Continua la nefasta serie rossa dei dati sul mercato automobilistico dell’Europa Occidentale (EU + EFTA + UK). In novembre nell’area sono state immatricolate 864.119 autovetture con un calo del 17,5% sullo stesso mese del 2020, ma rispetto alla situazione ante pandemia, cioè rispetto al novembre 2019, la contrazione è del 28,7%. Calo questo che è in linea con la contrazione che si riscontra per i primi 11 mesi dell’anno, che, rispetto al 2019, è del 25,6%.
Si può dunque affermare, sostiene Gian Primo Quagliano, Presidente del Centro Studi Promotor, che il mercato dell’auto dell’Europa Occidentale, mentre l’economia sta recuperando, procede a tre cilindri. Il calo infatti tra gennaio-novembre 2021 e gennaio-novembre 2019 è infatti del 25,6%. Diverse sono le cause di questa situazione. Intanto in tutta Europa, anche se l’automobile si conferma come il mezzo più sicuro contro la possibilità di contagi nei viaggi, la mobilità ha subito una forte contrazione dovuta essenzialmente alle misure adottate contro la pandemia eauto mercato al timore della gente per i contagi. A ciò si aggiunge che in tutta Europa si sta abbattendo sul settore dell’auto un vero e proprio tsunami: la crisi nei semiconduttori, che aggiunge ai problemi della domanda anche problemi per l’offerta, che è fortemente penalizzata da fermate produttive per carenza di semiconduttori.
Nei primi 11 mesi del 2021 soltanto i piccoli mercati dell’Islanda e della Norvegia fanno registrare una crescita delle immatricolazioni. Tutti gli altri mercati dell’Europa Occidentale sono in rosso, compresi quelli dei 5 maggiori Paesi che assorbono 7 auto per ogni 10 vendute. La Germania, sempre rispetto al 2019, chiude il consuntivo gennaio-novembre con un calo del 28%, la Francia perde il 25,1%, l’Italia il 22,8%, la Spagna il 32,9% e il Regno Unito il 28,8%.
Per quanto riguarda le prospettive per il 2022 per il mercato italiano, il Centro Studi Promotor ha diffuso ieri le sue previsioni ipotizzando un volume di immatricolazioni di 1.500.000 unità nell’intero anno, con un calo rispetto al 2019 del 21,7%. Quello che viene sarà dunque il terzo anno consecutivo di passione per il mercato italiano dell’auto e non ci sono ragioni per ipotizzare che la situazione sia diversa nell’intera Europa Occidentale.
Data l’importanza del settore e del suo indotto e il suo peso sull’economia dell’area, appare assolutamente necessario che a livello di Unione Europea si decida nei termini più brevi possibili il varo di una politica di sostegno per l’intero settore.
Per l’Italia il Centro Studi Promotor ha ieri proposto una nuova campagna di rottamazione per le auto di oltre 10 anni di età con acquisto di una nuova auto euro 6d con emissioni fino a 135 grammi di CO2 o di un’auto elettrica o ibrida a zero o basso livello di emissioni di CO2. Il Centro Studi Promotor ha anche proposto che si metta a punto al più presto un piano per la transizione all’elettrico che, al di là dei proclami, affronti concretamente e credibilmente tutti i problemi reali della transizione all’elettrico ed indichi le soluzioni per affrontarli. In mancanza di un piano di questo tipo, ha affermato Gian Primo Quagliano, la transizione all’elettrico rischia di diventare una pia intenzione. La ricetta che il Centro Studi Promotor propone per l’Italia vale anche per l’Europa Occidentale.