A Peter Sagan piacciono le auto sportive, soprattutto le muscle car americane e finalmente il campione del mondo di ciclismo ha potuto realizzare il sogno che aveva fin da bambino e si è fatto costruire negli Stati Uniti una «Hot rod» sulla base di una Dodge Charger R/T del 1970
Chi era bambino o quantomeno adolescente nei primi anni ’80, ricorderà senz’altro le scorribande dei cugini Duke (Bo e Luke) a bordo della loro «Generale Lee 01» nella contea di Hazzard in Georgia. Per quella serie di telefilm realizzati dal 1979 al 1985, vennero utilizzate ben 309 esemplari di Dodge Charger del 1969, che la produzione ha dovuto rastrellare in tutti gli States in quanto in ogni episodio ne venivano distrutte alcune. In prevalenza erano vetture destinate allo sfasciacarrozze che venivano dipinte nel tipico colore Orange per poi essere distrutte dagli stuntman.
Sebbene Peter Sagan sia nato una decina di anni dopo la creazione di quei telefilm, il ricordo di quella vettura e delle acrobazie delle quali era protagonista ha lasciato un ricordo indelebile nella mente del Campione mondiale di ciclismo e ora che se lo può permettere ha voluto realizzare quel sogno facendosi costruire la sua Charger R/T da Mascar Classic, una tra le più rinomate factory d’oltreoceano per il restauro di muscle car d’epoca.
Una Charger R/T come nei film
Sarebbe stato banale farsi fare una replica della «Generale Lee», ce ne sono già abbastanza in giro e poi in tempi più recenti Peter è rimasto molto colpito dalle vistose prese di aspirazione che emergevano dal cofano dalla Charger R/T guidata da Dominic Toretto nel film «Fast and Furious» del 2001. Allora con l’aiuto dell’amico Scott Tedro, patron della Sho-Air Cycling Group, ha incontrato Ken Maisano e Adam Stankus di Mascar Classic, per definire ogni particolare della vettura dei suoi sogni. Alla fine il famoso artista Steve Stanford ha realizzato un rendering affinché Peter potesse vedere il risultato finale e dare l’OK per l’inizio dei lavori.
Prima di tutto bisognava cercare una Dodge Charger R/T, anche non necessariamente in perfette condizioni, visto il lavoro radicale che bisognava eseguire. Trovata la vettura, è stata completamente smontata e ricostruirla totalmente, sia per quel che riguarda la carrozzeria che gli interni e la meccanica. Dopo 2 anni e oltre 10.000 ore di lavoro delle quali 900 solo per la verniciatura, Peter Sagan ha potuto vedere realizzato il suo sogno e con la sua Dodge Charger R/T ha varcato l’oceano per portarla nella sua casa in Slovacchia.
Un lavoro di Custom di alto livello
Il motore è un poderoso big block V8 Chevy 572 da 9,4 litri. Originariamente aspirato con una potenza di «soli» 620 cavalli è stato successivamente modificato da Mopar Performance RB con compressore BDS 8-71, testate Edelbrock Victor e sistema di alimentazione Holley HP EFI con componenti di aspirazione Force Fuel Injection. Questi aggiornamenti hanno consentito di portare la potenza a 1.000 cavalli con una coppia di 1.627 Nm.
Per il trasferimento di tanta potenza gli specialisti di Mascar Classic hanno scelto una trasmissione automatica 727 realizzata da Westminster Performance manovrata con leveraggi B&M Stealth Pro e un albero di trasmissione Custom Drivelines da 3″ verso il differenziale Detroit TrueTrac.
Eliminate le sospensioni di origine, sia davanti che dietro sono state montate delle IFS Control Freak, più leggere e robuste, inoltre, sono state integrate con il sistema pneumatico Ride Tech che va sostituire le balestre e le barre di torsione, regolabile a sua volta dall’unità di controllo RidePRO Digital gestibile da un pannello di controllo dal posto di guida.
Il sistema frenante si avvale di un impianto Wilwood con 4 dischi da 330 mm e pinze con 6 e 4 pistoncini (ant./post.) integrato dal sistema ABS Power Brakes. Gli pneumatici Michelin Pilot Super Sport sono della misura 245/45-18″ davanti e 315/35-20″ dietro.
Per quel che riguarda la carrozzeria, sarebbe più semplice elencare i pezzi che non sono stati modificati, in quanto i tecnici di Mascar Classic hanno ricostruito e sostituito qualsiasi parte di lamierato con altri di qualità superiore pur conservando l’aspetto originale. Le uniche differenze evidenti che non rispettano la Charger R/T di origine riguardano i paraurti anteriore e posteriore, rimodellati per consentire il posizionamento delle targhe europee, più basse e più larghe. Inoltre è diverso il pannello posteriore sotto lo spoiler, in quanto sono state necessariamente montate le luci della Chevrolet Impala del 1962, con gli indicatori di direzione di colore ambrato come prevede la normativa europea (negli USA sono rossi). Quelli della Charger ambrati non esistono. Un’altra maniacale opera d’arte è la verniciatura da parte di Ken Maisano che dopo una dozzina di ore di primer, ha finito la vettura con 4 mani di vernice a base di titanio e 4 mani di vernice trasparente.
[ Paolo Pauletta ]