Nuovo motore a benzina, nuovi esterni, interni riprogettati, maggiore sicurezza, trazione 2×4 o 4×4 a seconda dei modelli: il tutto in 4,48 metri
4 metri e mezzo iniziano a diventare importanti e la nuova Tucson si presenta con un design che importante vuole essere. Risulta evidente lo sforzo dei designers (la responsabilità degli esterni è dell’italiano Nicola Danza) di fondere l’aggressività del frontale con le linee morbido-tese delle fiancate (molto belle, a nostro avviso, le scalfature che ne dinamizzano le grandi superfici) e con la praticità espressa dal grande portellone posteriore con apertura a filo fanaleria inferiore.
Purtroppo oggi il design – la considerazione è ovviamente di ordine generale – manca generalmente di coraggio nell’esprimersi liberamente, stretto com’è fra le esigenze della potenziale clientela cui il veicolo si rivolge, normative di sicurezza in tema e – ad esempio – di altezza da terra dei gruppi ottici per non parlare poi di quanto già fatto dalla concorrenza; ebbene a nostro avviso la nuova Hyundai Tucson un po’ di coraggio l’ha trovato ed ha cercato, riuscendoci, di fondere accenni di elementi tipicamente 4×4 (buona luce a terra, accenno di pedane, importanza del corpo vettura, coda corta, cerchi, gomme e passaruote importanti) con particolari decisamente sportiveggianti quali l’effetto «cuneo» della fiancata sottolineato dall’andamento della linea inferiore della finestratura, l’antenna a pinna di squalo sul tetto, l’alettone posteriore integrato al lunotto, l’accenno stilistico al fondo rialzato, il doppio terminale di scarico a tubi rettangolari cromati, i passaruota dalla linea prima bombata e poi piatta ed un frontale decisamente aggressivo.
Talmente sportivo che ci ha fornito lo spunto per immaginarlo più basso e compresso, semplicemente eliminando i due elementi inferiori della calandra e compattando il resto: ebbene eccoci servito il muso di una sportiva bassa ed aggressiva e se questa è la sensazione, il designer ha trasmesso emozione, che «poi altro non è» se non uno dei suoi obiettivi principali, se non il primo.
Guardando ora alla quotidiana vivibilità del mezzo notiamo che gli interni privilegiano una vivibilità immediata grazie ad una progettazione elegante ma basata su comfort, dotazioni e praticità; abbondante lo spazio sia per le persone che per le cose (513 litri la capacità del bagagliaio con schienali posteriori NON abbattuti), belli e consistenti, al veloce esame tipico di una prima presa di contatto statica, materiali, finiture e dotazioni.
Ovviamente gli esemplari esposti erano full optional ma sono comunque da segnalare (fra dotazione di serie ed optional) la presenza dell’apertura elettrica del portellone con sensori di prossimità, l’assistenza al parcheggio, il controllo dell’angolo cieco e la telecamera per il rilevamento dei limiti di velocità indicati dalla segnaletica stradale con avviso al conducente, un navigatore satellitare di nuova generazione e, sotto il profilo della sicurezza attiva, la frenata d’emergenza con tre modalità di funzionamento (pedonale, urbano ed extraurbano), il sistema di mantenimento della corsia ed il monitoraggio a 180° degli ostacoli retrostanti. Attenzione anche per i pedoni grazie al cofano attivo già visto sulla Santa Fé, che si solleva e assorbe parte dell’energia in caso di collisione.
Infine un accenno ai motori Euro6 fra i quali emerge in quanto nuovo turbo 1.6 T-GDI da 176 cavalli, servito da un altrettanto nuovo cambio robotizzato a 7 marce con doppia frizione oppure dal già noto automatico sequenziale a 6 marce; completano la gamma l’altro «benzina» 1.6 GDI aspirato da 135 cv ed i due diesel 1.7 CRDi da 116 cv e il 2.0 CRDi da 136 o 184 cv. Discorso a parte merita invece la versione plug-in Hybrid