In questa nuova puntata portiamo a termine l’abitacolo della «695» e passiamo al vano anteriore
Riprendiamo la descrizione dei lavori sul nostro modello Burago, dopo una non breve interruzione di cui ci scusiamo con i lettori; avendo già visto nella precedente puntata l’installazione del roll-bar, l’elaborazione del sedile e l’autocostruzione delle cinture, completiamo il capitolo interni per poi passare al vano bagagli anteriore.
Cruscotto
La zona di fronte al pilota è stata elaborata sostituendo il tachimetro e relativa palpebra della Fiat 500 con un cruscotto aftermarket rettangolare su cui è stata posizionata una decalcomania riproducente la strumentazione. Vale sottolineare la fedeltà di forma del suddetto cruscotto a quelli Abarth optional per 595 e 695 (allora utilizzati, in forma simile, anche su alcune Giannini 590 e 650); chi non desiderava tale accessorio, si doveva accontentare del solo tachimetro a scala maggiorata, alloggiato nella palpebra originale della Fiat 500. Qui sotto a sinistra l’immagine del cruscotto originale e lo schema tratto dal libretto uso e manutenzione Abarth e, a destra, il cruscotto del modello. Va anche per onestà evidenziata la differenza nella forma e nel numero degli strumenti: 4 nel cruscotto dell’auto (tachimetro e contagiri grandi e i due centrali sovrapposti più piccoli) e 5 nella decalcomania (tachimetro + 4 piccoli); anche per tale ragione è stato aggiunto il contagiri innestandolo in posizione centrale al posto del posacenere.
Tale soluzione si vedeva all’epoca soprattutto sulle 500, per integrare il solo tachimetro, ma veniva adottata anche su qualche Abarth 595 e 695 e su qualche Giannini poiché, a parte l’effetto estetico, molti ritenevano che il contagiri meccanico fosse più preciso di quello elettrico. Il contagiri del modello è stato autocostruito partendo da un faro, la cui parte anteriore è stata prima limata e poi lisciata e poi «passata» con un paio di mani di trasparente sul quale far aderire, una volta asciutta la vernice, la decalcomania dello strumento a sua volta ripassata con il medesimo trasparente; la parte posteriore è stata forata per permettere l’alloggiamento sia del cavetto e sia della staffa di supporto, dopodiché è stata verniciata in nero; altro lavoro fatto è stata la sostituzione dei vari interruttori stampati con altri autocostruiti a pulsante (una licenza modellistica condannabile ma tant’è: a me all’epoca piaceva così ed i puristi potranno comunque risparmiarsi una fatica prendendo comunque spunto per la fabbricazione di pulsanti in modelli che lo prevedono); auto costruiti anche la chiave d’avviamento e lo stacca-batteria mentre il volante a due razze (equipaggiamento originale della Fiat 500 e, ovviamente, del modello) è stato sostituito, come quasi sempre accadeva nella realtà, con altro a tre razze di diametro inferiore ed impugnatura maggiorata.
Tunnel centrale ed estintore
Il tunnel centrale del modello è stampato in pezzo unico comprendente anche la leva del cambio e le levette per lo starter e l’aria; la leva del cambio è stata asportata tagliandola alla base con un cutter molto affilato; dopodiché l’area dove insisteva la leva del cambio è stata forata per permettere l’inserimento di una boccola metallica (che avrebbe dovuto venire verniciata in nero opaco…) in cui è stata a sua volta inserita una sezione di barretta metallica di acciaio; il pomello della leva del cambio è stato anch’esso sostituito con altro «effetto legno» dall’impugnatura maggiorata proveniente dalla solita banca dei pezzi (qualcuno avrà riconosciuto il pomello del cambio di una Giulia GT).
L’estintore è stato ricavato utilizzando un condensatore da pc nella cui faccia superiore è stata inserita una piccola rondella nel cui foro centrale è stato incollato uno «sprue» a T forato trasversalmente per poter poi ricevere da una parte la leva di apertura e dall’altra il diffusore del liquido estinguente; questo è stato ricavato da un piccolissimo rivetto in ottone proveniente dagli snodi dei bracci di un ombrello. Il supporto di sostegno dell’estintore è in realtà un supporto per fusibili. In epoca successiva all’elaborazione di questo modello il corpo principale dell’estintore è stato realizzato in resina da relativo stampo.
Portiere, tettuccio posteriore e capote
Il pannello della portiera in tessuto-non-tessuto nero è stato ricavato da una busta di protezione contenuta in una scatola di borsa per signora ma qualsiasi altro tessuto, purché in grado di assorbire il collante, andrà bene; il lavoro è di facile esecuzione:
- a) Si smonta il pannello di plastica dalla portiera (inserire la lama di un cutter fra il bordo del pannello e la portiera e fare leva dolcemente ma progressivamente spostandosi più volte sino a completo distacco);
- b) Si asportano con un po’ di attenzione dal pannello la manovella del saliscendi del vetro, la leva apriporta e la maniglia di chiusura;
- c) Si taglia a misura il tessuto (lasciando sui 4 bordi laterali quel tanto che serve a ricoprirli), si passa velocemente e abbondantemente del buon collante liquido per plastica partendo da un lato ed incollando progressivamente dal lato verso il centro per arrivare sino all’altro lato; non occorre preoccuparsi dell’eventuale collante in eccesso poiché il tessuto lo assorbe e l’eventuale residuo comunque evapora lasciando il tessuto inalterato (non utilizzare in questi casi collanti epossidici o cianolitici altrimenti potrebbero formarsi aloni bianchi cristallizzati);
- d) In fase di incollaggio non preoccuparsi di coprire gli incassi di leve e maniglie perché, una volta ben asciutto il pannello (far passare almeno un paio d’ore in luogo aerato) si potrà asportare il tessuto che si sarà leggermente ritirato proprio sugli incassi, mettendone in evidenza l’esatto profilo; basterà a quel punto utilizzare un cutter a lama triangolare nuova per asportare con delicatezza il tessuto in eccesso e poi riposizionare leve e manovelle; l’effetto sarà questo:
Per rivestire il pannello del tettuccio soprastante il divano posteriore sarà sufficiente seguire la medesima procedura, comunque facilitati dalla mancanza di incassi da ritagliare
La capote si toglie facilmente con la medesima procedura ma prima, avendo in mano la carrozzeria completamente smontata, si potrà provare a fare pressione dall’interno verso l’esterno: la plastica si dovrebbe curvare ed uscire dalla sede senza problemi; se ciò non fosse possibile, si procederà come sopra descritto facendo però ancora più attenzione a non graffiare la carrozzeria con punte di cutter o di piccoli cacciaviti; nel caso si potrà utilizzare un tovagliolino di carta interposto fra lo strumento e la carrozzeria in modo che sia solamente la punta a scivolare sotto il bordo della capote; l’eventuale graffio sarà a quel punto in zona successivamente coperta.
Una volta tolta la capote si incollerà (con colla epossidica bi-componente), all’esterno della carrozzeria, al centro del vano oramai vuoto del tetto, una barretta metallica tonda tagliata a misura (nel caso concreto è stato utilizzato un tubicino di rame ma si può utilizzare qualsiasi cosa che serva alla bisogna, purché di diametro adeguato); questa barretta non solo sosterrà il tessuto ma darà al rivestimento, visto dall’esterno, il medesimo effetto di leggera lentezza della vera capote. A questo punto basterà tagliare a misura il tessuto ed incollarlo ai bordi esterni del tettuccio in precedenza ricoperti dalla capote in plastica, utilizzando con parsimonia ma velocemente il collante epossidico bi-componente già usato per incollare la barretta trasversale; una volta mescolata la dose di colla bi-componente, io utilizzo uno stecchino per prelevare la dose giusta e stenderla lungo i bordi del tettuccio. L’operazione dovrà essere estremamente veloce in quanto questo tipo di collante si solidifica in brevissimo tempo (tempo utile dai 60 ai 90 secondi al massimo).
Vano «bagagli» anteriore
Qui non c’è molto da fare, se non migliorare il serbatoio del carburante, cosa che si fa molto facilmente con diversi livelli di finitura:
- si aggiunge al pezzo originale solamente un tappo metallico;
- si vernicia aggiungendo il tappo metallico ed il tubo della benzina;
- si possono aggiungere ancora delle fettucce d’alluminio a imitazione dei nastri metallici che stabilizzano il serbatoio contro la scocca.
Nella prossima puntata, la conclusiva che non si farà attendere quanto questa, parleremo di ruote e carrozzeria.
[ Giovanni Notaro ]