I protagonisti di questa storia sono la Scuderia Baldini, bella realtà romana del tuning, del restauro e delle «one off» – che quest’anno festeggia l’invidiabile e prestigioso traguardo dei 47 anni di attività aziendale – e sua maestà la Ferrari Testarossa nelle sue varie versioni
L’atelier rampante
Così vengono familiarmente chiamati a Roma i reparti officina e carrozzeria della Scuderia Baldini dove, oltre ai «normali» lavori di carrozzeria e restauro delle più svariate supercar, Ferrari in testa, si realizzano anche «one off» partendo da basi più che blasonate per ottenere esemplari unici, per la gioia dei loro fortunati proprietari.
La «Scuderia Baldini», che ha ottimi rapporti con la Ferrari, pur amando e rispettando le regole del marchio del Cavallino rampante, non ha mai richiesto l’autorizzazione della Casa del Cavallino, in modo da operare senza restrizioni nel settore in cui sono specializzati, quello delle supercar.
Da questo atelier infatti passano, oltre alle Ferrari, anche Aston Martin, Lamborghini, Maserati, Audi, BMW, Mercedes e Porsche. In altre parole, il Gotha dell’automobilismo mondiale che Baldini elabora, spesso a livello di esemplari unici, per i suoi più affezionati clienti, comunque senza mai stravolgere le linee originali. L’esemplare di partenza, infatti, deve essere sempre immediatamente riconoscibile, e, in merito alla “spesa”, i costi sono indubbiamente elevati in funzione del lavoro da svolgere ma – come lo stesso Baldini tiene a sottolineare – mai speculativi, nonostante le ore che diventano settimane e queste mesi e poi, spesso, anni…
E vale anche ricordare che, nonostante l’acerrima rivalità tra Maranello e Stoccarda, fu proprio la stessa Porsche che ebbe espressioni di grande apprezzamento per Giordano Baldini (ex pilota e mago carrozziere nonché autore e compositore musicale) in occasione della trasformazione di una Porsche «911» in una «959» (il «pezzo» originale venne realizzato in soli 200 esemplari). Fu un episodio estremamente qualificante in quanto le Case tendono generalmente a considerare questi «esercizi» dei veri e propri falsi arrivando persino pretendere, sentenze alla mano, la distruzione dell’esemplare «incriminato».
Nel 2003, Giordano si ritira dal lavoro e passa il testimone al figlio Fabio, già con molta esperienza tecnica ed imprenditoriale, che trasferisce l’attività nell’attuale sede di via delle Idrovore della Magliana al numero 49. Qui, nuovi e ampi locali consentono di stare al passo con i tempi: nella carrozzeria si riparano i particolari realizzati in composito, come carbonio e kevlar, e si interviene anche sulla complessa parte elettronica delle vetture. Nel 2008, la struttura si amplia ulteriormente e prende il nome di «Scuderia Baldini»: i reparti di carrozzeria e meccanica vengono affiancati dall’esposizione e vendita di vetture supercar e dal reparto pneumatici.
Inoltre, grazie all’esperienza paterna come pilota di F.3, viene inaugurato nel 2008 il «Reparto corse», che allora porta in pista, con ottimi risultati, tre Ferrari 430 Gt Cup. In questi anni la Scuderia Baldini 27 ha inanellato successi nei vari Campionati GT italiani e internazionali vincendo nel 2014, 2015 e 2016 l’Italian GT3 Championship con la Ferrari 458 GT3 e nel 2019 l’Italian Endurance GT Championship con la Ferrari 488 GT3 completato con il titolo assoluto piloti vinto da Stefano Gai grazie al supporto dei compagni – indispensabili in queste gare endurance – Giancarlo Fisichella, Jacques Villeneuve e Antonio Fuoco, il pilota del Ferrari Driver Academy.
Passando al Cavallino rampante, e prima di parlare dell’ultima nata, la Testarossa Spider, vogliamo ricordare del lavoro artigianale di Baldini con i numerosi restauri delle «250» e in particolare della Ferrari 250 Spyder California, da molti ritenuta – crediamo non a torto – la più bella spyder mai realizzata. Uno dei clienti più legati alla Scuderia Baldini fu infatti Little Tony che ne dispose la custodia per molti anni nel salone di esposizione.
Sorelle diverse… ma stesso DNA
Consapevole della professionalità e competenza acquisite, Fabio decise di rivolgere la sua attenzione dapprima sulla 512 TR, amore sbocciato sin dal 2006, con la trasformazione da berlinetta in spider «bianco Ferrari», lavoro ultimato nel 2008. Non contento, Fabio e la sua équipe, nel corso del 2010 iniziavano a mettere contemporaneamente mano ad una perla della produzione Ferrari: la Testarossa. Il lavoro si differenziò in modo da ottenere due esemplari esteriormente simili ma dalle diverse caratteristiche di carrozzeria, colore e dettaglio arrivando quindi alla realizzazione della Barchetta «azzurro summer», ultimata nel 2013, e della Spider «rosso Maranello», completata invece a fine aprile 2020.
L’arte di plasmare…
Ma come nasce l’evoluzione artigianale di un mito?
Innanzitutto è da dire che il lavoro effettuato su ciascuna di queste tre versioni «aperte», si differenzia nel dettaglio ma rimane simile nelle linee di principio.
Esso comporta il completo smontaggio della vettura e la messa «su dima» del relativo telaio (dima che di volta in volta può variare in funzione delle specifiche del telaio stesso); quest’ultimo, privato del padiglione, viene irrobustito realizzando artigianalmente una serie di traverse su misura che vengono poi saldate agli elementi centrali e laterali del telaio d’origine. Ovviamente le caratteristiche dei trafilati in acciaio da cui sono ricavate le traverse sono conformi a quelle degli acciai utilizzati in Ferrari. Tutto il lavoro, dalla messa in opera delle traverse alle relative saldature è stato effettuato dopo aver posizionato e bloccato il telaio sulla sua specifica dima per evitare una pur minima deformazione degli elementi causata da un eventuale shock termico.
È facile a questo punto capire che un lavoro del genere non ha nulla di codificato: si parte dall’auto di serie e dai disegni originali (qualora concessi dalla Casa il che non è affatto scontato) per trasferire poi le proprie idee su carta, reale o virtuale che sia, dopodiché occorre affrontare con determinazione ma altrettanta cautela, il lavoro materiale.
Analizzate le fasi comuni vediamo ora il lavoro effettuato su ciascun modello la cui meccanica variava in funzione dell’anno di produzione e dell’evoluzione stessa delle serie.
La versione in bianco, la 512 TR di Lapo Elkann
La prima realizzazione dell’équipe romana risale al 2006, quando iniziò a lavorare su una 512 TR da 428 cavalli che sarebbe diventata alla fine di due anni di intenso lavoro la spider «bianco Ferrari» caratterizzata da splendidi interni in nappa bordeaux e cuciture chiare a contrasto, volante compreso.
Questo immacolato esemplare venne nel 2016 affidato a Garage Italia di Lapo Elkann che ne rivestì gli esterni in wrapping «principe di Galles». L’auto così «vestita» girò l’Italia in lungo e in largo per altri due anni per poi rientrare presso le officine della Scuderia Baldini che la ripristinò nella versione ante elaborazione milanese lasciando però in bella evidenza sul cruscotto la firma… di Lapo!
La Testarossa in versione «Barchetta»: unica al mondo
Senza addentraci nei particolari – che potrete leggere e ammirare nelle splendide immagini dell’intera lavorazione sui due portali giornalistici «Motori360» e «testMotori360 sicurezza&SPORT» – ricordiamo solo che la Ferrari Testarossa «Barchetta» fu realizzata in 36 mesi di grande attività intervallati da ripensamenti e modifiche fino al vernissage del 1973 con la presentazione di un esemplare unico al mondo nello stile «barchetta» caratterizzato dai due cupolini, che ospitano i due roll-bar di sicurezza, dal colore «azzurro summer» e dai particolari interni idrorepellenti color panna utilizzati anche nei famosi motoscafi Riva Aquarama definiti le ”Ferrari del mare…”.
L’ultima nata: la «rossa» Testarossa Spider
Per quest’ultimo suo capolavoro la Scuderia Baldini è partita da una Ferrari Testarossa 2a Serie di colore rosso con interni neri, spinta dal 12 cilindri a V di 180° di 4.942 cc da 390 cavalli che salì, sulla successiva 512 TR a 428.
Il lavoro, commissionato da un caro amico di famiglia proprietario della vettura, si presentava ricco di incognite e quindi senza costi certi. La logica previsione di un preventivo, quindi, in questo caso, lascia sempre spazio ad ampi margini di incognite, in relazione agli imprevisti che sorgono lungo il percorso della lavorazione. Del resto, il cliente tipo della scuderia, è consapevole di questo e lascia nelle mani del team la propria supercar dandogli, letteralmente con un atto di fede, carta bianca.
Anche in questo caso, come per la «Barchetta», oltre ad aver «rivisitato» a fondo il 12 cilindri, si è lavorato principalmente sull’assetto per garantire un giusto equilibrio tra tenuta di strada e comfort generale, considerando ormai anche le condizioni del manto stradale…, e ottimizzando la fase di compressione e di estensione degli ammortizzatori si è raggiunto un ottimo compromesso tale da assicurare la massima sicurezza.
E veniamo alla carrozzeria alle cui splendide forme i tecnici della Scuderia Baldini hanno cercato di rimanere più aderenti possibile, evitando persino l’applicazione dei cupolini «poggiatesta» che tanto carattere hanno dato alla versione «azzurra» della Barchetta. Qui – come sulla versione in «bianco»… – si è preferito privilegiare la continuità della fiancata sottolineandone l’eleganza formale dovuta, noblesse oblige, a Pininfarina.
La scelta del colore merita una specifica citazione in quanto, alla definizione che si può osservare nelle fotografie, la vettura nata in fabbrica di colore rosso con gli interni di colore nero, è stata oggetto di una serie di considerazioni e di ipotesi sul colore da utilizzare per la carrozzeria e di conseguenza da abbinare agli interni.
La scelta finale è stata quella di utilizzare per la carrozzeria il colore «Rosso Maranello» – ossia un rosso rubino metallizzato – abbinandogli una capote color sabbia ed interni chiari la cui impostazione è rimasta quella di fabbrica, a partire da cruscotto, strumentazione, volante ecc. andando a modificare solo i colori dei rivestimenti ora in pelle color crema con cuciture rosse a contrasto.
Con la Ferrari Testarossa Spider possiamo dire che la Scuderia Baldini festeggia alla grande i suoi 47 anni di attività.
[ Tony Colomba ]