Partendo dalla base dell’icona Classe G280 della stella a tre punte, i fratelli Protano dell’officina Tekno Auto 4×4 di Colfelice, sono riusciti a realizzare un prototipo interessante con motore Jeep V8 da circa 380 cavalli. Un mezzo inarrestabile in grado di assicurare grandissime prestazioni e divertimento a più non posso
Chi sceglie una Mercedes Classe G (“G” sta per Geländewagen, cioè fuoristrada) lo fa innanzitutto per passione, pur sapendo che quest’auto è un 4×4 abbastanza raro e costoso per il quale è anche difficile trovare i pezzi di ricambio per un’eventuale elaborazione, ma che una volta preparata a dovere diventa davvero insuperabile. Ed è stata proprio la passione per lo storico marchio della stella a spingere il proprietario Stefano Bartoli ad acquistare questo prototipo circa cinque anni fa, nonostante fosse già in possesso di un’altra Classe G. Un amore per un’auto che non tutti comprendono subito, viste le sue forme molto squadrate progettate per impieghi militari, che spiegano il perché della sua robustezza.
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Corpo vettura
Gli interventi effettuati sono stati decisamente drastici ed invasivi, e dell’originale Mercedes Classe G è rimasto molto poco… La carrozzeria è stata tagliata in tutti i punti critici per aumentare gli angoli di attacco e di uscita e scongiurare contatti con i grossi pneumatici durante i twist più accentuati. Sono state eliminate anche le portiere per favorire un più rapido ingresso a bordo, in pieno stile XTC! Il roll-bar esterno è davvero ben progettato e, oltre ad essere dotato del classico anello per il passaggio del cavo del verricello centrale, abbraccia tutta la carrozzeria offrendo la massima protezione in caso di spiacevoli ribaltamenti. Funge, inoltre, da bull-bar nella zona centrale (accogliendo 4 faretti di profondità) e prosegue lungo le fiancate proteggendo i sottoporta con delle robuste pedane in acciaio.
I verricelli presenti sono ben tre (tutti caricati con cavi tessili), all’anteriore un Superwinch a comando idraulico, dietro la cabina un Come UP DV 9.000, che permette di realizzare tiri difficili o con angolazioni particolarmente accentuate, e al posteriore il potente Warn CE M8274. Come si può vedere anche dalle immagini, tutta la parte posteriore della carrozzeria è stata tagliata per garantire maggiore stabilità all’auto e abbassare quindi il baricentro specialmente nei passaggi in laterale. Questa soluzione ha anche un altro vantaggio: dietro ai piloti è stato infatti ricavato lo spazio per il serbatoio della benzina e il radiatore del motore (posizionato in questa zona per evitare pericolosi accumuli di fango e quindi conseguenti surriscaldamenti), con due ventole, una a comando manuale l’altra ad accensione automatica.
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Interni
Molto semplici ed essenziali, gli interni della vettura presentano tutti i comandi principali a portata di mano, pratici e veloci da utilizzare. Comodi e avvolgenti i sedili sportivi della OMP con rivestimento in pelle, presentano le cinture di sicurezza a quattro punti dedicate, necessarie nei passaggi più impegnativi vista l’assenza degli sportelli!
Il cruscotto ingloba un grosso contagiri della Pilot, che permette di avere sott’occhio anche la temperatura dell’acqua, la pressione e la temperatura dell’olio. Il volante è rimasto originale, una scelta apprezzabile che conferisce un pizzico di classe in più a questo prototipo. Azzeccata anche l’idea di dotare il freno di un secondo pedale di azionamento, in modo da avere più superficie d’appoggio per il piede. Il tunnel centrale presenta i comandi per l’azionamento delle ridotte, dei blocchi dei differenziali e i telecomandi dei verricelli posteriori. Sulla plancia invece, troviamo il pulsante per il verro anteriore, lo stacca-batteria, i fari supplementari, le ventole del radiatore e lo start. Completa il tutto un estintore, una strop e relativi grilli, un cavo tessile di riserva e una lampada leggi-note.
Motore e trasmissione
L’originale motore 6 cilindri da 156 cavalli della 280 GE è stato rimpiazzato da una unità a dir poco esuberante: un 8 cilindri da 5,3 litri ad iniezione elettronica di derivazione Jeep Grand Cherokee. La potenza si aggira ora intorno ai 380 cavalli e la stratosferica coppia disponibile sin dai bassissimi regimi permette di superare ostacoli anche di un certo spessore, spesso senza neanche ricorrere all’utilizzo delle marce ridotte. Lo scarico è totalmente a voce libera ed esalta ancora di più il suono di questo V8, anche se con una certa fumosità. La trasmissione è rimasta quasi del tutto originale, solamente i semiassi sono stati rimpiazzati con quelli della serie W 463, perché giustamente ritenuti più robusti. L’impianto frenante prevede i classici (e un po’ obsoleti) tamburi al retrotreno, mentre all’anteriore è un impianto con dischi Brembo, perfetto per tenere a bada tutta la cavalleria.
Sospensioni e pneumatici
A questo prototipo è stato donato un assetto base per la Mercedes Classe G, ovvero il kit di rialzo completo della XT Automotive da +6 cm che, se per una “G” di serie è in grado di assicurare una buona mobilità ed una escursione notevoli, accoppiato ad un prototipo del genere ne penalizza di molto le performance nei percorsi più impegnativi, come i passaggi su fondi duri (rocce) o durante le violente accelerazioni, dove le molle e gli ammortizzatori idraulici entrano in forte crisi. Il reparto pneumatici monta elementi di prima qualità: i cerchi in acciaio originali Mercedes, con flangia anti-stallonamento esterna, sono equipaggiati con gomme Simex Extreme Trekker di misura 35/10.5/R16, che garantiscono il massimo grip soprattutto sui fondi viscidi e sdrucciolevoli.
Considerazioni
Questa Mercedes Classe G è il risultato di una passione allo stato puro e i ragazzi dell’officina Tekno Auto 4×4 di Colfelice l’hanno realizzata per soddisfare le esigenze del suo proprietario, che desidera solo il massimo. Un giudizio su una 4×4 come questa può essere difficile in quanto la base di partenza è la Mercedes Classe G, ossia uno dei fuoristrada più prestanti di sempre.
Le numerose modifiche hanno completamente stravolto il progetto originario e il comportamento dinamico, e adesso anche la guida nei brevi trasferimenti su asfalto, richiede discreta attenzione. Certo non stiamo parlando di un fuoristrada da poter utilizzare tutti i giorni, bensì di un mezzo estremo che lascia impressionati per la potenza del propulsore e la complessiva robustezza generale. Decisamente sottotono l’assetto, non garantisce la giusta escursione e non è in grado di sopportare le sollecitazioni del propulsore. Un kit con dei più performanti coilover sarebbe stata sicuramente la scelta giusta. Ad aiutare, per fortuna, ci pensano i due blocchi dei differenziali e i tre verricelli.
In definitiva un bel “giocattolone”, esemplare unico, vero e proprio oggetto del desiderio per molti fuoristradisti.
Lorenzo Gentile
foto dell’autore