Non sono bastati 40 anni a scalfire l’immagine della Fiat Uno. Il merito è anche della matita rivoluzionaria di Giorgio Forattini che ha scritto una pagina di storia indelebile
Quando uscì nel 1983 era chiaro a tutti che la Fiat Uno avrebbe rivoluzionato il mercato dell’epoca ma anche quello futuro. La mobilità cittadina di li a poco avrebbe apprezzato le doti della piccola italiana, che a testa bassa ha racimolato consensi e successi. D’altronde era difficile che Fiat potesse fare un passo falso in questo segmento. Il marchio torinese aveva l’obbligo di sfornare un prodotto vincente e competitivo. La classica vettura in grado di cambiare i giochi.
Con la Fiat Uno è stato proprio così. Oltre un miliardo di lire di investimenti per realizzarla hanno dato i loro frutti. Il punto di partenza è stata una presentazione in pompa magna, che, manco a dirlo non ha badato a spese. Cape Canaveral, ovvero la sede aerospaziale più famosa al mondo, ha fatto da piattaforma di lancio non solo per lo Shuttle ma anche per la piccola Uno. Presentata negli States la torinese ha beneficiato anche di un altro nome celebre per lanciarli nell’olimpo delle auto indimenticabili.
La Uno doveva stupire e Fiat si è impegnata al massimo
A curare una buona parte della campagna pubblicitaria, tramite delle iconiche vignette, è Giorgio Forattini. Negli anni ’80 il fumetto era ancora particolarmente di moda. Non solo come forma d’arte e di lettura, ma anche come satira, che vedeva nomi celebri trasformati in buffe caricature. In questo contesto Forattini può esser definito senza ombra di dubbio maestro e guida. Il celebre vignettista è riuscito a rendere fumettosa la Uno con una serie di disegni che ne rappresentavano le peculiarità.
Al centro di questa insolita e rivoluzionaria campagna pubblicitaria c’è la volontà di rispondere alle tipiche domande che il pubblico rivolge al venditore in fase d’acquisto: “Come funziona?”, “Consuma poco?”, “È comoda?”.
Forattini si carica sulle spalle proprio queste domande e prova a modo suo a sfornare delle risposte, che si dimostreranno utili, mirate e di grande simpatia.
Per farlo si affida alle caricature di alcuni animali. La scelta non è casuale. Proprio in casa Fiat non mancano celebri modelli ispirati al mondo delle 4 zampe. La Topolino e la Panda ne sono un esempio. Ecco allora che mette su carta altri 4 simpatici animaletti che divertiranno i bambini e stupiranno gli adulti. In realtà l’animale scelto è sempre uno, ovvero un elefante, ma in salse ben diverse.
Il suo estro però non si ferma qui. Forattini crea anche dei neologismi così accattivanti e mirati da diventare in men che non si dica d’uso comune.
“Sciccosa”, “comodosa”, “scattosa” e “risparmiosa” sono termini che catturano subito gli italiani, e finiscono per legarli indissolubilmente alla Fiat Uno e alla sua manifesta completezza. Forattini non era nuovo a questo tipo di parole. Già con il Presidente della Repubblica di allora (Sandro Pertini) aveva adottato una “nomenclatura” simile: “pertinosa”.
4 elefantini che entreranno nella storia
Ad ogni neologismo corrisponde una peculiarità dell’auto, una caratteristica immediatamente riconoscibile e riconducibile al termine usato. Il primo animaletto associato a un neologismo è un elefante verde e “scattoso”. Il termine fa riferimento ai nuovi ed elastici motori della Fiat Uno, tra cui il leggendario FIRE e uno dei primi Diesel (aspirati) montato su una vettura così piccola. Il secondo elefante, questa volta di colore blu, è trasformato all’occorrenza in una poltrona che rappresenta l’anima “comodosa” della Uno. Questa vignetta infatti sottolinea con orgoglio la grande comodità sia all’anteriore che al posteriore della piccola italiana, ma anche la sua straordinaria ergonomia.
La terza vignetta rappresenta un elegantissimo elefante in tenuta da pinguino con tanto di panciotto e cilindro in testa. Questa volta gli è associato il termine “sciccosa”, che rappresenta non solo la sua elevata qualità costruttiva ma anche l’innovativo design firmato Giugiaro. Ultimo ma non meno importante l’elefante rosa a forma di porcellino salvadanaio dall’anima “risparmiosa”. Ciò evidenzia i costi di gestione e manutenzione ridotti della Uno, che vuole prevenire ogni intervento costoso in nome di una proverbiale affidabilità.
Manca purtroppo uno sportivissimo elefantino con proboscide a forma di chiocciola e tuta da corsa in colorazione rossa a simboleggiare il neologismo “turbosa”: come dimenticare la leggendaria Uno Turbo che fa proseliti anche tra i giovani di 40 anni dopo.
Oggi come allora queste vignette fanno sorridere. Enfatizzano l’animo sbarazzino della Uno che però nelle logiche di Fiat era di fondamentale importanza. Potremmo quasi definirla una delle Fiat più serie di sempre, perché portava sulle spalle una pesante eredità e le speranze di un futuro di successo. A Torino hanno creduto immensamente nel progetto Uno. Queste vignette di Forattini sono solo uno dei tanti modi che Fiat ha usato per promuovere l’auto. Sono infatti indimenticabili le campagne pubblicitarie, gli spot simpatici ma evocativi e soprattutto l’insolita cartolina promozionale che all’apertura si trasformava in un mini 45 giri dalla voce femminile che diceva: “Ciao, sono la nuova Fiat Uno”.
La produzione della Uno si è interrotta nel 1995 dopo un numero considerevole di versioni e ben 9 milioni di esemplari prodotti. 13 anni di grandi successi in Italia e all’estero. 13 anni che hanno donato alla storia una delle auto più azzeccate di sempre. Un progetto vincente in grado di superare dopo ben 40 anni anche il giudizio più severo: quello del tempo.
[ Ermanno Ceccherini ]