Il debutto nel Vecchio Continente è stata l’occasione per una completa rivisitazione in vista della commercializzazione nel corso del prossimo anno
La Koleos arriva al Salone di Parigi con una linea che, profondamente rinnovata rispetto al precedente modello, si allinea agli stilemi di Mégane e Talisman e si presenta più dinamica ed aggressiva. Non si tratta in realtà di una novità assoluta, che è però tale per l’Europa dove sarà commercializzata a partire dalla fine del primo semestre 2017.
Per rispondere alle maggiori e più sofisticate esigenze del consumatore europeo si presenterà con l’allestimento Initiale Paris appositamente predisposto per il nostro disincantato mercato. Tenuto poi conto del fatto che la Koleos si allunga, rispetto alla Kadjar da cui deriva, di 23 cm (lunghezza 4,67 m) ed il fatto di aver abbandonato, a livello di politica di marketing, i 7 posti della versione coreana a favore dei canonici 5 per l’Europa, alle maggiori rifiniture dell’allestimento Initiale Paris si aggiunge la maggiore abitabilità interna e la superiore capacità di carico che è, a sedili in posizione d’utilizzo, di ben 600 litri utili.
La caratterizzazione estetica che salta immediatamente all’occhio è quella della parte anteriore, meno levigata della precedente ma, al contrario, più importante ed aggressiva rispetto al passato e sottolineata da una maggiore superficie della calandra, da importanti gruppi ottici a Led e da un cofano anteriore movimentato da superfici sia a rilievo e sia scavate che partendo rispettivamente dalla tipica losanga Renault e dai gruppi ottici, sfumano in zona parabrezza.
La fiancata, importante, si presenta con alta linea di cintura e da una evidente preponderanza visiva rispetto all’abitacolo ed alle relative superfici vetrate ma questo non fa che sottolineare la generale impressione di robustezza; forse avremmo preferito che i designers si dimenticassero del colore a contrasto che sottolinea la nervatura inferiore delle portiere ma sarebbe come chiedere, per questa famiglia di modelli, di rinunciare alla losanga sul muso e comunque sono queste interpretazioni del tutto personali; quel che è certo è che, ad esame statico e visivo, l’auto si presenta più che bene e dà una generale impressione di solidità accentuata proprio dalla muscolosità della fiancata.
La coda è ovviamente dominata dal grande portellone con soglia d’ingresso abbastanza bassa, uno spoiler esteticamente importante ed un lunotto che non dovrebbe offrire grande visibilità, inconveniente rimediato dai sensori di parcheggio.
Gli interni sono accoglienti e ben rifiniti: i due posti anteriori sono comodi e ben profilati ed il volante – leggermente squadrato nella parte inferiore – ha giusto diametro ed un’impugnatura consistente; la plancia, piacevole alla vista, assorbe armoniosamente il cruscotto digitale, lo schermo centrale dell’infotaiment e ben sei bocchette di aereazione.
Le motorizzazioni sono solamente quattro: 2 unità a benzina di 2 litri (140 cv) e 2,5 litri (170 cv) e 2 diesel, un 1.6 (130 cv) ed un 2 litri da 175 cv. Delle quattro versioni ancora non si sa quali e se tutte sbarcheranno in Europa, mentre già si sa che la trazione integrale sarà abbinata anche al cambio automatico CVT (ma ci sarà anche la versione 2WD) mentre l’altezza da terra (21,3 cm) è superiore a quella della 2 RM Kadjar; queste caratteristiche facilitano – rispetto alla sorella minore – la mobilità in fuoristrada anche se l’assenza delle ridotte ed una scocca non specializzata raccomandano un po’ di buon senso.
Mentre attorno al 2020 dovrebbe arrivare la versione ibrida, nulla ancora è stato svelato circa i prezzi che dovrebbero comunque rivelarsi competitivi per fronteggiare la sempre pericolosa concorrenza dei SUV con gli occhi a mandorla; vedremo anche quanto sarà competitiva con le future proposte d’ingresso in gestazione presso qualche costruttore tedesco.
[ Redazione Motori360 ]