Aumenta la convergenza tecnologica tra automotive e telecomunicazioni e di conseguenza crescono le partnership tra colossi delle rispettive aree industriali per affrontare con successo la sfida delle smart city di domani
L’ultimo dato in ordine cronologico che ci segnala che la metamorfosi dell’automotive sta correndo molto veloce, lo si trova leggendo in filigrana alcuni dati di borsa. Il riferimento diretto è a Toyota che sale al 12,7% nel capitale KDDI, colosso della connettività mobile, con un investimento di 500 milioni di dollari.
Non si tratta di una operazione finanziaria speculativa ma di un rafforzamento di una partnership industriale orientata ad accelerare la ricerca e sviluppo di piattaforme che consentano comunicazioni ottimali tra città, case, persone e automobili man mano che le tecnologie di comunicazione si evolvono, inclusi 5G e 6G.
La Casa giapponese che ha come orizzonte di riferimento la città di domani, la woven city, sembra non aver dubbi sul suo cambio di ruolo: da “ex costruttore tradizionale a ispiratore e fornitore di innovativi servizi per la mobilità”.
Certamente è in atto una mutazione genetica dei costruttori di Auto. Da produttori di icone di stile e libertà a fornitori di servizi per la mobilità a 360 gradi. I costruttori di auto, che oggi potremmo chiamare «tradizionali», sanno bene che è in corso un cambiamento epocale nel loro settore. Fondamentalmente si tratta del rapido cambiamento dello scenario tecnologico. Potremmo dire che per i costruttori di auto si tratta di passare velocemente da un approccio hardware ad uno software.
I coniugi Toffler, negli anni Settanta con la pubblicazione di «Lo shock del futuro» anticiparono che il ritmo del cambiamento sarebbe diventato tanto importante quanto il suo contenuto, e in effetti oggi i due aspetti sono di fatto inscindibili. La telefonia mobile, per esempio, può farci sentire invincibili, e tuttavia renderci vulnerabili a nuove patologie come la «nomofobia» (la paura incontrollata di non avere a portata di mano il proprio cellulare e di rimanere dunque sconnessi dalla rete). Il 58 per cento degli appartenenti alla generazione Y rinuncerebbe al proprio senso dell’olfatto piuttosto che al cellulare: ormai questo dispositivo non rappresenta soltanto la nostra linea di comunicazione con il mondo, ma ci organizza la vita.
Toyota anticipatrice di un nuovo paradigma tecnologico? Molto probabile.
[ Gabriele Bordon ]