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La Germania rallenta?

120 km/h! Fa discutere la proposta della Spd di introdurre i limiti di velocità sulle “autobahnen” tedesche

La proposta – fondata sul caratteristico rigore teutonico – ha tutto il sapore di uno slogan elettorale: perché il voler introdurre il limite di velocità in Germania, fissandolo definitivamente a 120 km/h, è una “mossa” a difesa dell’ambiente, del risparmio energetico e della sicurezza stradale. Ma è una proposta che tradisce, in realtà, il puro sapore elettorale, e gli ingredienti propagandistici con cui è confezionata. Ingredienti che non hanno impedito ai socialdemocratici – il cui leader, Sigmar Gabriel, l’ha presentata il mese scorso – di spaccarsi su un tema che, da decenni, appassiona e divide l’opinione pubblica tedesca.

Autostrade senza limiti…

La Germania, come noto, dispone della rete autostradale più vasta d’Europa (12.845 km) e su gran parte di essa, come è ancora più noto, non esistono limiti di velocità. Su circa il 25% della rete sono posti dei limiti particolari (generalmente 120 km/h) in considerazione delle caratteristiche del tracciato e delle condizioni climatiche prevalenti. Sul resto della rete, i 130 km/h – che corrispondono al valore in uso in Italia, Austria e Francia, e in altre nazioni dell’Est – sono solo “consigliati” o, talvolta, imposti mediante complessi ed efficienti sistemi di segnalazione a messaggio variabile. In Germania, per farla breve, a meno che non sia diversamente segnalato, è possibile toccare velocità che, altrove – come in Italia ad esempio – costano care in termini finanziari e di punti sulla patente. Il tutto, però, presuppone l’assoluto rispetto della distanza di sicurezza – tassativamente rispettata dai tedeschi, pena severissime contravvenzione accertate anche con avanzati sistemi elettronici – e la massima prudenza nel condurre l’auto. Prudenza garantita dall’inversione dell’onere della prova in caso di incidente: qualora ciò accadesse, infatti, l’assicurazione può rifiutarsi di risarcire il danneggiato qualora si accerti la “pericolosità” della condotta di guida. Sarà l’automobilista stesso a dover procedere per dimostrare di avere attuato tutte le cautele possibili nella guida sull’autobahn, anche se al momento dell’incidente andava a duecentotrenta…

È vero che questa “liberalizzazione” del limite, è consentita anche dalla relativa presenza dei mezzi pesanti sulla rete tedesca (decisamente inferiore rispetto a quella abituale sulle autostrade italiane), e dall’ampiezza di carreggiate e raggi di curvatura, oltre a numerosi altri accorgimenti (sull’autobahn non esistono curve cieche a sinistra: il guardrail è distanziato dalla corsia di sorpasso in modo da garantire un sufficiente campo visivo anche durante un sorpasso). Ma è altrettanto vero che gli incidenti autostradali sono oltremodo rari rispetto a quelli avvenuti sulla rete ordinaria, e che i tedeschi non rinuncerebbero mai al loro “non limite”. Non sembra essersene accorto il leader dell’Spd Sigmar Gabriel il quale, in un’intervista al “Rheinischen Post”, ha dichiarato: “Il resto del mondo ha un limite di velocità, e noi non dobbiamo essere da meno”, sostenendo i vantaggi del limite a 120 km/h per ridurre gli incidenti stradali.

Le ricadute economico-sociali di una strategia ambientale

Non è d’accordo, però, proprio il candidato alla cancelleria della Spd, Peer Steinbrueck che ha smentito pubblicamente il suo “capo”, rigettando velocemente la proposta come ”insensata”. E forse, magari, anche per non mettersi contro l’industria dell’auto in campagna elettorale…

In Germania il dibattito sui limiti è letteralmente “esploso” nella metà degli anni Ottanta, quando la diffusione delle “piogge acide” e l’affermarsi di una cultura ambientalista, provocarono moti d’opinione che criminalizzarono il limite di velocità, ritenuto a lungo concausa determinante dell’inquinamento atmosferico. Le stesse dinamiche che portarono il Governo svizzero a ridurre, dal 1° gennaio 1985, il limite di velocità da 130 a120 km/h. Da allora, periodicamente, alcune correnti politiche ‘tornano alla carica’ su questo tema, per poi altrettanto periodicamente tornarsene da dove sono venute. A rasserenare gli animi (e gli automobilisti) ha contribuito anche il Ministro dei Trasporti Peter Ramsauer, che ha escluso categoricamente qualsiasi modifica al limite autostradale. Una modifica che, nel Paese dell’industria dell’auto, inciderebbe profondamente sul contesto economico e sociale, ripercuotendosi anche sulle abitudini di numerosi utenti (pendolari, uomini d’affari, ecc.), abituati ormai a calcolare gli spostamenti, e i tempi di vita, in funzione di una rete autostradale da percorrere il più velocemente possibile. Senza limiti e, soprattutto, senza imprudenze!

Alessandro Ferri

 

 

 

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