Venne lanciata con lo slogan “The car you always promised yourself’’ (l’auto che ti sei sempre promesso) e fu un grande successo
Il 1969 è ricordato per lo sbarco del primo uomo sulla Luna, per il Festival di Woodstock, un vero spartiacque di costume, per l’arrivo dei Boeing 747 che portarono una vera rivoluzione nel trasporto aereo e, per gli appassionati delle quattro ruote, per il debutto sulle strade europee della Ford Capri, poi prodotta in oltre 1,8 milioni di esemplari sino al 1986, quindi per oltre 17 anni.
L’Ovale Blu celebra questo modello, considerato la risposta europea alla Mustang, con un video (sopra riportato) che porta il modello di serie più prestazionale, la Capri RS 2600, sulle montagne dell’Eifel – dove sono stati effettuati i test prima del lancio al pubblico – e poi sui circuiti di Spa, in Belgio e Zandvoort, nei Paesi Bassi, dove la Ford Capri ha ottenuto molte importanti vittorie.
La Ford Capri V6 protagonista del video, appartenente alla collezione di auto storiche di Ford, ha percorso più di 700 km in 6 giorni di riprese, inclusi alcuni giri del circuito di Zandvoort.
Steve Sutcliffe, il giornalista che ha guidato la Ford Capri delle foto di apertura nel suo viaggio tra i ricordi ha dichiarato: “La Ford Capri è stata l’auto che ha permesso all’uomo comune di vivere quotidianamente in un sogno. Aveva la capacità di farti sentire bene con te stesso quando la guidavi, e riesce a farti vivere questa sensazione ancora oggi. In definitiva, si trattava del puro piacere di guidare qualcosa di diverso”.
Ripercorriamo quindi la storia di questo modello, ancora oggi assai apprezzato dai fans della Ford e più in generale dagli appassionati di auto d’epoca, che venne prodotto tanto in Germania quanto in Inghilterra.
La Capri è stata prodotta in tre serie successive ed ha ospitato, in un corpo vettura rimasto nel tempo sostanzialmente lo stesso, una pluralità di motori che andavano dai più borghesi e tranquilli 4 cilindri 1300 cc (che apparivano minuscoli nel loro grande vano motore) sino – appunto – ai 6V 2,3 e 3 litri di cilindrata da cui derivarono cattivissime – ed efficacissime – versioni da competizione come vedremo più avanti.
La prima serie (1969 – 1974)
La gestazione progettuale di questo modello richiese quasi un intero decennio con il coinvolgimento delle filiali Ford tedesca ed inglese il cui prototipo alla fine prevalse su quello tedesco.
La Capri debuttò al Salone di Bruxelles ma si fece attendere poiché il modello, attesissimo, arrivò in stand solamente gli ultimi tre giorni della manifestazione per ritardi nel suo approntamento; veniva costruita nelle fabbriche del Nord Europa situate in Germania, Belgio ed Olanda che, sul medesimo corpo vettura, installavano motorizzazioni diverse.
Le cilindrate variavano dai 1.300 ai 1.700 cc per le versioni tedesche e dai 1.300 ai 1.600 cc per quelle inglesi. A tali versioni se ne aggiungeva una ben più sportiva spinta da un V6 che, inizialmente da due litri, venne poco dopo affiancato, sul mercato britannico, da una versione da 3.000 cc da 138 cv e su quello tedesco da una versione V6 da 2.300 cc e 125 cv.
Visto il successo iniziale, a partire dal 1970 il modello – prodotto prima solamente in versione 1.600 cc e poi in versione 2.000 cc – venne commercializzato anche in Sud Africa, Australia e Nord America; la versione 2 litri venne dopo poco tempo modificata con l’introduzione di un impianto di alimentazione ad iniezione invece che a carburatori e quello fu il primo passo verso l’impiego agonistico del modello nella categoria Turismo che a quei tempi godeva di una enorme popolarità.
Seconda serie (Capri II 1974 – 1977)
Questa seconda serie nacque immediatamente dopo la crisi petrolifera dell’autunno 1973, un avvenimento che incise profondamente sul modo di intendere l’auto, ed in particolare quelle sportive o sportiveggianti e questo incise sul successo di questa seconda serie.
Comunque nel 1974 il modello si presentò con una carrozzeria che, pur mantenendo le medesime proporzioni visive, era stata totalmente ridisegnata; denominata Capri II, era dotata di un grande portellone posteriore incorporante il lunotto e presentava inoltre nuovi interni mentre la sola meccanica era costituita dai freni a disco maggiorati e dalla presenza dell’alternatore. Sempre molto ampia la gamma delle motorizzazioni.
Terza serie (1977 – 1986)
Presentato nel 1976 in anteprima al Salone di Ginevra, la Capri Mk3 aveva la carrozzeria della serie precedente resa più aerodinamica e modificata nel frontale del tutto simile a quello della contemporanea Escort RS; migliorate le prestazioni e ridotti i consumi.
Rimarchevole il fatto che, in sede di debutto, alla Ford decisero di eliminare le combinazioni motore-trasmissione della precedente Capri II, sostituite dal solo propulsore 3.0 l S con cambio manuale nelle versioni di serie che, in quelle Ghia, era solamente automatico.
Le vendite della Capri, a quasi 10 anni dal debutto iniziavano a segnare il passo e quindi la Ford si concentrò nel 1979 sul mercato inglese dove la Capri era un vero e proprio cult introducendo nel 1979 lo «X Pack» per le versioni sportive suscitando il plauso di stampa ed appassionati e mantenendo comunque vivo l’interesse per il modello.
Nel 1981, il 3.0 V6 venne sostituito dal più sofisticato 2.8 Injection V6 da 160 cv, mentre il cambio continuava ad essere quello a 4 rapporti.
Il nuovo modello, successivamente corredato da un cambio a 5 rapporti, ebbe un successo tale da trainare l’intera gamma prolungando la produzione di ben 3 anni rispetto a quanto inizialmente programmato dalla Ford.
Versioni speciali
Nel 1984 uscì la Capri Injection Special con cerchioni sportivi a sette razze, cofano in tinta invece che nero, differenziale autobloccante e sedili in pelle e tessuto.
Il canto del cigno per le Capri di serie in larga scala fu rappresentato da un’edizione limitata turbo da 190 cv, sviluppata dalla Ford tedesca; aggressiva anche esteticamente, grazie ad un apposito body-kit (mentre il motore e i cerchioni riportarono il simbolo «RS»), cui si aggiunse la «Tickford Capri» con motore 2.8 Injection da 206 cv e freni a disco posteriori. Si trattava di edizione speciale con interni completamente in pelle e moquette Wilton mentre dietro montava un vistoso alettone; poiché tutte queste modifiche venivano effettuate a mano in circa 200 ore di lavoro, il prezzo di vendita di questa versione alla fine era circa il doppio di quello di una Capri Injection.
Dal novembre 1984, la Capri venne commercializzata solo in Inghilterra con motorizzazioni da 1.600 e 2.000 cc ed un nuovo allestimento (Laser) con manopola del cambio e volante in pelle, finestrini elettrici e mascherina e specchietti retrovisori in tinta con la carrozzeria.
La Capri Sud-africana
Ebbe vita breve (dal 1970 al 1972) ma averla oggi! Si trattava infatti di una vera e propria muscle car all’americana su base Capri che, adeguatamente rivista dalla Basil Green Motors di Johannesburg, montava un V8 5.000 cc (stessa cilindrata della Mustang oggetto di una nostra prova che a breve pubblicheremo) derivato proprio da quello della contemporanea Mustang.
L’elaborazione del propulsore (nuovo albero motore, valvole rinforzate, radiatore maggiorato e scarichi speciali) aveva portato la potenza a circa 300 cv mentre il cambio era quello a quattro rapporti della Mustang; l’asse posteriore era un Borg-Warner con differenziale auto bloccante, l’avantreno era stato ampiamente modificato con componenti realizzati dalla Basil Green.
Prestazioni: accelerazione 0-100 km/h in 7” per una velocità massima di circa 230 km/h, valori allineati a quelli di una Ferrari 250 GTE.
La Capri e lo Sport
La Ford inglese volle sottolineare il carattere sportivo della sua nuova vettura coinvolgendo nel lancio Jackie Stewart e Niki Lauda per poi istituire, anche per l’Escort, vari Campionati nazionali monomarca di rally cross in cui fece correre, anche con una versione 4×4 della Capri.
La Ford tedesca, dal canto suo, partecipò – anche tramite preparatori indipendenti di grande successo – a vari Campionati di velocità, il più prestigioso dei quali fu il Campionato Europeo Turismo che, animato da tutte le principali Case automobilistiche europee e non solo, ebbe risonanza mondiale. Qui la Ford schierò ufficialmente le Capri che si aggiudicarono il titolo europeo turismo nel 1971 con Dieter Glemser su RS 2300 e nel 1972 con Jochen Mass su RS 2600.
L’ultima Capri venne costruita il 19 dicembre 1986; fu l’esemplare numero 1.886.647. In Italia il punto di riferimento è l’attivissimo Capri Club Italia (www.capriclubitalia.it).
[ Giovanni Notaro ]