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Euro 7: il Parlamento europeo pronto a negoziare nuove norme sui motori inquinanti

Per il trasporto stradale le norme per la riduzione delle emissioni da autovetture, furgoni, autobus e camion, comprese anche quelle derivanti dall’utilizzo di pneumatici e freni, slittano in pratica di 2 anni 

I limiti di emissione attualmente in vigore si applicano alle autovetture e ai furgoni (Euro 6) e agli autobus, agli autocarri e agli altri veicoli pesanti (Euro VI). Nel novembre 2022 la Commissione propose nuove norme relative alle emissioni da veicoli a combustione, indipendentemente dal carburante utilizzato (proposta Euro 7) cui, nel calcolo, saranno comprese le emissioni non di scarico (microplastiche derivanti da pneumatici e particelle dei freni) includendo anche requisiti relativi alla durata delle batterie.

Tale posizione è stata ammorbidita dal Parlamento europeo i cui deputati hanno proposto una ripartizione supplementare delle emissioni in 3 categorie per i veicoli commerciali leggeri in base al loro peso mentre per le emissioni di gas di scarico di autobus e veicoli pesanti, hanno adottato limiti più rigorosi di quelli proposti; la norma ha superato le opposizioni con 329 voti favorevoli, 230 contrari e 41 astensioni.

Freni e pneumatici

Il Parlamento intende allineare alle norme internazionali le metodologie di calcolo e le soglie massime dell’UE per le emissioni di particelle dei freni e per i tassi di abrasione dei pneumatici; le emissioni dovranno inoltre essere misurate tanto in laboratorio quanto in condizioni di guida reali e il testo – che prevede anche requisiti minimi di durata delle batterie per auto e furgoni più elevati di quelli proposti dalla Commissione – è attualmente in fase di elaborazione da parte della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite.

Entrata in vigore

La Commissione fissa come data di entrata in vigore dell’Euro 7 il 2025 per le auto e il 2027 per i camion; il Parlamento vorrebbe che le due categorie di veicoli abbiano ventiquattro e quarantotto mesi di tempo, rispettivamente, per adeguarsi al regolamento.

Comunque il Parlamento non è intervenuto sui limiti di emissione di ossidi di azoto, monossido di carbonio e particolato per le automobili proposti dalla Commissione ma ha invece alleggerito i limiti di emissione di ossidi di azoto per i camion e ha posticipato i tempi di applicazione delle nuove regole.

Nel suo comunicato stampa il Parlamento sottolinea la propria risposta alle aspettative dei cittadini che si aspettano un impulso per la “promozione dell’acquisto di veicoli elettrici conformi a buoni standard di durata della batteria, di promuovere la diffusione delle infrastrutture digitali ed elettriche e di ridurre la dipendenza energetica dell’UE da attori stranieri”, come indicato nelle proposte contenute nelle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa.

Posizioni contrastanti

Sin dallo scorso maggio Italia, Francia, Repubblica ceca, Bulgaria, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria avevano criticato la proposta della Commissione sull’Euro 7 in quanto il rigore e l’intransigenza che traspariva da tale documento avrebbe creato gravissimi problemi all’industria automobilistica europea per dirottamento di investimenti nel percorso di transizione net-zero e prevedibile impatto sociale.

Per contro la Germania, assieme ai Paesi bassi, era dichiarata favorevole nonostante il «peso» della sua industria veicolare.

Contrario, ovviamente, anche il gruppo dei Verdi che ha definito la decisione della Commissione un’occasione persa per influire positivamente sui 700.000 decessi/anno registrati in Europa a causa dell’inquinamento prodotto da veicoli.

Le dichiarazioni

Da una nota del Consiglio dell’Ue: “Il nuovo Regolamento, che per la prima volta riguarda le autovetture, i furgoni e i veicoli pesanti in un unico atto giuridico, mira a stabilire norme più adeguate per le emissioni dei veicoli e a ridurre ulteriormente le emissioni inquinanti del trasporto stradale”, si legge in una nota. La posizione del Consiglio “rappresenta un equilibrio tra requisiti rigorosi per le emissioni dei veicoli e investimenti aggiuntivi per l’industria, in un momento in cui le case automobilistiche europee stanno subendo una trasformazione verso la produzione di auto a emissioni zero”.

Il relatore Alexandr Vondra (ECR, CZ) ha dichiarato di aver “raggiunto con successo un equilibrio tra gli obiettivi ambientali e gli interessi vitali dei produttori. Sarebbe controproducente attuare politiche ambientali che danneggiano sia l’industria europea che i suoi cittadini. Attraverso il nostro compromesso, serviamo gli interessi di tutte le parti coinvolte e ci allontaniamo da posizioni estreme”.

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica  Gilberto Pichetto Fratin: “grande risultato negoziale italiano, il realismo prevale sull’ideologia” e ancora “nuovo testo traccia strada per abbattimento emissioni per un settore in trasformazione, si affermi centralità biocarburanti avanzati” e ancora “è un buon risultato negoziale, verso una transizione realistica e credibile”.

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: “con il via libera nella seduta plenaria del Parlamento Europeo sulla nuova versione del regolamento Euro 7, prevale la ragione sulla ideologia […]. Siamo sulla strada giusta per coniugare gli obiettivi di sostenibilità con le necessità del tessuto produttivo e del sistema sociale”.

[ Redazione Motori360 ]

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