La berlinetta di Scaglione si è aggiudicata il Primo Premio assegnato per Referendum pubblico al Concorso d’eleganza di Villa d’Este
Questa spettacolare berlinetta «rasoterra» (è alta solamente 99 cm) è diretta derivazione della omonima versione da competizione realizzata in molteplici versioni sia aperte che chiuse e sia con carrozzeria corta che lunga (aerodinamica), da impiegare in funzione delle caratteristiche dei tracciati da affrontare.
La «33 Stradale», presentata nel 1967 prima a Monza in occasione dell’omonimo Gran Premio d’Italia e poi al Salone dell’Auto di Torino, era in realtà una «33» da competizione (poco) addomesticata tanto che con versione da gara condivideva l’intera impostazione meccanica, dal motore V8 2 litri interamente in alluminio e magnesio con lubrificazione a carter secco collocato in posizione centrale alla distribuzione a doppio albero a camme in testa, dalle 2 valvole alla doppia accensione ed all’impianto di iniezione indiretta «Spica» servito da una doppia pompa elettrica della benzina.
Ovviamente questa sofisticata unità (lo sarebbe ancora oggi) era stata depotenziata rispetto a quella impiegata in corsa da 270 cv a 9.600 giri/min. (rapporto di compressione 11.1) a 230 cv a 8.800 giri/min. con rapporto «addolcito» a 10.1.
Il cambio ovviamente meccanico era a 6 marce mentre il telaio era rimasto quello della versione da corsa, costituito cioè da elementi laterali tubolari in acciaio e fusioni in lega di magnesio, più lungo di 10 cm rispetto a quello della «33» da competizione.
L’auto, alta 99 cm, era lunga 3,97 m. e larga 1,71 m. con un passo di 2,35 m. Le carreggiate erano rispettivamente di 1.25 m all’anteriore e 1,445 m al posteriore con un peso in ordine di marcia di 700 kg.
L’auto costruita dall’Autodelta come quella da competizione, sfiorava i 260 km/h ed accelerava da 0 a 100 km/h in 5,6 secondi anche in alcuni test giornalistici il cronometro si fermò a 4,9”.
La produzione totale sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) ammontare a 18 esemplari; questo era infatti il numero di telai prodotti di cui 5 destinati ad altrettanti carrozzieri fra i quali Bertone che realizzò la sua spettacolare versione a cuneo «Carabo».
Essendo realizzati interamente a mano, ciascun esemplare differiva dall’altro per particolari che li rendevano pezzi quasi unici: ad esempio due soli fari anteriori al posto quattro ed il tergicristallo incernierato in alto o in basso.
Uno dei 18 esemplari di questa autovettura è di proprietà dell’Alfa ed è conservato presso il Museo Storico dell’Alfa Romeo di Arese.
La 33 Stradale era regolarmente presente a listino e costava ben 9.750.000 lire quando alcune Ferrari e Maserati costavano dai 2 ai 4 milioni di meno.
[ Giovanni Notaro ]