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Destriero, lo yacht dei record

Oggi 9 agosto ricorre il 25° anniversario della storica impresa del Destriero, che in 2 giorni, 10 ore, 34 minuti e 50 secondi compì la traversata atlantica, 3.106 miglia alla media di quasi 100 km/h

L’idea di realizzare uno yacht che potesse battere il record che apparteneva al catamarano britannico Hoverspeed che riuscì a coprire la traversata atlantica in 3 giorni, 7 ore e 54 minuti, venne al Principe Karim Aga Khan, artefice della Costa Smeralda e Presidente dell’omonimo Yacht Club. A lui si affiancarono nel progetto i nomi più importanti dell’imprenditoria italiana di quegli anni: Gianni Agnelli (Fiat), Franco Nobili (IRI), Umberto Nordio (Alitalia) e Arrigo Gattai (CONI).

Per il progetto venne incaricato il designer inglese Donald  Blount che si avvalse della collaborazione di Pininfarina per le prove aerodinamiche del modello nella galleria del vento. Infine il progetto venne affidato a Fincantieri che, nel tempo record di 270 giorni, costruì l’imbarcazione nel cantiere di Muggiano (La Spezia). Una curiosità: la prua venne realizzata nel cantiere di Riva Trigoso e poi trasportata a Muggiano per essere saldata sullo scafo.

Il Destriero era la più grande nave in alluminio mai costruita, ma anche quella con i motori a idrogetto più potenti. In sintesi, il Destriero era lungo 67,7 metri con una stazza di 400 tonnellate ed era spinto da 3 turbine di derivazione aeronautica General Electric LM1600 per i motori MTU che sviluppavano una potenza totale continua di 51.675 cavalli, collegati a 3 idrogetti KaMeWa 125 che consentivano una velocità massima superiore ai 110 km/h.

Nonostante le dimensioni dello scafo, lo spazio a disposizione dell’equipaggio ricavato sotto la plancia di comando era alquanto ridotto, oltre ad un vano cucina, c’era un locale con 6 cuccette che a turno venivano occupate dai 16 membri dell’equipaggio, in pratica come sui sommergibili. Tutta la lunghezza della prua era destinata ai serbatoi di carburante (800 tonnellate ndr.), mentre a poppa c’era un locale tecnico per i motoristi.

D’altra parte per percorrere oltre 3.000 miglia a 100 km/h senza possibilità di rifornimento, c’era la necessità di disporre di molto carburante.

Un Record molto discusso

Il 6 agosto 1992 alle ore 13:59 (18:59 Greenwich time) il Destriero si lascia alle spalle New York con i suoi grattacieli e la Statua della Libertà per avviarsi verso il faro di Ambrose per la partenza ufficiale e punta la prua verso le isole Scilly in Inghilterra. Dopo una incredibile cavalcata sulle onde di 3.106 miglia a tutta manetta, alle 06:14:50 (Greenwich time) del 9 agosto, il comandante Cesare Fiorio contatta il personale del faro di Bishop Rock (Schilly island) affinché registrino il passaggio del Destriero. Almeno per la storia, 2 giorni, 10 ore, 34 minuti e 50 secondi è certamente un Record, tuttora imbattuto.

Il comandante Odoardo Mancini, con molto orgoglio confezionò immediatamente il famoso Nastro Azzurro che veniva attribuito all’imbarcazione che effettuava la traversata nel minor tempo. Purtroppo il trofeo Blue Ribbon non poté essere assegnato in quanto, come previsto dal Regolamento, il Destriero non stava svolgendo regolare servizio passeggeri e non aveva effettuato la traversata da Est verso Ovest, bensì da Ovest verso Est. In effetti il Destriero è stato sfortunato, in quanto nella traversata verso gli Stati Uniti si era imbattuto in una violenta tempesta che lo ha costretto ad allungare la rotta e arrivare a New York in 100 ore, ben oltre il tempo previsto. Perciò, come ha dichiarato Cesare Fiorio, non restava altro da fare che dimostrare le potenzialità del Destriero sulla tratta di ritorno.

Dalle stelle all’oblio

Al centro Karim Aga Kahn e Cesare Fiorio

Il 5 settembre 1992, il Destriero, bardato con il Nastro Azzurro, veniva festeggiato a Porto Cervo. Un successo per la marineria italiana conquistato da un equipaggio altamente qualificato che è doveroso menzionare. Oltre al comandante e responsabile del progetto Destriero Challenge Cesare Fiorio e al comandante Odoardo Mancini, il comandante in seconda Aldo Benedetti, il primo ufficiale Sergio Simone, operatore telecomunicazioni Franco De Mei, direttore di macchina Giuseppe Carbonaro, i macchinisti Mario Gando e Nello Andreoli, elettricista Massimo Robino, i motoristi Silvano Federici e Cesare Quondamatteo, il tecnico Davide Maccario, tecnico propulsione Giacomo Petriccione e il tecnico turbine Michel Hurrle.

Nel corso dei festeggiamenti, al Destriero è stato assegnato il «Virgin Atlantic Trophy» da parte di Richard Branson per la più veloce traversata atlantica senza regole e il «Columbus Atlantic Trophy» da parte del Yacht Club Costa Smeralda e del New York Yacht Club per la doppia traversata atlantica.

Nonostante il Destriero fosse stato costruito in Italia ed i suoi armatori così come il suo equipaggio fossero quasi totalmente italiani, è curioso evidenziare che era di proprietà della Bravo Romeo Ltd. con sede a Dublino e batteva bandiera delle Bahamas.

Come molte altre belle storie italiane che passano rapidamente nel dimenticatoio insieme ai suoi eroi, va ricordato che dopo questi festeggiamenti il Destriero è stato abbandonato per molti anni in Inghilterra nel bacino n° 3 della base navale di Devonport nei pressi di Plymouth.

Poi a febbraio 2009 è stato caricato su una speciale chiatta e trasportato in Germania presso i Cantieri Lürssen di Lemwerden (Brema) dove è rimasto in acqua fino al 2012 per essere poi issato sulla banchina davanti un capannone dove si trovava almeno fino al 2016, ormai senza scritte e vessilli e in pessime condizioni.

[ Paolo Pauletta ]

 

 

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