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Kawasaki ha varato la «Suiso Frontier», prima nave al mondo per il trasporto di idrogeno liquido

Giappone e Corea credono molto sull’idrogeno come futura fonte di energia per combattere il riscaldamento globale in quanto nel suo utilizzo non emette né CO2 né altri gas serra. Le molteplici applicazioni dell’idrogeno includono la generazione di energia elettrica per i veicoli a celle di combustione

Mercoledì 11 dicembre, Kawasaki Heavy Industries, Ltd. ha varato nel cantiere di Kobe (Giappone) la Suiso Frontier, prima nave al mondo destinata al trasporto di idrogeno liquido. Lunga 116 metri, sarà dotata di un serbatoio a doppio guscio isolato sotto vuoto prodotto da Harima Works, capace di contenere 1.250 metri cubi di idrogeno liquido e stoccato alla temperatura di -253 °C.

L’armatore dell’unità è la HySTRA (Energy and Hydrogen Supply-chain Technology Research Association), una società creata da Kawasaki, Iwatani Corporation, Shell Japan e Electric Power Development Co. L’unione di queste realtà industriali giapponesi ha dato vita al programma pilota NEDO che entro il 2020 inizierà a trasportare idrogeno liquido dall’Australia al Giappone.

L’Australia pronta a fare il «lavoro sporco»

Grazie anche ad un sostegno finanziario da parte del governo australiano, l’idrogeno per questo programma pilota sarà infatti prodotto nella Latrobe Valley, nello stato di Victoria (Australia), attraverso un processo di gassificazione del carbone. Circa 160 tonnellate di Brown Coal (carbone marrone o lignite) verranno avviate al processo, creando 3 tonnellate di idrogeno, che verranno trasportate su camion cisterna per 150 km fino al porto di Hastings, dove la Suiso Frontier lo immagazzinerà e lo trasporterà a Kobe.

Con la Suiso Frontier, Kawasaki è la prima azienda al mondo a diventare vettore di LH2, ovvero di idrogeno trasformato dallo stato gassoso a liquido con un rapporto di 1:800.

Le 2 facce della medaglia

Se la produzione di energia elettrica per i veicoli attraverso la reazione chimica nelle celle a combustione è certamente il sistema più pratico, è doveroso dire che il sistema di produzione di idrogeno attraverso la gassificazione del Brown Coal e il successivo trasporto di 9.000 km con la Suiso Frontier (spinta da un motore diesel) dall’Australia al Giappone, genera più emissioni di CO2 rispetto a quanta si andrebbe ad emettere con un pari quantitativo di carburante nei tradizionali motori endotermici.

(ndr: rilascio di 100 t di CO2 per produrre 3 t di idrogeno)

Tuttavia bisogna aggiungere che il varo della Suiso Frontier è solo il primo passo del programma NEDO che vede Kawasaki convinto sostenitore dell’idrogeno come alternativa per alimentare veicoli elettrici. Oltre che con il Brown Coal, l’idrogeno può essere prodotto con l’utilizzo di energia pulita e rinnovabile. La separazione dell’idrogeno dall’acqua si può ottenere anche con un processo di elettrolisi utilizzando l’energia solare o eolica. Inoltre, anche la Suiso Frontier può essere convertita con l’alimentazione a gas GNC.

Giappone e Corea in prima linea

Il Giappone sembra fortemente motivato nello sviluppo e diffusione dell’LH2 per generare energia elettrica e non solo per autotrazione. Anche la Corea del Sud punta molto sull’idrogeno e con l’obiettivo di ripulire l’aria della città intende installare 1.200 stazioni di rifornimento, con la previsione di avere in circolazione 40.000 autobus, 30.000 camion, 80.000 taxi e 6 milioni di auto con celle a combustibile di idrogeno entro il 2040.

[ Paolo Pauletta ]

 

 

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