Vendite milionarie delle varie Case d’asta in occasione dell’annuale Concours d’Elegance
Certo non è un record la vendita per 38 milioni di dollari di una Ferrari GTO – lo scorso anno uno stesso modello venne venduto per 50 milioni di dollari – però fa sempre un certo effetto constatare semmai ce ne fosse bisogno, che i gioielli del Cavallino sono le vetture più preziose e richieste del Mondo. È una questione di fascino di quei miti degli anni ’60 che facevano sognare chi a stento poteva permettersi una Fiat 600 e vincevano le corse sulle piste di tutto il Mondo. La loro linea muscolosa e quel rombo dei 12 cilindri con 6 carburatori doppio corpo ancora oggi fa venire i brividi alla schiena.
Ciò premesso, tra gli eventi mondani a margine del Concours d’Elegance di Pebble Beach c’erano anche alcune esclusive tornate d’asta organizzate da alcune importanti Case mondiali. Tra queste, Bonhams ha ottenuto un eccellente risultato globale avendo venduto diverse importanti auto per un totale di 400 milioni di dollari.
Tra queste, alcuni emblemi della Casa di Maranello, una GTO del 1960 (38 mld), una 250 MM del 1953 (7,2 mld), una 250 GT Cabriolet 1 serie del 1958 (6,8 mld), una 250 GT SWB Speciale del 1962 (6,8 mld), oltre naturalmente alla 512 BB/LM del 1981 di Fabrizio Violati (1 mld), la F2 Dino 166/246T del 1968 di Chris Amon (1,2 mld) e la F1 312 T3 del 1978 di Carlos Reutemann e Gilles Villeneuve (2,3 mld).
Questi importanti gioielli sono stati aggiudicati nella sala allestita presso il Quail Lodge Resort & Golf Club a circa 15 km da Pebble Beach, ma ciò che tocca di più il cuore è che tutti provengono dalla Collezione Maranello Rosso di San Marino che di fatto si priva di una parte importante della storia agonistica della Ferrari, in pratica tutta la collezione di Fabrizio Violati se ne è andata.
Purtroppo anche Fabrizio Violati ci ha lasciati nel gennaio del 2010 all’età di 75 anni e probabilmente questa è la ragione per cui anche la sua importante collezione di Ferrari ci lascia. Fabrizio Violati era un imprenditore romano, della sua famiglia l’acqua minerale Sangemini e Ferrarelle, almeno fino al 1987 quando sono state vendute alla Danone.
Era il 1947 e aveva 11 anni quando da spettatore vide sul circuito di Caracalla la prima vittoria in gara di una Ferrari, si trattava della 125 S V12 pilotata da Franco Cortese.
Da quel giorno si appassionò alle vetture del cavallino, anche se purtroppo non aveva ancora l’età per possederne una. Come tutti i giovani aveva però la passione per le corse e con una Vespa vinse il Campionato Italiano Regolarità. Raggiunta l’età per la patente si mise al volante di una Fiat 600 e poi di una Abarth 750, partecipando alle tanto in voga «gare in salita». Purtroppo un incidente lo costrinse sei mesi all’ospedale e anche a promettere ai suoi genitori che non avrebbe più corso.
Passano gli anni, ma non la passione per le auto, in particolare per la Ferrari, e nel 1965 acquista da Ernesto Prinoth per 2,5 milioni di lire la GTO con telaio 3851GT ora venduta per 38 milioni di dollari.
Si tratta della 19a GTO uscita dalle officine di Maranello tra i 250 esemplari della GT necessari per la Omologazione prodotti tra il ’62 e il ‘63, era l’11 settembre del 1962.
Il motore è V12 del tipo 168 con cilindrata di 2.953 cc e la carrozzeria è frutto della matita del maestro Sergio Scaglietti.
Da subito questa GTO intraprende la carriera agonistica pilotata dal suo primo proprietario Jo Schlesser al Tour de France Automobile, 5.500 km di corse dal 15 al 23 settembre nei più importanti autodromi di Francia. Il 7 ottobre, in un drammatico incidente sul circuito di Montlhéry nel quale rimane vittima il pilota Henri Oreller, la GTO subisce pesanti danni e viene inviata a Maranello per le riparazioni e la vendita. Il nuovo proprietario Paolo Colombo la fa esordire il 7 aprile 1963 nella corsa in salita Stallavena-Boscochiesa nuova dove ottiene un 7° posto assoluto. È una delle 14 gare del Campionato della Montagna e in ben 12 ottiene la vittoria di Classe.
L’anno successivo viene acquistata da Ernesto Prinoth che corre nello stesso Campionato per la Scuderia Dolomiti. Il 6 settembre del ‘64 Prinoth partecipa anche alla Coppa Inter Europa all’autodromo di Monza, ma un incidente la danneggia nuovamente. La GTO ritorna a Maranello e dopo le riparazioni passa nelle mani di Fabrizio Violati che ne mantiene la proprietà fino alla sua scomparsa, ovvero per 45 anni o 49 se consideriamo questi ultimi 4 anni dalla sua scomparsa nei quali era esposta nel suo museo Collezione Maranello Rosso.
Museo voluto da Fabrizio Violati nel 1989, dopo aver ricevuto l’approvazione del Drake, per conservare ed esporre la sua collezione di Ferrari che nel frattempo si era arricchita di altri prestigiosi modelli, praticamente tutti quelli venduti la settimana scorsa a Pebble Beach.
Oltre alla GTO sopra citata, è doveroso menzionare la 250 GT Cabriolet 1a serie esposta al Salone di Torino nel 1957. Si tratta della prima Ferrari Cabriolet realizzata dalla carrozzeria Pinin Farina che decise di aprire la 250 GT dopo aver visto il risultato ottenuto dal carrozziere Boano con la cabriolet esposta l’anno prima al Salone di Ginevra.
Di queste versioni cabriolet Speciali ne produsse 4 esemplari, uno dei quali venne acquistato dall’Aga Khan a maggio del ’57 mentre questo che porta il numero di telaio 0759GT venne inviato in Venezuela a richiesta del locale importatore Carlo Kauffmann nel gennaio del 1958. Nel 1991 venne acquistata da Fabrizio Violati ed esposta nel suo Museo di San Marino.
Un altro gioiello di Maranello venduto a Pebble Beach è la 250 Mille Miglia Berlinetta del 1953. È la 17a delle 31 MM prodotte e l’11a Berlinetta. Ha il telaio numero 0312 MM ed è la prima Ferrari carrozzata da Battista «Pinin» Farina. Il motore è il V12 da 3 litri per 240 cv, lo stesso della 250 TDF, 250 SWB e 250 GTO.
Questo esemplare uscì da Maranello il 1 luglio del 1953 per essere inviato all’importatore statunitense Luigi Chinetti che l’aveva venduta al suo cliente Bill Devin. Anche questa prestigiosa vettura dopo alcuni passaggi di mano ritorna in Europa e partecipa nel 1986 alla Mille Miglia storica prima di far parte della Collezione Maranello Rosso.
Emblematica dello sfaldamento della Collezione Maranello Rosso è la vendita a Pebble Beach anche della 512 BB/LM Bellancauto con la quale Fabrizio Violati aveva partecipato a numerose gare di Endurance e da 23 anni faceva parte della sua Collezione. L’aveva acquistata nel 1981 per la Scuderia Bellancauto di Roma ed è una versione da corsa derivata dalla 512 BB, ma con la cilindrata del motore Boxer a 12 cilindri portata da 4,4 litri a 5 litri con una potenza di 480 cavalli.
Con lui stesso alla guida, alternato da Maurizio Flammini e Spartaco Dini, la vettura debutta alla 1000 km di Monza di quell’anno. Seguono altre importanti gare Endurance tra le quali la 24 Ore di Le Mans, dove alterna la guida con Maurizio Flammini e Duilio Truffo. Il migliore piazzamento lo ebbe alla 6 Ore di Pergusa del 1981 dove con Truffo ottenne un brillante 6° posto assoluto.
Le Ferrari hanno dominato anche le altre aste che si sono svolte nel week-end del «Concours d’Elegance» di Pebble Beach. Molto importante quella di Gooding & C. dove è stata venduta per oltre 15 milioni di dollari una splendida 250 GT Spyder California del 1961 a passo corto (2.400 mm), lo stesso della SWB tanto per intenderci. La prima dei 55 modelli prodotti venne presenta al Salone di Ginevra del 1960.
Questo è uno dei 37 modelli venduti con l’hard-top, un accessorio molto raro e ricercato.
Il motore è il V12 da 3 litri da 280 cv, 40 cv in più rispetto alla versione con passo normale (2.600 mm) prodotta dal ’57 al ’60, anche questa rara vettura è dovuta alla matita di Sergio Scaglietti.
Meno successo ha avuto la Ferrari 365 P Berlinetta Speciale disegnata da Aldo Brovarone e prodotta in soli 2 esemplari da Pininfarina che è rimasta invenduta. A parte l’esiguo numero di esemplari prodotti, la particolarità di questa vettura è che ha 3 posti con quello di guida in posizione centrale. Inoltre, il motore V12 da 4,4 litri per 380 cv è il primo di questo tipo montato in posizione centrale su una vettura del Cavallino.
Questo esemplare con telaio 8.971 venne presentato come concept al Salone di Parigi del 1966, fa parte della collezione di Luigi Chinetti ed è praticamente nuovo avendo percorso soli 7.965 km.
Il secondo esemplare venne prodotto l’anno successivo per farne dono a Gianni Agnelli; la linea di questo concept venne poi ripresa per realizzare le Dino «206» e «246» del 1968.
Paolo Pauletta