Da una idea dell’editore John Barnes, dal 1991 si svolge in Florida il più importante raduno USA riservato alle vetture del cavallino e si chiama proprio «Cavallino Classic» questo evento che da 24 anni fa incontrare a Palm Beach proprietari e appassionati ferraristi di ieri e di oggi
Quest’anno a Palm Beach sono arrivate oltre 400 vetture provenienti da tutto il Mondo, preziosi gioielli, alcuni rari o addirittura pezzi unici, che per 4 giorni hanno entusiasmato le migliaia di appassionati giunti nella rinomata località balneare della Florida.
Nei primi 2 giorni, gli esemplari più sportivi, 290 MM, Testa Rossa, 250 GTO, 275 GTB e altri miti delle corse, hanno dato vita a spettacolari competizioni sui 3 km e 258 metri dell’International Raceway di Palm Beach. Al fine di rendere lo spettacolo ancora più galvanizzante, hanno partecipato a questa festa in pista anche altre «coetanee», come l’Alfa Romeo Tipo C 8C, Maserati 300S e Bugatti Type 35.
Il terzo giorno le Ferrari hanno sfilato davanti ad una giuria nel parco del Breakers Resort Hotel per il tradizionale Concorso di Eleganza. Tra i molti trofei assegnati nelle varie categorie, quest’anno per festeggiare il 60° anniversario della «Serie 375» è stata inserita la «375 Cup», meritatamente vinta da una 375 America Coupé Pinin Farina, seguita al secondo posto una 375 MM Spyder. Come «Best of Show», nella sezione Ferrari Competizione è stata eletta una Dino 166 P/206 P del 1965, mentre per le Ferrari Gran Turismo il trofeo è stato assegnato ad una 250 Europa GT Coupé Vignale del 1955.
Breve storia delle vincitrici
La 375 America Coupé, telaio 0293 AL, appartiene alla collezione di Jaime e Cecilia Muldoon. Costruita nel 1953, ha la carrozzeria realizzata da Pinin Farina ed è stata presentata al Salone di Parigi dello stesso anno nella finitura bicolore gray-blue abbinata al light gray per il tetto, con gli interni nella tonalità beige. Il suo primo proprietario, lo statunitense Howard B. Keck titolare della Superior Oil Co., la porta subito in California e là rimane fino al 1987 quando passa di mano e va in Arizona. Due anni dopo la acquista il collezionista Hans Thulin che la vernicia di rosso. Il 26 maggio del 1992, in una seduta d’asta di Brooks, viene venduta per 278.900 $. Aveva solo 10.000 chilometri. Un mese dopo viene acquistata dal collezionista messicano Jaime Muldoon, il quale al fine di riportarla nell’aspetto originale, la fa completamente restaurare dallo specialista Bob Smith di Gainesville in Texas.
Questo esemplare deriva dalla 250 Europa prima serie, della quale adotta un telaio praticamente uguale da 2.800 mm, ma con sigle diverse, 145 EU per la 250 Europa, 145 AL (America Lungo) per la 375 America. Il motore è un V12 chiamato «long block», sviluppato da Aurelio Lampredi, con la cilindrata di 4.522 cc e 3 carburatori doppio corpo Weber 40DCZ per una potenza di 300 cavalli. Il cambio è a 4 rapporti sincronizzati.
A causa del costo sensibilmente maggiore rispetto alla 250 Europa, delle 375 America vennero realizzati solo 10 esemplari con il numero di telaio da 0293 AL a 0355 AL. Con quest’ultimo telaio, Pinin Farina ha realizzato una versione speciale per Gianni Agnelli, che si differenzia per il radiatore anteriore verticale e un particolare disegno del padiglione che si raccorda con la coda, venne presentata al Salone di Torino del 1954.
La 375 MM Spyder, telaio 0382 AM, fu acquistata nel 1954 dal pilota William Spear il quale partecipa con Phil Hill alla 12 Ore di Sebring il 7 marzo dello stesso anno e in seguito ad altre gare fino al 1969. Il 1° maggio 1971 viene venduta ad un’asta di White&H. Gould a Radnor in Pennsylvania per 2.400 $. Solo 2 settimane dopo la acquista per 10.000 $ il fisico elettronico Jan Gunn, sua la scoperta dell’Effetto Gunn, grande appassionato di motori. Per diversi anni ha partecipato a gare in moto, correndo a fianco di piloti del calibro di Phil Read e Mike Hailwood. Nel 1976 acquista una Ducati 750 Imola Desmo e successivamente una Ducati 888 SP2 con le quali gareggia fino al 1990.
Con la 375 MM Spyder partecipa ad alcune gare sul circuito di Watkins Glen, poi nel 1974 la mette in vendita per 25.000 $. Non più competitiva in pista, per oltre 25 anni rimane dimenticata e abbandonata. Il 27 febbraio 2010 venne acquistata dall’imprenditore e collezionista austriaco Andreas Mohringer che la riporta allo stato originale e da quel giorno partecipa ai più importanti Concorsi Internazionali sempre con molto successo.
Allo stesso collezionista di Innsbruck appartiene anche la «Best of Show» Dino 166 P/206 P telaio 0834, esemplare unico prodotto da Ferrari nel 1965 con l’inedito marchio Dino in memoria del figlio del Drake prematuramente scomparso. Deriva dalla 166 P prodotta nello stesso anno e su questo telaio venne realizzato un altro esemplare unico, la Dino Berlinetta Speciale presentata al Salone di Parigi del ’65. La 166 P/206 P con i colori della Scuderia Ferrari debutta alla 1000 km di Monza il 25 aprile 1965 e continua la sua carriera agonistica vincendo indimenticabili corse in salita come la Trento-Bondone e Cesana-Sestriere con al volante il grande campione Ludovico Scarfiotti che si aggiudica il Campionato Europeo della Montagna del ’65. Rispetto alla 166 P che ha un motore V6 da 1,6 litri e 175 cv, la 206 P si dimostra molto più competitiva con il suo motore da 2 litri per 205 cv, l’anno seguente sarà sostituita dalla 206 S, esteticamente molto simile e con lo stesso motore, ma con 220 cavalli.
L’altra «Best of Show», ma nella Categoria Gran Turismo, è la 250 Europa GT Vignale realizzata nel 1955 per la Principessa Liliane de Rethy, seconda moglie di Re Leopoldo III del Belgio ed è anche l’unica 250 Europa GT realizzata dal carrozziere torinese. Le altre furono costruite da Pinin Farina, anche in alluminio per le corse, oltre a due Berlinetta Speciale.
La base è il nuovo telaio 0359GT, il secondo dei 44 (GT) prodotti da Ferrari nel 1954 con il passo più corto di 200 mm (2.600 mm) rispetto alla 250 Europa che aveva il passo di 2.800 mm e la sigla EU. Questa riduzione del passo è stata possibile grazie all’adozione del nuovo motore «short-block» di Gioacchino Colombo, il V12 da 2.953 cc per 200 cv, primo motore «quadro» Ferrari (corsa 68 mm x alesaggio 68 mm). Il cambio a 4 rapporti e il differenziale, sono quelli della 342 America. Negli ultimi anni questa «fuoriserie» è sempre rimasta negli Stati Uniti, dove nel 2012 è stata sottoposta ad un accurato restauro da parte di Motion Products, punto di riferimento negli USA per il restauro di Ferrari, prima del debutto in tutto il suo splendore al Concorso di Eleganza di Pebble Beach del 2012.
[ Paolo Pauletta ]