peugeot 403 cabriolet come testimonial di quegli anni, quella del tenente Colombo tanto per intenderci, ma che all’epoca era simbolo di una rinata voglia di vivere dopo la tragedia della seconda guerra mondiale.
Negli anni ’60 era in voga la minigonna e se Mary Quant ha contribuito alla sua diffusione, fu lo stilista francese Courrèges a proporla per la prima volta in una sfilata con un abito a trapezio a mezza coscia. Ed è proprio sulla base di questo tipo di abito che è stato realizzato il miniabito in Alcantara® con colori pastello che ha sfilato accanto alla Peugeot 404 Cabriolet presentata al Salone di Parigi del 1961.
Era il 1969 quando la «504» venne eletta «Car of the Year», prima Peugeot a conquistare quel titolo e la successiva versione Cabriolet fu simbolo degli anni ’70. Anni in cui uno scienziato giapponese brevetta il materiale che oggi identifica la ditta che lo produce: Alcantara®.
Gli anni ’80 sono gli anni del decennio d’oro dopo il boom dei due decenni precedenti e Peugeot lancia la «205», anche questo modello realizzato in collaborazione con Pininfarina. Una vettura di grande successo sia nel traffico di tutti i giorni che nei rally.
Nel 1984 inizia anche la collaborazione tra Peugeot e Alcantara® e da 30 anni la casa del Leone utilizza Alcantara® per gli allestimenti premium e sportivi delle sue vetture.
Magneti Marelli, dai magneti alle candele per auto, dalla strumentazione analogica alle centraline: 95 anni di importanti innovazioni nel settore dell’automotive e da oltre 10 anni partner di Peugeot
Un partner storico di Peugeot è Magneti Marelli che fornisce al produttore francese varia componentistica per i suoi modelli, in particolare gruppi ottici, strumentazione di bordo, powertrain e infotainment. Un produttore italiano dalla lunga storia, nata nel 1919 con Ercole Marelli che produce appunto magneti per auto. Nel corso degli anni la Magneti Marelli acquisisce altri importanti marchi: la Carello per i fari, Veglia Borletti e Jaeger per la strumentazione di bordo, inoltre i produttori di carburatori e alimentazione per motori Weber e Solex.
La scintilla, quella delle candele per auto, può essere considerata il simbolo di Magneti Marelli e quest’anno per festeggiare il suo 95° compleanno, ne accende 10 per ricordare gli eventi più importanti della sua storia, dal Magnete alle Centraline, dalla Radio ai sistemi di Infotainement, ma anche le tante persone che ogni giorno contribuiscono a far crescere il Marchio, dai 200 dipendenti del 1919 agli oltre 38.000 di oggi distribuiti nei vari Continenti.
Tra i prodotti di ultima generazione va ricordato il proiettore full Led che equipaggia la «308», vincitrice dei premi «Car of the Year 2014» e «Auto Europa 2015», nonché il sistema di infotainment Touchscreen presente anche sulla nuova «508».
Nella «208», «3008» e «5008» troviamo anche il cambio robotizzato Freechoice® AMT (Automated Manual Transmission) realizzato da Magneti Marelli che consente una sensibile riduzione nei consumi ed emissioni garantendo il massimo comfort di utilizzo.
Oltre che nelle vetture per tutti i giorni, Magneti Marelli fornisce numerose tecnologie di punta per le auto da competizione. Tra queste le Centraline di Controllo Elettronico, la SRT per la RCZ Racing Cup, la SRA per la Peugeot R2 e la SRG-340 per la 208 T16 R5.
Carrozzeria Castagna, un nome storico tra i carrozzieri italiani. Dal 1905, quando realizza la sua prima vettura per la Regina Margherita di Savoia, fino ai giorni nostri, ha vestito con raffinata eleganza i più prestigiosi Marchi ed ora anche Peugeot
Ultimo evento a Sochaux, ciliegina sulla torta, l’omaggio al «Musée de l’Aventure Peugeot» della 508 RXH Castagna, esemplare unico realizzato dal carrozziere milanese per volere di Peugeot Italia. La simbolica consegna delle chiavi è avvenuta congiuntamente tra il chief designer della Carrozzeria Castagna Gioacchino Acampora, il Direttore Relazioni esterne di Peugeot Italia Eugenio Franzetti e il Direttore del Museo Christophe Dupont.
La meccanica di questa one-off è quella di serie della Peugeot 508 RXH, ovvero motorizzazione ibrida con un motore termico 2 litri e 163 cv per la trazione anteriore e un motore elettrico da 37 cv posizionato dietro per la trazione posteriore. Una trazione integrale da 200 cv ulteriormente impreziosita dall’atelier Castagna.
Innanzitutto l’aspetto estetico, caratterizzato da una vernice iridescente prodotta dalla ditta Lechler che varia di tonalità a seconda della luce e un profilo in legno di rovere all’altezza della cintura per conferire un aspetto vintage alle fiancate verniciate di rosso.
Lo stile Castagna è ulteriormente presente nelle rifiniture interne dove spicca l’eleganza, senza essere appesantita dalla opulenza dei materiali. Sapiente l’abbinamento di colori per il tweed e l’Alcantara® impunturati in tinta contrasto e profili in cuoio.
D’antan il vano bagagli, con pianale e pannelli laterali in legno.
Al momento questa 508 RXH Castagna è un esemplare unico, ma lo chief designer di Castagna, Gioacchino Acampora, ha detto che è disponibile ad esaudire qualsiasi richiesta di personalizzazione per ogni modello Peugeot, ma non solo. D’altra parte l’automobile è come un vestito e chi se lo può permettere se la fa su misura.
Paolo Pauletta