Anche a Trieste i festeggiamenti per ricordare un’automobile diventata icona e famosa protagonista della trilogia «Ritorno al Futuro», che nel 1985 vide l’uscita del primo film della saga
Il 21 ottobre 2015 è un giorno simbolo per tutti fans della saga «Ritorno al Futuro», la trilogia di film diretti da Robert Zemeckis e interpretati da Michael J. Fox nella parte di Marty McFly e Christopher Lloyd nella parte di «Doc».
In quel giorno, nel secondo capitolo della trilogia, Marty McFly arriva dal passato (1955) a bordo della DeLorean trasformata in macchina del tempo dal suo amico Emmett «Doc» Brown. In ricordo di questa data, in ogni parte del mondo si sono svolti festeggiamenti rievocativi con al centro lei, la DeLorean MC12.
A Trieste in occasione della 15a edizione del Festival Internazionale della Fantascienza «Trieste Science+Fiction» (dal 3 all’8 novembre), unico festival interamente dedicato alla fantascienza in Italia, gli organizzatori hanno voluto ricreare per sabato 31 ottobre la location vista nel primo e nel secondo film «Ritorno al Futuro»: la «Courthouse Square» della cittadina di Hill Valley. Piazza della Borsa a Trieste si presta perfettamente allo scopo, il palazzo della Camera di Commercio è simile al palazzo comunale di Hill Valley, c’è pure l’orologio al centro del timpano frontale sul quale sono stati puntati un paio di fari di scena.
La DMC12, anzi 4 esemplari, sono stati portati dai soci del Club Italiano DeLorean, «Doc» e Marty McFly erano impersonati da collaboratori dell’organizzazione. Tutto perfetto. Purtroppo il vento di Bora che in quel week-end ha sferzato la città ad oltre 100 km/h, ha reso impossibile ripetere il Ciak con il cavo teso dall’orologio e rivivere quella storica scena.
Nonostante questo «inconveniente», peraltro non raro a Trieste, il pubblico ha circondato numeroso le DeLorean ed i loro proprietari si sono resi disponibili a rispondere alle tante domande riguardo alle loro vetture e alla loro straordinaria storia.
John DeLorean, ex vice-Presidente della General Motors, fondò la DMC (DeLorean Motor Corporation) nel 1975 a Irvine in California, ma decise di produrre in Irlanda, poco lontano da Belfast, la «sua» auto sportiva, una vettura all’avanguardia che doveva sbaragliare la concorrenza di tutte le altre auto sportive. Per realizzarla si rivolse a due nomi simbolo in campo automobilistico, Colin Chapman per la meccanica, che in pratica è quella della Lotus Esprite e Giorgetto Giugiaro per il design, che ripropone alcune soluzioni anticipate su altri suoi concept, per esempio le porte ad ala di gabbiano. Un particolare, non da poco, voluto da John DeLorean era il materiale da utilizzare per la carrozzeria, l’acciaio inox.
In effetti la MC12 era una vettura molto all’avanguardia per quegli anni e lo è tutt’ora, ma il suo sogno utopistico durò poco. C’è da dire che ha avuto molta sfortuna, la produzione della vettura iniziata a gennaio 1981, terminò a dicembre 1982 a causa del suo arresto da parte dell’autorità giudiziaria, accusa poi decaduta 2 anni dopo, ma troppo tardi per la sua azienda e per la MC12. In questo breve periodo riuscì a produrre circa 8.700 vetture, delle quali circa 6.000 ancora circolanti nel mondo.
È un’auto storica di nicchia, rivolta ad appassionati di quel modello, vuoi per la sua storia sfortunata o per i film di cui è stata protagonista, non importa quale sia la ragione. Oggi chi ha una DeLorean può dire con orgoglio di possedere un’auto rara per la sua unicità costruttiva e storica. Per chi appartiene a questo clan ristretto o vorrebbe appartenere, ci sono dei club e in Italia c’è il CID (Club Italiano DeLorean) che riunisce gli appassionati proprietari della MC12.
[ Paolo Pauletta ]