9.000 chilometri da percorrere tra Argentina, Bolivia e Cile con partenza e arrivo a Buenos Aires dal 4 al 17 gennaio
Nella edizione 2014 era abbastanza facile fare delle previsioni sul probabile vincitore della massacrante gara argentina, almeno per quanto riguardava la vettura. Nel 2015 invece le cose sono un po’ diverse, in quanto oltre al poderoso team X-Raid che si presenta con almeno 10 Mini All4 Racing, troviamo anche Peugeot con 3 esemplari della innovativa 2008 DKR e un outsider da non trascurare: il gruppo Renault-Nissan con una Dacia Duster da 390 cavalli (!!!).
Molto spettacolo ci si aspetta anche dal coriaceo Robby Gordon con il rinnovato HST chiamato Gordini che dovrà confrontarsi con il Toyota Hilux di Giniel de Villiers/Dirk von Zitzewitz che, nelle ultime edizioni, avevano già conquistato il podio, 3° nel 2012, 2° nel 2013 e 4° nel 2014.
Anche se esteticamente rassomiglia alla Mini Countryman di serie, la All4 Racing è tutt’altra cosa. Innanzitutto per le dimensioni, 22 cm più lunga, 21 cm più larga e 45 cm più alta, ma anche per la struttura tubolare sulla quale è fissata la carrozzeria in fibra di carbonio e kevlar. Il motore è un V6 BMW 3 litri Twin-turbo da 320 cv che, rispetto a quello di serie, ha la lubrificazione a carter secco per non avere problemi sulle forti pendenze. Il cambio è un Sadef sequenziale a 6 rapporti e la velocità massima stimata non è molto elevata, 185 km/h, a vantaggio della coppia di ben 700 Nm disponibile già a 3.200 giri, molto utile sui fondi sabbiosi, raramente c’è la necessità di superare i 4.000 giri.
Dopo 3 vittorie consecutive alla Dakar (2012-2013-2014), le Mini All4 Racing non hanno bisogno di grosse modifiche, già dallo scorso anno sono state migliorate, almeno per quanto riguarda la distribuzione dei pesi che, nel totale, deve essere per regolamento almeno di 1.900 kg. In particolare le ruote di scorta non si trovano più in posizione verticale alle spalle del pilota, dove già grava il serbatoio di carburante da 450 litri, i radiatori, la trasmissione e il climatizzatore, ma sotto il pianale in un vano da 80 cm x 120 cm davanti all’asse posteriore. L’eventuale terza ruota di scorta va fissata in una apposita sagomatura sul serbatoio carburante. Questa soluzione ha consentito di migliorare la stabilità che ora è paragonabile ad una vettura da rally nonostante la notevole altezza da terra.
Per quanto riguarda gli equipaggi che potenzialmente possono ambire alla vittoria, la Mini All4 può contare soprattutto su due piloti molto esperti, lo spagnolo Joan «Nani» Roma vincitore della scorsa edizione che corre per il Team Monster Energy Rally Raid Team e il qatariano Nasser Al–Attiyah che ha vinto nel 2011 e gareggia per il Qatar Rally Team Red Bull. Due campioni che senz’altro manifesteranno una certa rivalità anche a causa dello sponsor diverso, Monster contro Red Bull.
Nella squadra dello spagnolo anche altri 2 equipaggi, Orlando Terranova/Bernardo Graue e Krzysztof Holowczyc/Xavier Panseri.
Nella più folta squadra dell’X-Raid Team le altre 6 vetture sono pilotate da Vladimir Vasilyev/Konstantin Zhiltsov, Erik van Loon/Wouter Rosegaar, Boris Garafulic/Filipe Palmeiro, Aidyn Rakhimbayev/Anton Nikolaev, Stephan Schott/Holm Schmidt e Zhou Yong con navigatore da definire.
Tutte queste Mini All4 Racing possono contare sull’assistenza tecnica del team X-Raid capeggiato da Sven Quandt affiancato dai figli Tobias e Thomas, una squadra affiatata con decenni di esperienza nelle corse off-road.
Una zampata dal Leone?
Sui piloti non serve dire molto, il loro palmares parla chiaro, di meglio non c’è. Invece la 2008 DKR è giovane, di fatto è alla sua prima gara e, nonostante i tanti test, nessuno può sapere come e quanto può competere, 9.000 km in condizioni estreme e sempre al massimo sono tanti.
Dopo la decisione presa a tavolino lo corso anno dal Team X-Raid di far vincere Nani Roma, nonostante fosse Stéphane Peterhansel al comando della corsa, dà al francese una ragione in più per avere il piede pesante e battere la Mini All4 Racing dimostrando che è lui il migliore. Ma bisogna vedere come reagiscono in gara le 2008 DKR!
In proposito, Stéphane Peterhansel ha dichiarato: “Le Mini hanno conquistato la vittoria nelle 3 ultime edizioni della Dakar, sono indistruttibili. Volerle battere subito sarebbe pretenzioso”. Anche Carlos Sainz ha voluto dire qualcosa in merito: “È una vettura unica e innovativa, i test hanno dimostrato che la 2008 DKR è molto veloce, però è difficile in questa fase iniziale del progetto essere certi di avere una affidabilità al 100%”.
Con molta scaramanzia, in occasione della presentazione della Dakar a Parigi, il Direttore della corsa Étienne Lavigne ha detto: “Peugeot si presenta con una energia e una motivazione notevole a questa Dakar, ma non dobbiamo dimenticare che anche per Volkswagen l’inizio è stato difficile. Dopo il debutto nel 2004 con un 6° posto, la prima vittoria è arrivata solo nel 2009 seguita poi da quelle del 2010 e 2011”.
Sebbene tutto sembri a favore delle Mini All4 Racing, sembrerebbe che il regolamento della Dakar avvantaggi le Peugeot che hanno 2 sole ruote motrici ed è lo stesso patron di X-Raid Sven Quandt a dirlo: “Se un costruttore arriva alla Dakar con un buggy adeguatamente preparato, è molto probabile che vinca”. Probabilmente per questa ragione il team X-Raid partecipa alla Dakar 2015 anche con un buggy acquistato negli Stati Uniti e guidato da Guerlain Chicherit, forse per testare e anticipare le vetture del team per la Dakar 2016…
Come per la Mini All4 Racing, anche la Peugeot 2008 DKR porta la stessa sigla della vettura di serie, ma è tutto un’altra cosa. Sotto quella carrozzeria in materiale composito fissata su un telaio tubolare troviamo un V6 turbodiesel da 3 litri e 340 cavalli con una coppia di 800 Nm per una velocità massima di 200 km/h.
In particolare sono 2 le norme non irrilevanti, la prima riguarda il peso e l’altra le sospensioni. Le vetture 4WD devono avere un peso minimo di 1.900 kg, mentre per le 2WD bastano 1.300 kg. La differenza delle sospensioni sta nella escursione delle stesse, le 4WD possono avere al massimo 25 cm, le 2WD fino a 60 cm (la 2008 DKR ha 45 cm) e poi gli pneumatici di grosse dimensioni 37/12.5×17 sviluppati specificatamente da Michelin per una eccezionale altezza da terra della 2008 DKR contro i 245/80R 16 della Mini All4 Racing. Questo vuol dire «volare» sugli ostacoli.
Un altro punto non da poco a favore dei «buggy» è che si può regolare la pressione degli pneumatici in corsa direttamente dall’abitacolo, mentre nelle 4WD occorre fermarsi e scendere sia per sgonfiarli che per gonfiarli con conseguente perdita di tempo e in questa gara è una operazione che bisogna fare spesso, almeno 2 bar sullo sterrato, meno di 1 bar sulla sabbia.
Dopo tanti chilometri sulle piste sassose nel domaine di Château Lastours nel sud della Francia e oltre 1.000 chilometri sulle dune intorno a Erfoud in Marocco, le 2008 DKR sono state spedite in Sud America. A questo punto, il responsabile di Peugeot Sport Bruno Famin ha dichiarato: “Abbiamo lavorato senza sosta, per realizzare le tre auto da corsa. Ora che i test sono stati completati e le macchine sono sulla strada per l’Argentina, non vediamo l’ora di iniziare la nostra prossima avventura”.
Se nulla è stato trascurato nella preparazione delle vetture, anche gli equipaggi hanno voluto o dovuto prepararsi alla Dakar, soprattutto per quanto riguarda il disagio fisico dovuto ai repentini cambi di quota. Nella tappa del 10 gennaio si parte dalla città di Iquique sulla costa dell’oceano Pacifico per salire fino ai 3.600 metri del Salar de Uyuni, un enorme lago salato di oltre 10.000 km2, la più grande distesa salata del mondo. Per ovviare ai problemi di quota, sia Nani Roma che il suo co-pilota Michel Perin hanno dormito per alcune settimane in una speciale tenda ipossica che simula una altezza di 3.000 metri.
Sebbene alla Dakar tutto è possibile, sembrerebbe che la lotta per il podio si limiti a queste 2 vetture, Mini All4 Racing o Peugeot 2008 DKR. Tra gli outsider non bisogna però trascurare la Renault che, insieme al partner Nissan, porta 2 Duster molto speciali. Questo modello era già presente l’anno passato con un motore V6 da 305 cv, quest’anno invece hanno voluto esagerare e sotto quella carrozzeria da tranquillo crossover hanno montato un motore V8 da 5 litri da 390 cv, in pratica quello della Infiniti QX70. Per quanto riguarda il rombo del motore, il V8 a benzina ha già vinto contro le avversarie che hanno il V6 Diesel, ma la corsa è un’altra cosa. Al volante di queste due super Duster ci sono i piloti argentini Emiliano Spataro/Benjamín Lozada e José García/Mauricio Malano. Molto onestamente il team Renault ha detto che saranno soddisfatti se riusciranno a classificarsi entro i primi 10.
In occasione del 10° anniversario della sua prima partecipazione alla Dakar nel 2005, anche Robby Gordon vuole dire la sua alla edizione 2015 e per questa occasione ha realizzato una evoluzione del suo «HTS» (Hummer Style Truck), più corto e leggero del precedente, ma sempre con il motore Chevrolet LS7, un V8 da 7 litri e grossi pneumatici da 44”. Forse come buon auspicio, ha voluto battezzarla «Gordini» per ricordare la Renault 12 Gordini che pilotata dai fratelli francesi Claude e Bernard Marreau hanno vinto il Dakar rally nel 1982.
Diretta concorrente di Robby Gordon è il Toyota Hilux Overdrive del team Imperial Toyota, sponsorizzato dal South African Airways Cargo, pilotato da Giniel de Villiers con il co-pilota Dirk von Zitzewitz. Pur essendo meno appariscente rispetto alle blasonate avversarie, questo Hylux ha le carte in regola per dire la sua, motore V8 aspirato da 400 cv! Lo stesso Nani Roma ha affermato che la Toyota di quest’anno dovrebbe essere più veloce di almeno 1 secondo al chilometro, perlomeno al livello del mare.
Paolo Pauletta