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Panini e Maserati: una storia d’amore

Una storia d’altri tempi: un intreccio fra fratelli, emigrazione, vacche, ritorni, figurine, Maserati, De Tomaso e… Museo

Panini è sinonimo soprattutto di figurine ma anche dei fratelli Umberto e Giuseppe (brillante enigmista e fondatore, con gli altri fratelli Benito e Franco Cosimo di quello che sarebbe poi diventato un impero) ma forse è proprio Umberto che, con il suo rientro in Italia contribuì alla diffusione di quelle figurine che segnarono la fanciullezza di tanti bimbi e non solo, allora orbi di computer.

Ce l’ho – mi manca – che figurina vuoi in cambio” erano frasi che punteggiavano pomeriggi nei quali, davanti a mucchi di doppioni ed album ancora incompleti, i ragazzi si impegnavano in serrate trattative che i loro padri avevano fatto ai tempi del «FeroceSaladino».

Ma Panini è principalmente sinonimo di una sagra famigliare protagonisti i 4 fratelli che ad un certo punto della loro vita si sono riuniti sotto la bandiera delle figurine, ma facciamo un passo indietro con Umberto che, nato nel 1930 penultimo di 8 fratelli, dopo aver vissuto a Modena a pane e meccanica sino al 1957, partì per il Venezuela dove, a Maracaibo, aprì un’officina dal crescente successo e venne raggiunto nel 1959 da Tina, la moglie sposata per procura: l’intenzione di rientrare in Italia proprio non c’era tanto che quando nel 1963 venne richiamato a Modena dal fratello Giuseppe, lasciò il Venezuela con il biglietto di ritorno in tasca benché il fratello gli avesse scritto “…l’America è qua”.

In effetti Giuseppe aveva ragione: in Italia la fine degli anni ’50 finalizzava la ricostruzione postbellica e consolidava l’inizio di una ripresa talmente tumultuosa da essere stigmatizzata come il boom italiano degli anni ’60.

Una volta in Italia, mentre moglie e figlia vennero accolte nel clan Panini, lui si trovò preso dalla «Edizioni Panini» che per rispondere alla crescente domanda del mercato, trasformava 700 quintali di carta al giorno in figurine che poi doveva spedire in Italia e non solo con evidenti problemi derivanti dall’imbustamento manuale: per questo ideò e realizzò la «Fifimatic» una macchina per l’imbustamento veloce che sarebbe divenuta nota in tutto il mondo: grazie alle sue doti di tecnico, inserite in un’azienda famigliare coesa, arriva la leadership internazionale nel settore delle figurine da collezione. Ne avevano percorsa di strada i fratelli Panini da quel chiosco aperto nel 1945 a Modena in corso Duomo e dalla successiva nascita, nel 1954, dell’Agenzia Distribuzione Giornali Fratelli Panini.

L’Azienda venne gestita fino al 1988 dalla famiglia Panini che la portò ad un fatturato annuo di 100 miliardi di lire prima di essere ceduta al Gruppo Maxwell per essere poi rilevata, nel 1992, da Bain Gallo Cuneo e dalla De Agostini.

Nel frattempo Umberto Panini fonda – Argentina ancora nel cuore – l’azienda «Hombre» per la produzione di un Parmigiano Reggiano Dop «come lo si fa da sempre» quindi secondo natura (dall’alimentazione delle proprie mucche, al conferimento del latte alla lavorazione e stagionatura del formaggio in azienda e relativa vendita) ma con l’aiuto della tecnologia più avanzata.

L’Azienda diviene una delle più importanti e prestigiose del territorio (6.000 kg di latte al giorno vengono trasformati in 12 forme da 15 dipendenti responsabili dell’intero ciclo di produzione).

Qualcuno potrebbe pensare che ci siamo dilungati un po’ troppo su quest’ultimo aspetto ma il fatto è che Umberto proprio all’interno della sua azienda agroalimentare «Hombre», ha voluto costituire il suo Museo.

La complessa storia (all’italiana) del Museo Maserati

Un museo dell’auto e moto visitato ogni anno da migliaia di appassionati di tutto il mondo che nasce dalla storia – invero travagliata – della Collezione di auto Maserati voluta dalla famiglia Orsi, proprietaria della Casa del Tridente, che nel 1965, decise di esporla al pubblico dopo averla allestita secondo un criterio di raccolta museale in uno spazio riservatole all’interno dello stabilimento modenese di Viale Ciro Menotti che oggi si presenta così.

Quando nel maggio del 1993 la F.I.A.T. acquistò la Maserati dal gruppo De Tomaso, la Collezione, nonostante la sua collocazione, rimase di proprietà della preesistente ed originaria Società Officine Alfieri Maserati S.p.A. di proprietà di De Tomaso, nel dicembre 1994, in occasione degli 80 anni della Maserati, venne allestita una mostra al Motor Show di Bologna e a Modena venne inaugurata ed aperta al pubblico la nuova sede del Museo nell’edificio direzionale dello stabilimento che ospitava così 19 auto e 15 motori Maserati.

Nel luglio 1996, De Tomaso richiese che la Collezione del Museo gli venisse restituita ma la Maserati, nell’accettare la richiesta, chiese a sua volta che le venissero venduti i 15 motori, che quindi rimasero esposti all’interno dell’Azienda modenese, mentre le 19 automobili partirono alla volta di Londra per essere messe all’asta dalla Brooks secondo le disposizioni dell’industriale argentino (data dell’incanto 2 dicembre 1996).

La notizia di una sicura frammentazione e dispersione di prezioso materiale facente indissolubilmente parte della storia di Modena, toccarono profondamente appassionati ed autorità tanto che l’allora Ministro dei Beni Culturali Walter Veltroni, il Sindaco di Modena, Giuliano Barbolini e le associazioni locali si attivarono immediatamente per evitare tale scempio. Il problema venne esposto alla famiglia Panini e, poco prima del 2 dicembre, la Casa d’aste Brooks annunciava che la Collezione Maserati veniva ritirata dall’asta per tornare nella città di origine, ospite questa volta dei locali di proprietà della famiglia.

La Collezione Umberto Panini oggi

Da allora la Collezione delle 19 autovetture storiche Maserati è fruibile presso il Museo denominato CUP (Collezione Umberto Panini) che per l’esattezza conserva:

– periodo pre-bellico: una 6C 34 del 1934, una 6CM del 1937

– periodo 1950/1970: una A6GCS 53 «Berlinetta PininFarina» 1953, una A6G 54 2000 del 1954 vestita da Allemanno, una 250F V12 del 1957, una 3500 GT del 1958, una Tipo 420/M/58 Eldorado del 1958, una Sport 61 Birdcage del 1961 carrozzata da Drogo, una Tipo 63 V12 Serenissima del 1961, una GT Mistral Coupé del 1965, una GT Ghibli Coupé del 1968, il prototipo Simun del 1968, una Ghibli GT Spyder del 1970,

– periodo 1971/1996: una Bora del 1971, il prototipo Tipo 124 Italdesign, una Khamsin GT del 1975, un Prototipo della Merak SS Turbo, una Quattroporte Royale, il Prototipo Chubasco del 1990, la maquette della Barchetta Stradale del 1991 ed infine la Ghibli Open Cup del 1996.

La maggior parte di queste auto viene fatta partecipare a raduni, mostre, concorsi e manifestazioni su strada riservate a vetture d’epoca.

Attualmente il Museo fa parte del «Discover Ferrari and Pavarotti Tour», organizzato per far scoprire un gran numero di eccellenze del territorio modenese: Ferrari coi suoi musei, il Museo di Casa Pavarotti, aziende eccellenti del settore alimentare con Aceto Balsamico tradizionale, Parmigiano Reggiano, vino Lambrusco, salumi ed il loro Museo e monumenti e luoghi magici a Modena, Maranello, Sassuolo e Nonantola.

Per accedere al Tour occorre acquistare un voucher che dà diritto al ritiro di un «passaporto» dotato di microchip di riconoscimento valido 48 ore, compresi accessi ai musei ed alle strutture aziendali visitate.

Il costo del passaporto è di 60 euro per gli adulti, 30 per tutti i ragazzi fino a 18 anni, 20 per chi non ha ancora compiuto i 18 anni mentre per gli studenti con il passaporto promozionale il costo è di 40 euro; la validità può essere estesa di più giorni con un costo aggiuntivo di 25 euro al giorno.

Infine la Collezione Umberto Panini è visitabile gratuitamente solo previa prenotazione da marzo a ottobre (escluso agosto) dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30, il sabato dalle 9.30 alle 12.30 (chiusura il sabato pomeriggio e la domenica) mentre per i Gruppi e per le aperture straordinarie è obbligatoria la prenotazione. Ciliegina sulla torta la fruibilità di un ampio parcheggio

[ Giovanni Notaro ]

 

◘ Il Tour Operator Collegato è: Modenatour, Via Scudari, 10 – 41121 Modena – Italia

Contatto: Francesca Stradi  – Tel: +39 059.220022  –  Email: info@modenatur.it

 

 

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