Dai Cantieri Palumbo di Napoli il primo Superyacht ibrido con consumi inferiori del 50% rispetto ad un’analoga imbarcazione con propulsione convenzionale
Il primo superyacht della Serie 40S Hybrid è stato consegnato nel 2014 e solo 1 anno dopo, prima del Monaco Yacht Show, un altro armatore si è messo al timone del secondo esemplare. L’Eleonora III e il Divine sono due prestigiosi motor yacht di 40 metri, progettati e realizzati in Italia nei Cantieri Palumbo di Napoli ed hanno la caratteristica di essere equipaggiati con una motorizzazione ibrida.
Per questi esclusivi Yacht la propulsione ibrida viene fornita da 2 motori a ciclo Diesel MTU 12V 2000 M94 a 12 cilindri per una cilindrata di 26.760 cc e una potenza di 1.820 cv ciascuno, affiancati da 2 motori elettrici Siemens Ecopop da 60 kW ciascuno.
I motori MTU (Motoren und Turbinen Union) sono dei propulsori prodotti a Friedrichshafen (Germania) dall’omonima azienda fondata nel 1909 dai fratelli Maybach, allora Direttori tecnici di Daimler, marchio al quale l’azienda appartenne fino al 2006 quando venne venduta ad un fondo di investimenti, attualmente controllato Rolls Royce Holdings in joint venture con Daimler AG.
Questa motorizzazione ibrida consente a questi superyacht di poter dichiarare un consumo inferiore del 50% rispetto ad un’analoga imbarcazione con propulsione convenzionale e di raggiungere una velocità massima di 22 kts/nodi e una di crociera di 15 kts/nodi. L’autonomia dichiarata è di 2.000 miglia ad una velocità di 12 kts/nodi.
In modalità solo elettrica si ha la sensazione di navigare su una barca a vela, pur viaggiando alla velocità di 8 kts/nodi su un lussuoso yacht e con un consumo di soli 30 litri/ora per alimentare i motori elettrici. Niente male per un’imbarcazione che pesa 190 tonnellate!
Sulla base dei consumi e delle emissioni di CO2, i superyacht della Serie 40S Hybrid, hanno ottenuto dal RINA la classificazione «LY2 Green Plus», «LY3» per le versioni prodotte nel 2016.
Parte del merito di consumi così contenuti, va anche al particolare design dello scafo semi- dislocante completamente in alluminio, progettato dallo studio di design navale Hidro Tec di Varazze (SV), fondato nel 1995 dall’architetto navale Sergio Cutolo. La sua linea colpisce per il design d’avanguardia e per le soluzioni che propone.
Stupendo il beach club che si ottiene aprendo l’ampio portellone di poppa, così come la vasca idromassaggio sulla prua, alla base della plancia di comando.
L’attenzione per l’ecosostenibilità la ritroviamo anche negli arredi interni che si sviluppano su 3 ponti, progettati da Hot Lab Yacht and Design di Milano e realizzati con materiali a basso impatto ambientale. A favorire una elevata vivibilità a bordo, le ampie vetrate e porte scorrevoli che consentono di fondere gli ambienti interni con quelli esterni in modo da offrire il massimo comfort ed evitare quella sensazione di claustrofobia che spesso si prova su altre imbarcazioni.
La disposizione delle cabine viene dettata dalle esigenze del committente, ma in linea di massima si può dire che la suite dell’armatore è l’unica che si trova sul ponte principale, mentre le 4 cabine per gli ospiti vengono proposte a poppa del ponte inferiore, con gli alloggi dell’equipaggio formato mediamente da 7/9 persone ben defilato a prua.
[ Paolo Pauletta ]