Nella pratica della pesca sportiva la scelta della motorizzazione deve sempre considerare l’area in cui si opera e le diverse tecniche che si intendono praticare. Scopriamo assieme vantaggi e svantaggi dei principali tipi di propulsione
Molti pescatori tendono oggi, erroneamente, a considerare come barca ideale i grossi e potenti Fisherman americani per la pesca d’altura, indipendentemente dal tipo di pesca che si desidera praticare. Questo è un errore di valutazione non da poco, in quanto è difficile che una barca costruita appositamente per la pesca in oceano sposi alla perfezione le esigenze del mare nostrum. Ormai il mercato nautico propone imbarcazioni per ogni gusto ed esigenza, in modo da venire incontro ad ogni pescatore, anche di quelli che non possono sfuggire ai ritmi di vita più frenetici che contraddistinguono questo periodo. Poiché le attività di pesca e diporto sono sempre più condizionate dallo scarso tempo a disposizione, anche i motori marini sono stati adeguati alle situazioni di oggi, con potenze sempre più elevate in modo da permettere spostamenti rapidissimi ma con consumi relativi sempre più bassi, in perfetta sintonia con la nostra epoca.
Ad oggi, il piccolo gozzo con il vecchio diesel in traina lenta, per quanto affascinante, sembra essere del tutto superato, perlomeno per coloro che, non potendo sfuggire ai propri impegni professionali, debbono superare la corsa per il rientro prima in porto e poi in città. Questo però mal si concilia con diverse tecniche di pesca come l’appena citata traina nelle quali è necessario poter mantenere delle velocità minime bassissime senza che la meccanica del motore ne risenta ed in questo la tecnologia ha fatto davvero passi da gigante…
Fuoribordo
Negli ultimi anni, spinte da legislazioni sempre più severe in tema di protezione ambientale, le principali case produttrici di motori fuoribordo hanno investito tempo e denaro per rendere più performanti e meno inquinanti i propri propulsori. I moderni quattro tempi a benzina, che oggi riescono a sviluppare potenze di oltre 300 cavalli, hanno costi di gestione assolutamente accettabili ed emissioni di gas inquinanti molto ridotte rispetto ai vecchi due tempi ad iniezione elettronica.
I vantaggi offerti da questa tipologia di motori sono il guadagno di spazio nel pozzetto, rumorosità e vibrazioni più contenute rispetto al passato, altissime prestazioni e più facile accessibilità delle parti soggette a manutenzione. Nelle classiche imbarcazioni open, le più utilizzate per la traina nel Mediterraneo, il fuoribordo trova la sua migliore applicazione, ma per riuscire a mantenere le basse velocità richieste da questo tipo di pesca (specie quella con il vivo) è consigliabile che accoppiare il propulsore principale ad un più piccolo motore ausiliario, ad esempio un 4 tempi da lavoro, tipo quelli in genere installati su lance a bassa stazza destinate al trasporto di passeggeri, con potenze di 10 o 15 cv, poco rumorosi, economici nei consumi e meccanicamente molto resistenti.
Altri vantaggi della motorizzazione fuoribordo (di ben altro tipo in questo caso…) li troviamo nella pesca d’altura, dove le alte potenze garantite permettono di raggiungere in tutta sicurezza le poste situate a diverse decine di miglia dalla costa. L’unico grande difetto di questo tipo di motori – ovviamente nel contesto che stiamo trattando e non certo in generale – consiste nel posizionamento delle eliche, immediatamente fuori dallo specchio di poppa. Tale collocazione costringe il pescatore a recuperi molto accorti per non vedere la propria lenza tagliata di netto dalle eliche e la propria preda svanire verso il blu profondo!
Entrobordo
I motori entrobordo con propulsione in linea d’asse, continuano ancora oggi ad essere i più gettonati da coloro che utilizzano la barca tutto l’anno, o che comunque passano molte ore a bordo. Questo tipo di collocazione presenta all’atto pratico, in particolare durante l’azione di pesca, il grande vantaggio di poter contare su una poppa completamente libera e poter quindi recuperare le prede con 180° di spazio a disposizione, sia in piedi che in sedia da combattimento.
La scelta del tipo di alimentazione privilegia quella a gasolio per i consumi ridotti, per il costo relativamente contenuto del carburante e per l’indubbia robustezza dei propulsori diesel che, girando fra l’altro meno di quelli a benzina, hanno una vita decisamente maggiore.
Di contro il costo iniziale è più salato, sia per il prezzo stesso del motore, che per la maggiore complessità che comporta l’istallazione in barca da parte del cantiere. L’entrobordo è la tipica motorizzazione dei grandi cabinati, ma negli ultimi tempi il raggio d’impiego si è allargato anche ai piccoli Fisherman e ai Walkaround made in Italy. Rispetto al fuoribordo ha lo svantaggio di rendere la barca più pesante e molto meno maneggevole nelle manovre, anche con doppia motorizzazione.
Durante l’azione di pesca il problema della velocità minima può essere risolto in maniera pratica e definitiva ricorrendo al trolling valve, una demoltiplica che – installata negli invertitori idraulici – consente di ridurre il rapporto dell’invertitore stesso, permettendo di ottenere velocità minime costanti vicine al nodo, senza nessun problema per il motore. Ad oggi questa è la soluzione migliore per gli entrobordo di grossa cilindrata, ma è importante che l’istallazione venga fatta da soggetti esperti in questo tipo di motori ed installazioni.
Entrofuoribordo
La motorizzazione meno utilizzata dai pescatori, ma non per questo la meno valida. Gli entrofuoribordo sono caratterizzati da ottime prestazioni, discreta durata nel tempo, sono motori scattanti e maneggevoli sia in manovra che durante l’azione di pesca, ma il piede poppiero è fuori dalla linea dello specchio di poppa mettendo in serio pericolo, come nel caso del fuoribordo, le lenze.
Mono o bimotore?
Lorenzo Gentile