Dal pianale modulare, alle nuove motorizzazioni «ecologiche», al V6 biturbo da 3 litri con 510 cavalli che equipaggerà non solo la prossima Ferrari Dino, ma anche la Giulia GTA che calcherà le piste
La Ferrari sta attraversando un momento di grande evoluzione, grazie anche alla nuova guida da parte del vulcanico Sergio Marchionne, una vera forza imprenditoriale che ha nettamente contribuito alla rinascita del gruppo Chrysler e alla quotazione alla Borsa di New York del nuovo gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles).
Per quanto riguarda Ferrari, da oltre 60 anni l’esperienza e le innovazioni acquisite in pista sono servite per realizzare le più prestigiose vetture sportive di alta gamma. Un esempio unico di sinergia tra Reparto Corse e vetture stradali. Ora è tempo di cambiare e adottare un modo diverso di produzione al fine di esaltare ulteriormente le caratteristiche della vettura, ma con grande attenzione ai costi e alle emissioni.
Le prossime vetture stradali del Cavallino adotteranno un pianale modulare sul quale potranno essere sviluppati modelli sia con il motore anteriore che posteriore. Questo nuovo pianale avrà una struttura space frame in alluminio leggero, sul quale i vari propulsori, sospensioni e moduli elettronici, potranno essere montati o tolti con estrema facilità.
Ma perché alluminio e non fibra di carbonio come sulla McLaren? Secondo gli ingegneri e tecnici Ferrari, sebbene l’alluminio non sia leggero e rigido come il carbonio, ha una maggiore durata nel tempo e una più semplice manutenzione o riparazione in caso di incidente, senza contare il minor costo di produzione.
Inizialmente questo nuovo pianale sarà adottato nel 2017 sulla California e successivamente sulla 488 GTB, F12 Berlinetta e FF. Quest’ultima dovrebbe abbandonare l’attuale motore V12 a favore del V8 già presente sulla 488 GTB. Il programma sviluppo di nuovi motori, in particolare quelli di «taglia» inferiore, al momento procede come da programma e al momento l’attenzione è rivolta all’affinamento del nuovo V6 biturbo da 3 litri da 510 cavalli, che sarà montato sulla nuova Ferrari Dino, ma anche sulla Giulia GTA che in questi giorni continua i test sul circuito del Nürburgring.
Novità anche per quanto riguarda il tanto amato V12, simbolo stesso di Ferrari, in quanto un motore con questo numero di cilindri equipaggiava la prima Ferrari stradale nel 1947, la 125 S prodotta in soli 2 esemplari. Quello attuale, almeno in questa configurazione, dovremo purtroppo dimenticarlo, in quanto, seppure aggiornato con le più evolute tecnologie, non risponderà più alle limitazioni delle emissioni imposte dalle normative anti inquinamento. Pur rimanendo con 12 cilindri a V e motore di punta dei modelli Ferrari top di gamma, diventerà ibrido come peraltro è già successo con il V12 della LaFerrari che con una guida attenta riesce a emettere 220 g/km di CO2.
[ Paolo Pauletta ]