Dopo una vita dedicata ai motori e alle corse, alcuni giorni fa Guy Ligier ci ha lasciati all’età di 85 anni
Pur avendo partecipato a diverse gare automobilistiche negli anni ’60, non sarà ricordato per i suoi risultati, ma senz’altro tutti lo ricorderanno per aver fondato una tra le più grandi scuderie francesi di Formula 1.
La sua carriera di pilota inizia con le moto, con le quali guadagna il titolo di Campione di Francia nel 1959 e 1960. Il suo debutto nel mondo delle corse automobilistiche avviene più tardi, nel 1964 all’età di 35 anni nel Campionato di F2 e con un piazzamento al 5° posto guadagna i suoi primi punti in Classifica al Gran Premio di Pergusa. Due anni dopo partecipa come pilota privato alla sua prima gara in F1 al Gran Premio di Monaco al volante di una Cooper-Maserati. Con la stessa vettura partecipa a cinque gare di quella stagione, ma terminando sempre lontano dal podio. Nel 1967 cambia vettura e corre con una Brabham-Repco, ma dopo aver ottenuto 1 solo punto nella Classifica finale, a fine stagione decide di lasciare la F1. Ci riprova l’anno successivo, di nuovo con la F2, ma in un terribile incidente al Gran Premio di Francia perde il suo caro amico Jo Schlesser e a fine stagione annuncia il suo ritiro dalle corse.
La passione per le auto da corsa però resta e nel 1969 debutta al Salone di Parigi, la prima vettura realizzata da Guy Ligier, alla quale mette la sigla «JS1» in omaggio al caro amico scomparso. Si tratta di una vettura sportiva disegnata da Pietro Frua sulla quale viene montato un motore Ford-Cosworth V6 da 1,6 litri. Con uno dei 3 esemplari realizzati partecipa come pilota alla 24 Ore di LeMans nel 1970. Diretta evoluzione di questo modello è la JS2 che montava lo stesso motore portato a 1,8 litri, ma le prestazioni ancora non esaltanti hanno imposto di adottare il V6 da 2,7 litri Maserati montato sulla SM. Di questo modello pluri vittorioso vennero prodotti 225 esemplari fino al 1975, tra i quali 80 in versione stradale.
Inizia la strada di costruttore, fonda la Scuderia Ligier e nel 1976 una sua vettura nel colore «Blu Francia» fa il debutto in Formula 1, è la Ligier JS5 pilotata da Jacques Laffite che ottiene una magnifica pole al GP d’Italia a Monza e a fine Campionato un 8° posto nella Classifica Piloti con un 6° posto a Ligier nella Classifica Costruttori.
Fino alla fine degli anni ’70 e poi nel 1980 e ‘81 le Ligier con i motori Matra o Ford-Cosworth pilotate da Patrick Depailler e Didier Pironi si dimostrano competitive, poi quasi un decennio di scarsi risultati. Nel 1996 Olivier Panis ottiene la sua prima e unica vittoria in F1 con la Ligier JS43 spinta da un motore Mugen-Honda al GP di Monaco.
Dopo aver partecipato a 326 Gran Premi tra il 1976 e il 1996, nel 1997 Guy Ligier cede al pilota Alain Prost la propria scuderia che diviene «Prost GP», però nei successivi 83 Gran Premi non ottiene neanche una vittoria e nel 2001 fallisce.
Nel 2004, Guy Ligier ci riprova e con il figlio Philippe e Tico Martini realizza la JS47 per partecipare al Campionato di Formula 3 del 2005. Nel 2006 anche il pilota Nico Hulkenberg, ai suoi esordi, ha pilotato la Ligier JS47 al GP del Nürburgring classificandosi al 5° posto.
Abbandonato il mondo delle corse, gli eredi di Guy Ligier si mettono a produrre delle City Car guidabili anche a 16 anni. Certo non sono auto da corsa ma risultano essere molto competitive in quel particolare segmento, soprattutto per la loro qualità costruttiva e robustezza. Attualmente i motori utilizzati sono dei bicilindrici Lombardini a 4 tempi da 480 cc, consumi irrisori ed emissioni di 65 g/km di CO2, il più basso tra i veicoli a 4 ruote con motore termico. Con queste parole, François Ligier, fondatore e CEO di LIGIER Group ha voluto ricordare in questi giorni Guy Ligier: “Mio nonno è stato un uomo retto e visionario, dal carattere ben temprato, capace di spostare anche le montagne. Ci lascia una eredità piena di valori forti e senso del dovere”.
[ Paolo Pauletta ]