Dopo anni di crisi profonda dell’auto, durante i quali le preferenze degli automobilisti italiani sono andate a vetture utilitarie e compact, la ripresa del mercato fa segnare un balzo in avanti anche del segmento C. È un dato significativo perché rappresenta la scelta della famiglia media e delle PMI, che tornano a spendere nell’automobile
Che il 2016 sia un anno in forte crescita per il mercato auto italiano lo dicono i dati delle immatricolazioni pubblicati da UNRAE: il primo semestre si è chiuso con 1.041.826 immatricolazioni di auto nuove, che fanno segnare un deciso +19,2% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Un dato positivo, soprattutto perché a crescere sono le vendite ai Privati, che segnano +21,2%.
Risultato notevole – visto che nel 2015 era stato soprattutto il settore Noleggio a trainare il mercato – che fa coppia con il +20,9% delle vendite a Società, segno che anche le aziende tornano ad investire nel rinnovamento del proprio parco auto.
Perché è un dato importante?
Perché significa che a torna a crescere il «mercato reale», quello costituito dagli utilizzatori finali delle automobili, a dispetto del «lato oscuro» nel quale finiscono le Km Zero e le autoimmatricolazioni delle Case auto e dei Concessionari.
Un calderone creato per mantenere quote di mercato, autocelebrarsi con numeri roboanti e cogliere gli obiettivi periodici.
Dunque cresce il mercato reale, e sono due i segmenti che brillano con risultati ben oltre la media:
► A (quello delle utilitarie) +32,3%, un dato atteso visto che storicamente è il più vivace del mercato italiano.
► C (quello delle 2 volumi medie) +28,6%, una crescita che riguarda la classe media delle famiglie italiane e molte piccole e medie aziende.
Nello specifico, la crescita del segmento C è molto interessante perché riguarda quei soggetti che rappresentano la maggior parte del tessuto sociale e produttivo italiano – le famiglie e le PMI – che tornano a spendere nell’auto.
Breve storia del segmento C
Il segmento C è strettamente legato alle vicende della middle class italiana degli ultimi quarant’anni.
In precedenza, dalla motorizzazione di massa degli anni ’60 fino agli anni ’90, la classica auto da famiglia era la berlina tre volumi, sportiveggiante come le Alfa Romeo, elegante come le Lancia, morbida come le francesi o super sicure come le svedesi.
Tutte auto che oggi sarebbero catalogate come segmento D.
Il seme dell’attuale segmento C viene piantato nei primi anni ’70 dalla matita di Giorgetto Giugiaro: la Golf.
Negli anni a venire la Golf, nata per essere economica, funzionale ed elegante diventa «grande», sia per dimensioni che per dotazioni e prezzo, contribuendo a creare quello spazio vitale tra le compatte del segmento B e le berline a tre volumi del segmento D.
Ma è a partire dagli anni ’90 che inizia il boom delle medie 5 porte, in quel decennio infatti arrivano le principali concorrenti della Golf, come la Ford Focus, le francesi Mégane e 307, la Toyota Corolla e le italiane Bravo e 146.
Gli anni 2000 consacrano definitivamente il segmento C come il più importante a livello europeo.
In Italia il trend è pressappoco lo stesso grazie all’appeal che esercita sia sugli automobilisti giovani che su quelli più maturi, che – anche grazie agli econoincentivi statali varati in quegli anni – dismettono la vecchia berlina a favore della 5 porte.
Nuova linfa al segmento C la dà il debutto di un marchio premium come Audi, che con la sua A3 punta su qualità e prestigio tipici dei segmenti superiori in chiave compatta.
Negli ultimi dieci anni poi, sono entrati a far parte del segmento C quel SUV e Crossover compatto di grande successo come Nissan Casali, Jeep Rinegare, Hyundai Tucson e Dacia Custer che hanno contribuito in maniera determinante al deciso segno «+» del segmento.
Negli ultimi anni sono arrivate altre concorrenti a contendersi lo scettro del segmento, in particolare l’Alfa Romeo Giulietta che ha segnato la riscossa del Biscione.
Quali sono le tre auto più vendute del segmento C nei primi sei mesi del 2016?
In testa c’è la VW Golf con 28.433 immatricolazioni, a riprova che il seme piantato da Giugiaro oltre quarant’anni fa continua a dare buoni frutti.
Seconda la Jeep Renegade con 18.760 immatricolazioni, che beneficia delle piattaforme del gruppo FCA e dell’appeal del marchio «a stelle e striscie».
Terza la Nissan Qashqai con 16.280 immatricolazioni, a conferma della nuova passione degli automobilisti italiani per le crossover dalla linea filante.
[ Andrea Tartaglia ]