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DFSK sbarca in Italia con una gamma SUV di tutto rispetto

Con più di 3 milioni di vetture vendute, commercializzate in circa 72 Paesi, DFSK arriva in Italia a testa alta. Alla prova dei fatti… promossa!

In occasione del lancio italiano di DFSK siamo stati invitati a Villa Fenaroli Palace Hotel a Rezzato (BS) per toccare con mano la gamma SUV che percorrerà le strade del Bel Paese. Il marchio cinese acronimo di Dongfeng Sokon Automobile è ufficialmente importato in Italia dal dicembre 2023 grazie a China Car Company. Il marchio ha attualmente ben 7 Centri produttivi di cui due di gran prestigio negli Stati Uniti, nello specifico nello stato dell’Indiana e nella Silicon Valley. I 3 milioni di vetture vendute e i 72 paesi «riforniti» testimoniano la determinazione del marchio che ora vuole solcare le strade Italiane ed Europee senza rinunce.

Uno dei punti forti dell’azienda è avere una delle reti di fornitori specializzati tra i più affermati e importanti del mondo. Ciò garantisce sempre soluzioni tecnologiche di qualità, all’avanguardia e sicure. In occasione di questa prima presa di contatto abbiamo avuto modo di vedere e provare la gamma italiana, scoprendo una piacevole diversificazione di prezzi che permette, sia all’utente più spendaccione che a quello attento a costi o consumi, di trovare pane per i suoi denti.

Prezzi contenuti ma ottima qualità generale

Il listino infatti partirà da meno di 18 mila euro (IPT e messa in strada escluse), per arrivare a cifre decisamente più alte con le top di gamma e le elettriche/ibride. In questa giornata organizzata dai vertici di DFSK abbiamo avuto modo di ammirare e toccare con mano la gamma italiana, scoprendo che il marchio cinese ha le carte giuste per convincere anche gli acquirenti italiani più scettici.

Sarà anche una entry level ma la Glory 500 ha davvero le idee molto chiare

Il primo modello di cui parliamo oggi è la DFSK Glory 500, che rappresenta a tutti gli effetti il veicolo entry level della gamma cinese. Lunga 4.385 mm questa vettura è senza dubbio la più versatile nel panorama del marchio. Le linee senza stravaganze ma con tagli decisi la rendono perfetta per il segmento di appartenenza, dove il rischio di «già visto» è sempre dietro l’angolo. L’ampia calandra anteriore e un dettaglio di colore rosso che corre intorno alla carrozzeria le donano carattere senza snaturarla o renderla volgare.

Gli interni non sono da meno e appaiono ben fatti sia nel disegno che nella consistenza. I componenti in plastica dura non possono non figurare a tali condizioni, ma la qualità generale, rapportata al prezzo, ci sembra buona. Piacevole e di qualità la plancia anteriore, rivestita con una finitura simil pelle con cuciture a contrasto. 5 posti per 5 comodi passeggeri e un bagagliaio di tutto rispetto completano il pacchetto interno ricco di dotazioni tecnologiche. Anche nei dettagli il marchio cinese sembra aver fatto bene e lo dimostra una pratica luce a Led presente all’interno del bagagliaio che può essere azionata (ma non rimossa) a comando.

Propulsore aspirato, ma è in arrivo un turbo benzina molto più performante

A spingerla ci pensa un 1.5 benzina aspirato da 106 cavalli e 147,5 Nm di coppia già a 1.800 giri. Il propulsore, pur non essendo il massimo in termini di prestazioni, fa il suo dovere e a dire dei tecnici DSFK farà anche parecchi chilometri. Tanta attenzione infatti è stata riservata alla longevità della componentistica. Abbinato a un cambio manuale o automatico questo propulsore offre una guida semplice e intuitiva. Una soluzione graditissima agli italiani porta la firma di Landi Renzo. Infatti questa Glory 500 porta in dote un impianto GPL specifico.

Per chi fosse alla ricerca di maggiori prestazioni niente paura, anzi solo un po’ di attesa. A breve sarà disponibile il 1.5 nella sua versione turbo e stando ai rumors dovrebbe toccare i 150 cavalli. Prezzo a partire da 17.988 euro per la versione manuale, 19.988 euro per la versione automatica  (IPT e messa in strada escluse) che diventano 21.500 euro per la «Luxury».

Prezzi concorrenziali anche considerando che queste Glory 500 potranno contare su molti optional di serie come cerchi da 17 pollici, Apple CarPlay e Android Auto, tetto apribile, sensori di parcheggio, navigatore e molti altri. Non sono al momento disponibili ADAS, e il numero degli airbag (solo due al momento) crescerà presto a 4 per incrementare la sicurezza in caso di impatto.

La Glory 580 è una 7 posti con qualche anno alle spalle ma ottime caratteristiche

La piccola di Casa, dunque, traccia le linee per le sorelle maggiori. La seconda protagonista è la DFSK 580 che, forte dei suoi 4.715 mm, strizza l’occhio a chi è alla ricerca di più spazio ed ergonomia. Il family feeling con la Glory 500 (ma anche con le sorelle più grandi) è confermato dall’ampia calandra anteriore e dai fari che si sviluppano in lunghezza ai lati della carrozzeria.

A spingere la Glory 580 ci pensa sempre il 1.5 (turbo benzina) che eroga ben 145 cavalli e 220 Nm di coppia mettendo d’accordo anche chi è alla ricerca di un po’ di brio in più. Il cambio automatico CVT fa il suo lavoro ed enfatizza il comfort generale. Velocità massima di 180 km/h che su una 7 posti non sono affatto male. In questo caso, gli accenni sportivi lasciano spazio all’eleganza, anche se al posteriore compaiono comunque due uscite di scarico piuttosto cattive (e sono anche vere). E a essere cattivo in realtà è tutto il design posteriore, che nel complesso sembra davvero ben riuscito, con i gruppi ottici che slanciano le linee dell’ampio portellone.

Dotazione di rilievo per il SUV 7 posti più economico del mercato

Fari led automatici, telecamere e sensori, interni curati e completi e un sistema di info-telematica di qualità sono le ciliegine sulla torta per un’auto che, anche internamente, non si espone a colpi di testa in nome di qualità e razionalità. Auto completa senza dimenticare la sua doppia alimentazione benzina/GPL.

Al momento tra l’altro questa Glory 580 è una delle vetture 7 posti più economiche sul mercato con prezzo a partire da 26.988 euro (IPT e messa in strada esclusi) e saprà farsi amare anche da chi è alla ricerca di grandi capacità di carico, considerando che dietro abbattendo i sedili si crea un piano perfettamente orizzontale.

Largo ai giovani: la F5 è dedicata proprio a loro ed è una crossover-coupé

Un po’ più sbarazzina ma non di certo meno importante, anzi per i più giovani forse la più interessante, è la DFSK F5 (ex ix5), dove la differente «nomenclatura» identifica una declinazione coupé. Lunga 4.685 mm, la crossover coupé cinese non nasconde il suo posteriore slanciato con linee che, seppur armoniose, strizzano l’occhio a maggiore aggressività. A stupire infatti è decisamente il posteriore che ospita 4 arrabbiatissimi scarichi che fanno capolino sotto il finto estrattore in plastica.

La versione italiana sostituisce questa cattiveria con due terminali più discreti ed eleganti ma comunque di carattere. D’impatto anche i fanali di coda, uniti come le mode del momento suggeriscono. L’anteriore ricorda inevitabilmente le sorelle, con la griglia che però sfoggia un disegno tridimensionale e maggiore cura con dettagli cromati.

Il 1.5 turbo benzina in questo caso eroga 145 cavalli sempre «sfogati» sul solo asse anteriore, 220 Nm di coppia e cambio automatico CVT.

Bi-Fuel con un look davvero convincente

 

Anche in questo caso Landi Renzo ci ha messo lo zampino. La DFSK F5 è infatti una bi-fuel come le sorelle. La F5 fa sfoggio di interni ancor più tecnologici con dettagli davvero interessanti per una vettura di questa categoria. Con fari a Led, display digitale e comandi touch ha un costo che si avvicina ai 30 mila euro (29.988 con IPT e messa in strada escluse). Nota di merito per il volante, aggressivo e piacevole con un taglio nella zona inferiore davvero ben riuscito.

Glory 600 e E5 PHEV fanno davvero sul serio

Le vere protagoniste però, almeno sulla carta, sono le nuovissime Glory 600 e E5 PHEV

Partiamo dalla prima, che ha davvero dalla sua degli assi nella manica pronti a conquistare il mercato italiano. Lunga 4.720 mm la Glory 600 non vuole esporre il fianco a critiche e su di lei i tecnici cinesi hanno davvero fatto un ottimo lavoro. Le foto forse non le renderanno giustizia ma la qualità percepita è davvero elevata. Anche lei fa sfoggio di 7 comodi posti, con piccoli sacrifici solo per gli ultimi 2 passeggeri.

Trazione anteriore, il cambio CVT e il solito 1.5 turbo benzina muovono con disinvoltura le masse in gioco e non disdegnano qualche sorpasso in poco spazio. In realtà questa volta abbiamo ben 185 cavalli e 300 Nm di coppia che sanno farsi rispettare. Durante il test drive abbiamo davvero apprezzato la comodità generale. Oseremo definirla in questo primo veloce contatto un’auto da lunghe/lunghissime percorrenze. Sedili comodi e ben imbottiti vanno davvero a braccetto con sospensioni di qualità capaci di smorzare anche le buche più ostinate e profonde.

Qualità generale davvero ottima per la Glory 600

Salire a bordo è un’esperienza davvero gradevole. Ci accoglie infatti un abitacolo molto ben insonorizzato, e rifinito come pochi. Anche forzando non si percepiscono scricchiolii o cedimenti, cosa assai rara nel mercato automobilistico odierno.

Il tripudio di tecnologia vede come protagonisti il display centrale (veramente enorme) e la strumentazione di fronte al guidare. Non mancano Apple CarPlay, Android auto, applicazioni, navigatore, radio Dab, telecamere a 360°, Led di bordo, portellone elettrico, sensori e altro ancora.

Anche da passeggero e al posteriore le sensazioni sono piacevoli. È presente una presa USB sul tunnel posteriore (peccato non siano due) e il pozzetto sul quale poggia il braccio il guidatore nasconde al suo interno un bel «locale» refrigerato di generose dimensioni.

Anche per la Glory 600 parliamo di una bi-fuel, stesso discorso quindi delle sorelle minori. DFSK punta molto sull’estetica e sulla qualità del veicolo, curato nei dettagli e nella componentistica. Il look da SUV sportivo e quasi premium non passa inosservato. I dettagli rossi su prese d’aria e fiancate enfatizzano questa sensazione. Bella anche la fascia luminosa che corre da un faro all’altro sia all’anteriore che al posteriore.

Peccato per i 4 scarichi finti, avrei gradito qualcosa di meno sportivo ma più realistico. Poco male, questa svista insieme al cassetto portaoggetti non rivestito non potrà di certo inficiare l’esperienza di bordo che rimane di grande qualità.

Poche rinunce se non l’assenza degli ADAS

Mancano purtroppo gli ADAS, che arriveranno (forse) in un secondo momento. Per chi fosse interessato, questa versione è disponibile anche con immatricolazione autocarro. Prezzi a partire da 29.588 euro.

La E5 PHEV è attualmente la punta di diamante di casa DFSK

Ultima ma non di certo meno importante la E5 PHEV, che ricalca in tutto e per tutto lo stile della Glory 600 esaltando l’aspetto «green» ed elegante. Infatti, al posto delle prese d’aria rosse e degli scarichi troviamo soluzioni più eleganti e di minore impatto visivo com’è giusto che sia. Piacevole anche la stilizzazione del logo DFSK in una chiave più tecnologica con un motivo a piccoli cerchi che si ripropone anche sul volante.

Più o meno gemella della Glory 600 conferma l’ottima qualità generale

Con 4.760 mm cresce di qualche centimetro rispetto alla sorella ma l’impatto visivo rimane il medesimo e le giuste proporzioni non devono spaventare chi teme di essere al cospetto di una vettura troppo ingombrante. L’unità ibrida plug-in che spinge la «E5» è composta da un motore termico 1.5 da 110 cavalli e un elettrico da 180 cavalli che con 300 Nm di coppia le permettono di schizzare da 0-100 in soli 6,7 secondi con velocità massima «autolimitata» a 165 km/h. Nota di merito per la gestione dell’elettrico, che rispetto alla concorrenza ha una bella chicca da sfoggiare.

La E5 PHEV infatti è forte dei suoi 80 km di autonomia in solo elettrico ma è anche capace di percorrerli «tutti» a tavoletta. Infatti, fino alla velocità massima, se selezionate la sola modalità di guida elettrica, non azionerà il motore a benzina, consentendo quindi una vero e proprio utilizzo ecosostenibile al 100%. Tempi di ricarica: 4 ore, ma non vi lascerà mai a piedi considerando che le logiche di intervento del sistema ibrido prevedono una ricarica in marcia dell’unità elettrica.

Il peso e l’assetto più rigido sono percepibili su fondi sconnessi ma non quando si da’ gas su asfalto

Un po’ di peso in più e una taratura meno «morbida» delle sospensioni sono avvertibili già nei primi metri, ma le sensazioni rimangono positive con un interessante brio quando si preme il pedale del gas. DFSK dedica questa vettura a chi è alla ricerca di eleganza, qualità, prestazioni e attenzione ai nuovi metodi di mobilità elettrica. Questa E5 è a tutti gli effetti una top di gamma, con interni e accessori che sono quindi pari o superiori alla Glory 600. Nel complesso ci sono sembrate molto simili, una l’evoluzione ibrida dell’altra per intenderci, quindi entrambe di alta qualità. Prezzi in questo caso più alti, a partire da 36.888 euro che però possono scendere usufruendo degli ecoincentivi statali.

L’ultima nota riguarda la classe di emissioni. Tutte le vetture DFSK sono delle Euro 6D di ultima generazione, tranne la E5 PHEV che è una Euro 6E. È però già in corso l’omologazione di tutta la gamma come classe 6E perché di fatto già le emissioni attuali (molto contenute) permettono questa soluzione.

Brava DFSK, adesso non ci resta che testarle in un long test drive

In definitiva riteniamo che la «prima» di DFSK sia stata un’ottima esperienza e che il marchio cinese abbia dalla sua idee ben chiare e componentistica di qualità. Una critica potrebbe forse essere sollevata nei confronti delle motorizzazioni, un po’ sottotono (immaginate sulla F5 o sulla Glory 600 avere 100 cavalli in più) ma c’è tempo e modo per recuperare alla grande. Chi è scettico nei confronti della situazione ricambi può e deve ricredersi. Il brand cinese ha già numerosi partner e fornitori di ricambistica qui in Italia e in Europa che rappresentano eccellenze internazionali.

In attesa di provarla al più presto in un long test drive, vi invitiamo a rimanere sintonizzati e a toccare con mano questi prodotti orientali che si sono evoluti a tal punto bene da aver in buona parte colmato il gap con le europee.

[ Ermanno Ceccherini ]

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