La cifra è doppia, l’ottimismo invece no!
Il Ministero dei Trasporti ha registrato nel mese di gennaio 131.385 immatricolazioni di autovetture nuove, pari ad un +10,9% rispetto allo stesso mese del 2014 che aveva anch’esso fatto registrare una crescita del 3,8% dopo anni di vacche ancora più magre.
Federauto ritiene questo sia dovuto non tanto ad una ripresa della domanda da parte dei privati, ancora in stagnazione, quanto agli acquisti da parte delle società di noleggio. La Federazione, che ricordiamo rappresentare i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia, ritiene che il vero recupero avrà luogo solo in presenza di una effettiva e sensibile ripresa della domanda da parte delle famiglie che a quel punto traineranno anche “il popolo delle Partite IVA”.
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Ed ancora “Negli ultimi giorni vi sono state autorevoli dichiarazioni orientate a considerare realistico per il nostro Paese un quadro macro economico in evoluzione positiva. Ma sappiamo che queste previsioni sono principalmente fondate su fattori esterni, in primis la politica monetaria della BCE, la svalutazione dell’euro e la diminuzione del prezzo del petrolio. Quello che ancora non sappiamo è se e in quale misura muterà la politica di forte selettività del credito da parte delle banche nei confronti di famiglie ed imprese e quali scelte farà il Governo italiano in materia di politica fiscale. Sono questi gli elementi veri su cui si gioca il rilancio dei consumi e, nella specie, la ripresa del mercato automobilistico. Su questo è noto che abbiamo delle idee e ci auguriamo di poterle presto riesaminare con il Governo. E se invece avessimo sbagliato previsione e ci si prospettasse un anno roseo? Semplice: saremo contenti di esserci sbagliati“.
Comunque tutti concordi nell’attribuire la positività del dato di gennaio al settore del noleggio come dimostrato dal fatto che le circa 10.000 vetture immatricolate in più rispetto al gennaio 2014 rappresentano una crescita di ben il 54,2%, che consente alla quota di mercato di raggiungere il 21% (+ 6% circa rispetto al gennaio 2014).
Se guardiamo all’andamento degli acquisti (concentrati prevalentemente sui segmenti che coprono dalle city-car alle medie) da parte dei «noleggiatori» per macro aree, vediamo il Nord Est in testa (+30% in volume e +32,7% nel numero di vetture immatricolate), seguito dal Centro Italia, che cresce del 7,3%. Stabili in volume, con riduzioni di quota, le immatricolazioni nel Sud e nelle Isole dove è più evidente l’effetto della stagnazione dei consumi delle famiglie.
Le immatricolazioni del nuovo da parte delle società fanno registrare +8,4% in volume che, se rapportato al +10,9% complessivo del mercato, deve essere anch’esso interpretato in maniera prudenziale.
Lo sconforto subentra dalla conferma del perdurare della crisi delle famiglie dimostrato dalle misere 1.600 auto in più rispetto al pari periodo 2014 il che corrisponde ad un meno 5,5 in termini percentuali (62,5% gennaio 2015, 68% gennaio 2014).
In flessione anche il mercato dell’usato (autovetture) che ha fatto registrare, al netto delle minivolture, 351.869 passaggi di proprietà con un calo del 2,3% rispetto alle 360.050 unità trasferite al gennaio 2014; oggi non si acquista più un’auto potenzialmente inquinante, sia pure in ottime condizioni, dovendo aggiungere al valore di acquisto ingiustificate spese di passaggio (che spesso incidono fortemente sul valore dell’auto da acquistare) con la prospettiva, se si vuole circolare, di dover installare – non certo gratis – un impianto a GPL o Metano il cui acquisto non viene incentivato dal Governo in alcun modo, neppure abbattendo la tassa di possesso le cui maggiorazioni sono calcolate sulla classe «Euro» di appartenenza indipendentemente dal montaggio o meno di questi tipi di alimentazione (una beffa nella beffa…da una parte mi fai circolare perché inquino poco, dall’altra mi aumenti le tasse perché, in base alla classe di appartenenza, potrei inquinare molto di più: una sorta di schizofrenia fiscale che ci mette sempre più a disagio).
Ciononostante, l’andamento di GPL, ibride ed elettriche fa registrare una crescita a cifra doppia e questo perché, al di là di tasse e balzelli vari, la convenienza di queste alimentazioni alternative è indubbia.
Va poi sottolineato il pessimo andamento 2014 degli incassi IVA dal settore auto, con una perdita per le casse dello Stato di oltre 1 miliardo di euro (-18,5%) rispetto al 2010, ultimo anno di validità della campagna incentivi statali, come dire insistiamo a spremere il limone e facciamoci male da soli (superbollo, simbolicamente e demagogicamente docet…).
[ Giovanni Notaro ]