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L’ATS (Automobili Turismo e Sport) torna a far parlare di se

Meteora tecnologica ed umana, debuttò nel 1962, chiuse nel 1964 e lasciò grandi tracce di creatività sia nel campo delle GT stradali e sia in Formula 1. Oggi è di nuovo tra noi

L’iniziativa merita di per se considerazione poiché riporta alla luce un marchio, l’ATS, che già negli anni ’60 del secolo scorso impressionò sia per i contenuti tecnici, sia per le atipiche modalità che portarono alla sua creazione (ne accenneremo più avanti) e sia per il patrimonio umano che lavorò al progetto, formato da nomi di primissima grandezza nel panorama progettuale e tecnico di quei tempi.

L’operazione attuale ha quindi il merito di valorizzare un pezzo della nostra storia motoristica attraverso il rilancio di un marchio storico, «confezionando» un prodotto tecnico-stilistico di chiara «scuola italiana».

Mettetela pure come volete ma quando si parla di supercar e di hypercar i marchi che prima di tutto vengono in mente sono Ferrari, Maserati, Pagani (anche se il suo cuore è tedesco e il progettista argentino di nascita, l’auto è pregna del DNA della Motor-Valley) poi seguono le varie Aston Martin, Jaguar, Mercedes, Porsche ma non dimentichiamoci che il sangue che scorre nelle vene di tutti gli appassionati del mondo è rosso, appunto!

Il comunicato stampa recita testualmente: “La sfida che ATS affronta oggi è di riuscire a innestare modernità su corpo neo-classico, di risvegliare la bella addormentata attraverso la declinazione in chiave 2.0 di uno stile mai invecchiato”, obiettivo che solo a guardare l’auto, non può che definirsi centrato.

Per scendere, ultimi arrivati, nell’arena delle supercar occorrono visione, coraggio, spregiudicatezza, preparazione e saggia follia ed il risultato pare proprio allineato a tale bagaglio: questa nuova GT si fa decisamente notare perché è bella, appariscente probabilmente senza volerlo essere, con un cuore V8 biturbo (sulle cui origini non è al momento dato sapere) in grado di erogare sino a 700 cavalli mentre la scocca è un mix di fibra di carbonio ed alluminio; traspare infine, da ogni particolare, la tipica capacità artigiana italiana unita ad una cura del dettaglio che ha del maniacale.

Gli esterni

Come la sua progenitrice, anche questa versione iniziale verrà prodotta solo in 12 esemplari, caratterizzati da un design che ha creato una scultura semovente, filante e seducente: linee da accarezzare ma pronte a sfidare con successo le leggi dell’aerodinamica.

La vista laterale rivela linee filanti e pulite che ben si fondono con le superfici curvilinee di padiglione, cofani e fiancate, caratterizzate da un profilo rosso che – girando attorno ai vetri ed al brancardo – attira gli sguardi e mette in risalto la distribuzione dei pieni e dei vuoti sulla fiancata.

Alla purezza della linea contribuisce l’assenza delle maniglie, costituite da un inedito sensore a sfioramento, dissimulato dalla piccola pinna aerodinamica che ospita lo stemma ATS mentre il baffo cromato che corre superiormente lungo tutto il muso, si rifà apertamente a quello della vecchia ATS 2500 GT presentata al salone dell’Auto di Parigi del 1963 che alla nuova passa anche lo stemma con il Draghetto di Bologna, oggi dotato di un innovativo sistema Oled, ma di colore azzurro proprio come allora.

Il frontale è caratterizzato dalla grande presa d’aria centrale, affiancata lateralmente da altre due prese d’aria sormontate dai proiettori di tecnologia full-Led; caratteristici anche i due incavi paralleli che corrono longitudinalmente sul cofano e che, dipinti in colore contrastante (in questo caso lo stesso rosso dei profili laterali) ospitano due profili cromati che movimentano il cofano stesso interrompendone con la cromia differente la superficie.

L’ampio portellone posteriore invece è privo di lunotto e si fonde senza soluzione di continuità con la coda tronca caratterizzata dalla presenza di un grande alettone a filo carrozzeria pronto a sollevarsi per creare deportanza alle alte velocità od agire da vero e proprio freno aerodinamico in frenata.

La coda tronca, elemento fondante della parte posteriore di questa GT, è caratterizzata da un mix di forme curvilinee e linee tese: ospita i due grandi gruppi ottici circolari ed il porta targa, rispettivamente ai lati ed al centro del fascione interno superiore che confina con uno sfogo per l’aria a tutta larghezza, la cui griglia nero opaca è movimentata da un profilo a «V» larga: pochi fronzoli in omaggio al principio de «la forma segue la funzione» e a questo proposito vale sottolineare che il diffusore posteriore è integrato alla carrozzeria ed ospita, all’interno dei due diffusori laterali, i doppi terminali di scarico.

Da notare che i gruppi ottici posteriori uniscono alla loro tradizionale funzione segnaletica una funzionalità fluidodinamica del tutto particolare poiché durante la marcia, i fori passanti al loro centro estraggono aria calda dal vano motore.

I cerchi (da 20” all’anteriore e 21” al posteriore) sono piccoli capolavori di tecnologia ed estetica: in alluminio forgiato lucidato, sono ricavati dal pieno per sottrazione di materiale, sono tanto leggeri quanto robusti ed hanno ovviamente superato i vincoli omologativi di sicurezza; sono semi-lenticolari a 10 sottili razze e riprendono lo stesso colore della modanatura sulla fiancata. La nuova GT monta pneumatici anteriori 255/30R20 e pneumatici posteriori 355/25R21.

Due parole infine sulla scenografica apertura delle due portiere che, incernierate anteriormente e superiormente, ruotano in avanti lasciando completamente libero l’accesso alla cellula abitativa.

Gli interni

Poiché la nuova ATS GT viene prodotta in serie limitata, i clienti potranno configurare la vettura secondo il proprio gusto, sia per il colore sia per i materiali e le finiture.

Il Centro Stile ATS ha studiato e sviluppato al meglio l’ergonomia intorno al pilota con l’obiettivo offrire tanto a lui quanto al passeggero un’esperienza sorprendente in qualsiasi condizione di guida: città, percorsi stradali oppure in pista. A tali fini ogni comando è stato posto nella posizione più ergonomica possibile in modo da poter essere gestito in modo intuitivo, semplice ed immediato.

L’obiettivo è stato quello di riuscire a creare un ambiente equilibrato e ridurre al massimo i componenti per salvaguardare il minimalismo funzionale tipico delle vere auto da corsa  ma la sfida è stata quella di far convivere le numerose e sofisticate funzioni tecnologiche con il lusso e la sicurezza.

Protagonisti della parte elettronica, sono il Cluster digitale TFT ultrapiatto di ultima generazione, rivestito da una cornice in alluminio ricavata dal pieno e lo schermo touch centrale, da cui gestire tutte le applicazioni, con i quattro quadranti ove poter controllare alcune funzioni interagendo attivamente con il veicolo.

Il sistema è appropriatamente denominato «Cuore» ed è l’interfaccia diretta tra il pilota e la sua auto; proprio per tale ragione il Centro stile ATS ha deciso di inserire questo originale dispositivo (che racchiude tutti i comandi per settare l’auto secondo i desideri e le necessità del momento) al centro della plancia dove troviamo:

Per semplificare la guida e rendere più confortevole ed «emozionale» la permanenza a bordo, l’auto è stata dotata di ulteriori funzioni, alcune inedite, quali:

Il pilota dispone di tre opzioni (Viaggio, Sport e Corsa) che influiscono sensibilmente sul comportamento dinamico dell’auto; più in dettaglio:

Motore e prestazioni

Il generoso V8 bi-turbo sprigiona 478 kW/650 cv a 7.250 giri/min. oppure 515 kW/700 cv con un up-grade opzionale che inoltre porta la coppia massima a 678 Nm (che possono diventare 750 Nm a 7.250 giri con la scelta dell’Upgrade opzionale).

Il propulsore, come quelli da corsa, è dotato di lubrificazione a carter secco, mentre le tipiche sonorità di un V8 sono rese ancor più «piene» grazie ad un impianto di scarico di grande pregio estetico ma soprattutto tri-silenziato (brevettato) i cui silenziatori sono pre-trattati in fiamma.

Le prestazioni inseriscono la nuova ATS GT tra le più performanti supercars di oggi: il suo V8 la spinge in 3” da 0 a 100 km/h e le fa superare i 330 km/h.

Trasmissione e sospensioni

Il cambio a 7 rapporti offre cambiate velocissime ma comunque in funzione del settaggio scelto (Viaggio, Sport o Corsa) e questo grazie all’integrazione della frizione nel sistema di regolazione della dinamica di marcia. Il differenziale meccanico autobloccante è di serie esattamente come il sistema di Launch Control che permette partenze fulminee e senza il minimo pattinamento.

Anche le sospensioni, con i loro doppi bracci trasversali, rivelano il DNA sportivo di questa nuova ATS GT che fra l’altro, adotta il sistema ESP, per la correzione elettronica della stabilità ed è dotata di ammortizzatori a regolazione elettronica.

La frenata è servita da un impianto a dischi carbo-ceramici, di generose proporzioni, assistito naturalmente da un sistema antibloccaggio ABS di ultima generazione mentre il servosterzo, elettromeccanico, garantisce facilità di guida e affidabilità. La scocca in struttura composita.

Per realizzare la ATS GT vengono utilizzati materiali compositi e leghe speciali, che vanno a comporre un mix intelligente di fibra di carbonio e leghe speciali alluminio trattate in fase di costruzione con altissima cura ed attenzione.

Tale mix consente un ottimale rapporto tra peso, dimensioni e rigidezza ed il risultato si traduce in un peso a secco di soli 1.300 chilogrammi.

Gli uomini

Gli artefici di questa iniziativa sono Daniele Maritan (industriale) ed Emanuele Bomboi (designer).

Maritan, nato a Novara nel 1981, si è diplomato al Liceo Classico di Borgomanero con successiva frequenza triennale della facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano.

Ottimo pilota dilettante, prima in kart e poi in Formula Renault, nel 2005 dà vita ad una fiorente attività di importazione e distribuzione di grosse auto sportive; l’idea – sempre presente – di realizzare qualcosa di proprio, si concretizza con la realizzazione di un piccolo prototipo da pista e una barchetta stradale dall’aria molto «retrò».

Bomboi è invece nato a Roma nel 1975; laureato in Trasportation Design presso lo IED di Torino, ha lavorato per dieci anni presso il Centro Stile Fiat affiancando designers e managers quali Manzoni, Stephenson, Giolito e Ramacciotti; chiusa la «parentesi» Fiat (segnata da tappe quali la Bravo e l’Abarth S 2000) a soli 33 anni passa in Bertone con la carica di vice-Direttore del Centro Stile.

Passa poi a Viotti, ove realizza la Willys AW380 e arriva a concretizzare, con la carica di Design Director, un nuovo business focalizzato su vetture prestigiose, in esemplare unico o in serie limitata, destinate a facoltosi collezionisti privati.

La nuova sfida targata ATS rappresenta quindi il logico punto di arrivo di una serie di tappe che hanno sino a qui caratterizzato la prestigiosa carriera professionale di entrambi.

La vera occasione d’incontro fra i due fu il Motor Show di Bologna 2014, dove il carrozziere torinese Viotti, presentò una re-interpretazione o meglio della Willys Interlagos Berlineta (versione Sud Americana della Alpine Renault degli anni “60 e “70 del secolo scorso).

Daniele Maritan rimase talmente colpito da quell’auto che chiese subito di conoscerne il designer senza immaginare neppure lontanamente che fosse proprio quell’Emanuele Bomboi, che la grande passione per le auto gli aveva già fatto incrociare più di una volta.

La storia in pillole

L’ATS (Automobili Turismo Sport), nacque nell’ottobre 1961, a seguito di una diaspora che indusse Enzo Ferrari a dare il benservito praticamente dalla sera alla mattina al suo staff tecnico e manageriale (Chiti, Bizzarrini, Galassi, Selmi, Gardini, Della Casa, Giberti Tavoni); benché oggi signorilmente non precisato dalla Casa, sembra che tale drastica decisione, venne presa in conseguenza di un diverbio tra alcuni dei citati dirigenti e la consorte di Enzo Ferrari in quel periodo attivamente presente in azienda.

Chiti, Bizzarrini e Tavoni, con il sostegno finanziario del Conte veneziano Giovanni Volpi di Misurata, patron fra l’altro della Scuderia Serenissima, fondarono a fine 1961 l’ATS che, purtroppo chiuse i battenti nel 1964 per defezione dei finanziatori che succedettero al Conte Volpi, non prima di aver tentato anche l’avventura della Formula 1 con una profilatissima monoposto pilotata fra gli altri anche da Phil Hill e Giancarlo Baghetti.

Il progetto più noto di quei circa tre anni di attività fu proprio la coupé stradale 2500 GT disegnata da Scaglione, su progetto tecnico di Chiti e Bizzarrini che realizzarono, con largo anticipo rispetto agli altri Carrozzieri e Costruttori dell’epoca, una coupé stradale a motore centrale posteriore!

È proprio da questa vettura che il designer Emanuele Bomboi ha tratto ispirazione, a distanza di oltre 50 anni, per l’attuale GT il cui prototipo venne presentato al Top Marques di Montecarlo un paio di anni fa.

[ Giovanni Notaro ]

 

 [ Scheda tecnica ATS 2017 ]

Coupé 2 posti – 2 porte

Dimensioni

Lunghezza: mm 4.700

Larghezza: mm 1.960

Altezza massima: mm 1.210

Passo: mm 2.670

Peso a secco: kg 1.300

Bagagliaio: dm3 230

Motore: bi-turbo V8 ad alti regimi di rotazione con lubrificazione a carter secco

Cilindrata: 3.799 cc – Omologazione Euro6

Potenza: 478 kW/650 cv a 7.250 giri/min. – Upgrade Optional: 515 kW/700 cv

Coppia massima: 678 Nm – Upgrade Optional 750 Nm

Trazione: posteriore

Cambio ATS automatico a 7 rapporti con comando by-wire

Prestazioni

Velocità massima: oltre 330 km/h

Accelerazione: da 0 a 100 km/h 3,0 secondi, con funzione launch control – Accelerazione da 0 a 200 km/h: 9,9 secondi

Emissioni CO2: 275 g/km

Consumi: Urbano 18 l/100 km – Extraurbano 9 l/100 km – Misto 12 l/100 km

Sospensioni: anteriori e posteriori a doppi bracci trasversali

Ammortizzatori: regolabili tramite ghiera – Assetto elettronico attivo – Sistema controllo stabilità ESP Freni con dischi carbo-ceramici

Cerchi anteriori da 20”; posteriori da 21”

Pneumatici anteriori 255/30R20; posteriori 355/25R21

Opzioni di configurazione di guida Viaggio-Corsa-Sport

Scocca in struttura multi-materiale (leghe di alluminio e fibra di carbonio) capace di eccellenti valori di resistenza alla torsione

Quadro strumenti attivo – Schermi centrali touch screen che interagiscono con il quadro strumenti

Telecamere e sensori di parcheggio G-meter

Pannello temperatura e pressione gomme

Prima Orchestra Professional Sound System

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