Il Gruppo esporrà i tre marchi e alcuni preziosi esemplari storici e le ultime novità di attuale produzione
Alfa Romeo, Abarth e Fiat saranno, grazie al peso storico ed al prestigio dei modelli esposti, tra i principali protagonisti della prestigiosa kermesse milanese.
Alfa Romeo
La partecipazione del Biscione si focalizza sulle «berline sportive», un concetto ideato proprio dal brand italiano e oggi attualizzato ed evoluto nella nuovissima Giulia e che a Milano si concretizza con l’esposizione di quattro preziosi esemplari provenienti dal Museo Storico Alfa Romeo di Arese, denominato «La macchina del tempo»: la 1900 (1950), Giulia TI Super (1963), Alfetta (1972) e 75 Turbo Evoluzione IMSA (1988). Al fianco di queste rarità, una straordinaria Giulia Quadrifoglio, sintesi del nuovo paradigma Alfa Romeo e massima espressione della «meccanica delle emozioni».
1900 (1950)
Il concetto di «berlina sportiva» nasce nel 1950 con la 1900: prima vettura dell’Alfa Romeo a essere realizzata su una vera e propria linea di montaggio, la prima ad essere progettata secondo criteri industriali, monoscocca inclusa, la prima con un motore a 4 cilindri nato per essere prodotto in serie.
Le caratteristiche più rilevanti della 1900 – prima berlina a tre volumi ad alte prestazioni – sono proprio le sue performance: velocità, tenuta di strada, maneggevolezza e sicurezza attiva, tutte caratteristiche sino ad allora riservate a vetture decisamente sportive e a modelli di segmento superiore. Prestazioni da sportiva «pura» in una vettura «da famiglia», una proposta allora innovativa, in un mercato che si avviava verso i grandi numeri.
La 1900 colleziona numerose vittorie, e tra queste l’ambito primo posto di classe alla «Carrera Panamericana Mexico» del 1954: è proprio per questo che il celebre slogan che accompagna la pubblicità della vettura recita: “La berlina da famiglia che vince le corse”. Alla metà degli anni Cinquanta diventa la prima «pantera» della Polizia di Stato, che si modernizza adottando un veicolo ad elevate prestazioni per far fronte alla criminalità: un ruolo che ricopriranno tutte le berline Alfa Romeo successive.
Il quattro cilindri bialbero della 1900 arriva – nel tempo – a 115 cv e spinge la berlina milanese sino a 180 km/h, velocità impensabile allora per una «vettura da famiglia».
La 1900 è stata prodotta al Portello in 17.390 esemplari.
Giulia TI Super (1963)
Nel 1962 debutta la Giulia, berlina con uno stile rivoluzionario e di rottura. Il claim della pubblicità dice «disegnata dal vento»: il coefficiente aerodinamico della «Giulia» segna un ottimo 0,34, ancora oggi competitivo. Questa berlina sportiva diventa la spina dorsale della produzione Alfa Romeo, è il modello di trait d’union produttivo tra il Portello e Arese.
La Giulia è la prima vettura di grande serie con un cambio a cinque rapporti e tra le prime con la scocca a struttura differenziata: in caso di urto la cellula dell’abitacolo viene preservata, garantendo una maggior sicurezza dei passeggeri. Il motore 1600 a quattro cilindri della Giulia differisce in cilindrata e in materiali adottati da quello della «Millenove»: ha il basamento in alluminio invece della ghisa, è sostanzialmente derivato dal «milletrè» della Giulietta (lanciata nel 1954) e rimane un propulsore estremamente sofisticato e performante, oltre che molto longevo.
Le eccezionali caratteristiche dinamiche e progettuali della Giulia la proiettano, nelle sue varie versioni, a lusinghieri e incredibili risultati nelle competizioni. La «Giulia TI Super» del 1963 (112 cv e 190 km/h), è la più rara e prestigiosa tra le Giulia: la versione «ready-to-race», realizzata in 501 esemplari, quasi tutti in tinta «Biancospino», con l’emblema del Quadrifoglio sulle fiancate e sul cofano del bagagliaio e con la carrozzeria «snellita» per migliorare ancora di più le già ottime prestazioni.
La TI Super ha allevato una generazione di piloti che sono poi passati alle formule «maggiori», permettendo loro di mettersi in luce con le vittorie e i piazzamenti conquistati al volante della berlina milanese. La TI Super è particolarmente adatta per le corse su strada: non a caso nel suo palmares si annovera, tra i successi più significativi, la vittoria di classe al «Tour de France Auto» del 1963. Al termine della loro lunghissima carriera commerciale, le vetture della serie Giulia superano il milione di esemplari prodotti.
Alfetta (1972)
Nel maggio del 1972, a Trieste, con la presenza del cinque volte Campione del Mondo di F.1 Juan Manuel Fangio, viene presentata alla stampa internazionale l’Alfetta, prestigiosa berlina sportiva della Casa del Biscione. La vettura è completamente nuova e si colloca tra la 1750 e la 2000, entrambe derivate dalla Giulia e che via via verranno sostituite dalla nuova arrivata.
L’Alfetta rappresenta tecnicamente lo stato dell’arte, un ulteriore step evolutivo dell’interpretazione del tema della «berlina sportiva», iniziato vent’anni prima con la 1900. Quando viene lanciata, l’Alfetta è la berlina di grande serie più sofisticata del mercato: motore anteriore longitudinale (1.779 cc, 122 cv, 180 km/h), cambio e frizione collocate al posteriore (sistema «transaxle») e sospensioni posteriori «De Dion». Da questa soluzione tecnica la scelta del nome, che ricorda la monoposto di F.1 159, equipaggiata proprio con un ponte «De Dion» e portata alla vittoria del Campionato Mondiale 1951 da Juan Manuel Fangio.
Nella campagna di lancio la comunicazione fa leva su questa tradizione storica di prestigio, utilizzando immagini che ritraggono l’Alfetta berlina collocata davanti all’omonima progenitrice di F.1. Già nei primi mesi della sua lunga carriera commerciale (fino al 1984 in varie versioni e cilindrate) l’Alfetta si rivela un successo: da sola occupa il 40% del segmento di mercato. La berlina milanese, negli anni Ottanta, porta al debutto in Europa il «variatore di fase» (brevetto internazionale Alfa Romeo), una soluzione tecnica fondamentale ancora oggi nella progettazione dei motori. Oltre alle indubbie doti dinamiche, l’Alfetta ha una buona abitabilità e un buon comfort, evolvendo in ottica moderna il concetto di «berlina ad alte prestazioni». Nel 1984 l’Alfetta termina il proprio ciclo produttivo, dopo 476.000 esemplari costruiti.
Alfa 75 Turbo Evoluzione IMSA (1988)
In occasione del 75° anniversario dell’Alfa Romeo, nel 1985, la Casa Milanese presenta l’Alfa 75: berlina sportiva compatta che sostituisce la Nuova Giulietta (1977-1984) e ne amplia l’offerta di propulsori, arrivando fino al 6 cilindri a V di 2,5 litri (poi ulteriormente incrementato a 3 litri). La «75» condivide molti componenti di meccanica e di carrozzeria con la Nuova Giulietta, a sua volta derivata dall’Alfetta.
Il risultato è un carry-over di successo, con un design molto personale e identificativo, che porta con sé due importanti novità: il motore due litri (1.962 cc, 148 cv, 205 km/h) a doppia accensione («Twin Spark») e il debutto di un motore «turbo» prodotto in grande serie (1.779 cc, 155 cv, 215 km/h), il primo ad adottare un modernissimo controllo elettronico della sovralimentazione.
Proprio dalla 75 Turbo, nella versione Evoluzione, nasce nel 1988 la vettura preparata secondo il regolamento «IMSA» (International Motor Sport Association), che vince due edizioni del «Giro d’Italia Automobilistico» (1988 e 1989). In questa configurazione la 75 raggiunge una potenza di 335 cv nell’88 e di 400 nell’anno successivo, ed è caratterizzata da una carrozzeria con carreggiate allargate e un’aerodinamica affinata, con un vistoso spoiler posteriore in fibra di carbonio.
La «75» termina la sua carriera nel 1992, dopo 387.000 esemplari venduti anche negli USA – dove è orgogliosamente ridenominata «Milano» – e rappresenta l’ultima vettura della straordinaria e longeva serie Alfetta.
Abarth
Riflettori puntati anche sul brand Abarth che sarà presente con due esemplari della 124: uno storico in versione «stradale» del 1975 e il nuovo e affascinante spider – al suo debutto in Italia dopo l’anteprima avvenuta al recente Salone di Ginevra – che è destinato a diventare un’icona del piacere di guida. Pensato per appagare anche i piloti più esigenti e ordinabile da subito in tutta Europa al prezzo di 40.000 euro, l’inedito Abarth 124 spider è il nuovo mito in fatto di performance con un carattere che si fa sentire e propone: trazione posteriore, sospensioni raffinate e un motore turbo 1.4 MultiAir a quattro cilindri da 170 cv, abbinato al cambio manuale a 6 marce oppure al cambio automatico Sequenziale Sportivo Esseesse a 6 marce con selettori al volante.
Il connubio tra il patrimonio storico e la tensione al continuo progresso tecnico è parte del DNA dello Scorpione: lo dimostrano le vetture esposte e l’ambiziosa iniziativa Abarth Classiche. Il progetto, inaugurato a novembre presso le Officine Abarth di Mirafiori a Torino, si articola su più punti: dall’atelier di restauro al Registro Abarth che coordina fiere, eventi, raduni e competizioni. Il programma, secondo ogni più rosea aspettativa, sta riscuotendo grande successo, con numerose certificazione già effettuate e numerose prenotazioni sono in lista di attesa. La coerenza tra i modelli attuali e quelli che hanno firmato tanti record automobilistici è uno dei segreti del successo commerciale del brand. Maggiori informazioni sul nuovissimo sito: http://www.abarthclassiche.com.
E a proposito dei Digital, il 1° marzo è nata «The Scorpionship», l’unica community ufficiale Abarth dedicata ai possessori delle vetture, ai collezionisti, ai membri dei club Abarth e ai semplici appassionati. Tutti possono iscriversi compilando l’apposito modulo presente sul sitohttp://scorpionship.abarth.com. Essere membro di «The Scorpionship» garantisce grandi vantaggi in termini di promozioni e di attività sportive, anche attraverso raduni che coinvolgeranno tutti i fan.
Fiat
Esposta la nuova Fiat 124 Spider, che si colloca nel solco della tradizione della sua leggendaria antenata e punta a fare innamorare una nuova generazione per il suo stile e le sue prestazioni. Tributo all’iconica vettura che venne lanciata 50 anni fa e della quale porta il nome, la nuova Fiat 124 Spider racchiude in uno stile evoluto la bellezza classica della progenitrice senza tradirne l’essenza. La nuova spider di Casa Fiat adotta l’affidabile propulsore turbo a quattro cilindri da 1,4 litri con tecnologia MultiAir, che eroga 140 cv di potenza e 240 Nm di coppia, ed è disponibile con cambio manuale a 6 marce.
Infine, nell’area esterna della manifestazione milanese sarà anche possibile ammirare da vicino l’Alfa Romeo 4C Spider e la Abarth 695 biposto, oltre a poter provare su strada la nuova Alfa Romeo Giulietta, la pluripremiata Alfa Romeo 4C e l’Abarth 695 biposto.
[ Redazione Motori360 ]