Dopo 70 anni dalla fine della Guerra una Willys MB è tornata a casa, a Toledo nell’Ohio, dove fu prodotta
Tra gli eventi che caratterizzano “l’Anno della Cultura Italiana negli USA”, supportati dall’Ambasciata Italiana di Washington, il “Jeep comes Home” merita senz’altro di essere menzionato, sia per la valenza storica che più in generale per l’interesse di tutti gli appassionati di Jeep.
Prima di raccontare questo evento nei dettagli è doveroso ricordare le origini di questo prestigioso Marchio. Allo scoppio della II Guerra Mondiale l’esercito americano manifestò la necessità di dotare le truppe di un maneggevole veicolo a trazione integrale per ricognizioni e collegamenti rapidi su terreni accidentati.
Il primo prototipo venne proposto nel 1940 dalla Bentam Car Company, una società fondata nel 1935 da Roy Evans, ex responsabile della American Austin Company.
Questo veicolo, disegnato da Karl Probst, venne prodotto nello stabilimento di Butler in Pennsylvania, in 2675 esemplari per essere venduto all’esercito inglese. Vista però la necessità di produrre un elevato numero di esemplari, il bando venne assegnato alla Willys che produsse la MB e su licenza alla Ford che costruì la GPW, per un totale di oltre 640 mila esemplari. Il nome Jeep deriva dallo slang americano per leggere le iniziali di questi veicoli: General Purpose.
La vita di questo esemplare di Willys MB inizia a Toledo il 3 giugno del 1943, quando è stato registrato alla US Army con il n°20413061, per essere inviato insieme ad altri mezzi militari nel teatro di guerra italiano, dove è stato destinato alla 10a Divisione di Montagna con base a Firenze nell’inverno tra il ’44 e il ’45. Come tutte le Willys prodotte tra il ’41 e il ’45, è motorizzata con un 4 cilindri da 2.200 cc tipo L134 conosciuto anche come “Go Devil” che eroga una potenza di 60 cv.
Alla fine della Guerra il veicolo venne girato all’Esercito Italiano che lo targò EI 21574. Il 19 novembre 1958 l’EI lo dismise e venne acquistato da padre Dino Bocchi che solo due mesi dopo lo vendette al geologo Pietro Dainelli di Firenze che lo immatricolò con targa FI 114779.
Nel 1984, dopo 51 anni dalla sua nascita, venne acquistato ancora in buone condizioni dall’attuale proprietario Vittorio Argento che con grande passione decise di riportarlo allo stato originale con un meticoloso restauro.
In occasione dei 70 anni di vita del glorioso veicolo militare, questo esemplare perfettamente restaurato tanto da meritarsi la “targa oro” ASI, con telaio n°238746 e carrozzeria n°139045, è stato spedito negli Stati Uniti. Il 20 maggio scorso è ripartito da New York per raggiungere il 3 giugno, giorno della sua nascita, lo stabilimento Willys di Toledo nell’Ohio.
La Willys rientra nello stabilimento Jeep di Toledo
Il viaggio verso casa inizia dal Museo dello Sbarco di Anzio, dove Vittorio Argento (vice-Direttore del Giornale Radio Rai) e Gregory Alegi (professore universitario di Storia americana e di storia dell’aeronautica), con il supporto dell’ASI, si avviano verso Napoli per imbarcare il veicolo con destinazione New York, dove riprendono la MB per iniziare il viaggio di circa 800 km verso Toledo, con l’appoggio di una Jeep Wrangler Unlimited messa a disposizione da Fiat-Chrysler.
Primo appuntamento l’incontro nel New Jersey con David Welch, vice-Presidente della MVPA (Military Vehicle Preservation Association), della quale Vittorio Argento è socio, che si è impegnata a dare assistenza meccanica e logistica per tutta la durata del viaggio. I primi 340 km fino a Shamokin Dam attraverso un tranquillo paesaggio rurale sono stati percorsi senza problemi, a parte una insistente pioggia che ha costretto Vittorio ad azionare il primordiale tergicristallo a mano, per fortuna c’era la Wrangler a fare da battistrada. Nella tappa successiva di circa 160 km con una alternanza di pioggia e sole, e una sosta a Lewisburg per un controllo meccanico, la MB è giunta ad Altoona.
La bassa temperatura durante il 5° giorno ha messo a dura prova Vittorio e Gregory che si alternavano alla guida della MB, concedendo maggior comfort a chi si trasferiva nella Wrangler.
Una targa commemorativa sulla Main street di Butler indica che ci si trova nella città sede della Bantam che ha progettato e costruito la prima GP. Peccato che non è possibile trattenersi fino al 14 giugno quando inizia il Bantam Jeep Heritage Festival, il maxi evento al quale nel 2012 hanno partecipato 1.485 Jeep provenienti da 24 Stati.
L’incontro con Denny Glasgow ha permesso di vedere due rare Bantam conservate presso la concessionaria Butler County Ford. Il giorno successivo c’è stato il breve, ma commovente incontro a Elyria, presso l’American Legion, con la famiglia Radigan per la riconsegna nelle mani dei due figli, delle due targhette militari appartenute nel 1944 a Richard Radigan e recentemente trovate casualmente sulle sponde del lago di Bracciano.
Dopo una settimana di viaggio, una giornata è stata dedicata prevalentemente al controllo della MB, in particolare dell’impianto elettrico che denunciava alcuni problemi. Finalmente dopo nove giorni di viaggio, il 3 giugno la MB è arrivata a Toledo, dove è stata costruita 70 anni fa.
Paolo Pauletta