Sentenza e condanna senza appello negli Stati Uniti per i veicoli con meno di 25 anni, mentre in Italia si discute su ciò che bisognerebbe fare, ma che poi non si fa per rendere le nostre strade più sicure
Al SEMA di Las Vegas si vedono veicoli con preparazioni e personalizzazioni esagerate, impensabili per noi e potrebbe sembrare che negli Stati Uniti la libertà di circolare con qualsiasi mezzo sia un privilegio degli appassionati d’oltreoceano. Invece non è così, in America le norme e le limitazioni ci sono, ma sono espresse in poche regole che però bisogna rispettare, altrimenti la legge è inflessibile e le sanzioni sono molto pesanti.
Fondamentalmente è permesso quasi tutto, l’importante è rispettare la sicurezza attiva e passiva di un veicolo e non è certo una misura maggiore di pneumatici o qualche cavallo in più a pregiudicarla.
Una tra le norme federali da rispettare, forse la più ferrea, impone che sul territorio degli Stati Uniti non può circolare una vettura che abbia meno di 25 anni se non è dotata di airbag, mentre quelle con più di 25 anni sono tollerate in quanto fanno parte dei veicoli storici. Naturalmente questo limite di 25 anni include anche il rispetto dei parametri delle altrettanto ferree norme anti inquinamento.
In poche parole, una Mini Cooper del 1988 può essere importata e circolare, mentre lo stesso modello del 1990 è fuorilegge. Le due vetture sono praticamente identiche, ambedue senza airbag, ma questa è la legge.
Siccome anche negli Stati Uniti ci sono molti appassionati di vetture «storiche» o quantomeno «vecchie», soprattutto europee, la voglia di possederne una induce a infrangere la legge o almeno a provarci.
Essendo i popoli anglofoni convinti che non sia necessario conoscere un’altra lingua oltre all’inglese, è logico che per gli americani il mercato più facilmente contattabile per i loro acquisti sia l’Inghilterra.
È fuori discussione che le auto d’epoca inglesi, sono tra i gioielli più ambiti per tutti i «collezionisti», ma qualche problema nasce per gli «appassionati» che probabilmente non possono permettersi quelle d’antan e si devono accontentare di veicoli più recenti, quelli più o meno attorno ai 20 anni.
Per soddisfare queste esigenze è nato un commercio tra le due sponde dell’oceano, irrinunciabile per i commercianti, che però ha spinto ad infrangere la legge e negli Stati Uniti questo è un reato federale che si paga caro.
Ne sa qualcosa il proprietario di una bella Mini Cooper e alcuni mesi fa anche quello di una Land Rover Defender, che dopo essere state sequestrate, con una procedura molto rapida sono state pubblicamente distrutte alla presenza di un ufficiale del CBP (Customs and Border Protection). Una sentenza troppo severa per il nostro modo di interpretare la legge, ma senz’altro un deterrente per altri che vorrebbero eludere questa normativa.
Il sistema adottato per frodare la legge è semplice, anche perché pochi Cops sono in grado di stabilire ad occhio se una vettura europea ha più o meno di 25 anni, perciò al commerciante o al proprietario è bastato «taroccare» la targhetta di origine per ottenere documenti apparentemente in regola.
Per fronteggiare questo commercio illegale e pericoloso, il CBP ha istituito, a marzo 2014, una task force congiunta con funzionari inglesi dell’ISVC (Intelligence Service Vehicle Crime) che opera in un programma denominato «Operation Atalantic» con il compito di controllare principalmente i probabili porti d’ingresso negli Stati Uniti: Baltimora e Newark.
Brenda Smith, vice-commissario del CBP ha dichiarato: “Intercettare le importazioni illegali di veicoli non sicuri è una priorità per il CBP. Con l’Operation Atlantic fermiamo le importazioni illegali di veicoli non sicuri a percorrere le nostre strade e nello stesso tempo la collaborazione con i nostri colleghi del Regno Unito consente spesso di fermare questa attività illegale già all’origine”.
Oltre al radicato senso civico per il rispetto del Codice Stradale, questo è uno dei modi per tutelare la sicurezza sulle strade negli Stati Uniti. In Italia invece oltre il 50% dei veicoli circolanti ha più di 10 anni e in condizioni spesso precarie, inoltre più di 4.000.000 di veicoli, l’8% del totale, circolano senza assicurazione o scaduta, quasi 1 su 10.
Nonostante questi dati drammatici, si sta ancora discutendo quali siano i canoni per valutare se un’auto è storica o meno e di quali agevolazioni può beneficiare. Per quanto riguarda le assicurazioni, nonostante siamo in un’era digitale, sembra sia impossibile fare un controllo incrociato tra la Motorizzazione Civile e le Compagnie assicurative per individuare gli incoscienti.
È desolante constatare che dall’altra parte dell’oceano è molto facile promulgare e applicare una legge valida in tutti i 50 Stati, mentre in Italia non si riesce a farne una che sia uguale in tutte le 20 Regioni.
Paolo Pauletta