Il Codacons ha denunciato una vicenda che sembra avere del pirandelliano e che riguarda un cittadino di Messina che sta tentando di far valere i propri diritti contro lo scandalo «Dieselgate» relativo alle emissioni falsificate delle autovetture Volkswagen
L’antefatto
L’utente, proprietario di una Volkswagen che ritiene rientrante nei modelli incriminati, si era infatti rivolto tramite il Codacons al Tribunale civile di Messina, chiedendo la verifica della regolarità delle emissioni dell’autovettura Volkswagen di sua proprietà, chiamando in causa la casa produttrice e la sua controllata che distribuisce le auto in Italia.
La richiesta
La risposta
L’Istituto dei Motori del Cnr, per effettuare tali test ha presentato un preventivo di 14.300 euro cifra cui occorre aggiungere l’onorario del perito nominato dal Tribunale.
La congruità
Il richiedente, per verificare se la propria auto è fuorilegge e se le emissioni siano state falsificate da Volkswagen, dovrà pagare una somma superiore al valore dell’automobile stessa!
Per quanto attiene ai costi di una rullata, una veloce consultazione in Internet fa capire che si dovrebbe parlare di una cifra non superiore al «centinaio di euro» (dipende comunque da tipo di banco a rulli e certamente l’Istituto Motori Cnr di Napoli si è dotato di qualcosa di particolarmente sofisticato i cui costi di esercizio ed ammortamento potrebbero giustificare costi di tutt’altro tenore); stesso discorso – amplificato – per quanto attiene alle prove strumentali dinamiche: qui – comprensibilmente – il discorso cambia poiché la strumentazione occorrente per tali test ha costi da ammortizzare e costi vivi da sostenere ben diversi e fortemente variabili in funzione della tipologia e della durata delle prove nonché della o delle location ove queste sono eseguite.
L’Opinione del Codacons
La rilevanza sociale della vicenda «Dieselgate» e la natura di organizzazione senza scopo di lucro del Codacons, dovrebbe rendere del tutto gratuiti i test sull’auto finalizzati alla ricerca della verità e della giustizia – spiega l’associazione – Per tale motivo se il Cnr non accoglierà la nostra richiesta di eseguire le prove disposte dal Tribunale senza costi a carico del Codacons e dell’utente da noi difeso, saremo costretti a presentare ricorso alla Corte dei Conti”.
Il nostro commento
Premesso che il Cnr è un Ente nazionale di ricerca e il suo Istituto Motori evidenzia fra i suoi obiettivi (Fonte: http://www.im.cnr.it/?page_id=1557):
L’inquinamento atmosferico, il contributo al riscaldamento globale e l’impatto sulla matrice ambientale (flora) sono caratterizzati in dettaglio mediante un approccio fortemente multidisciplinare. Questo e’ infatti il fattore chiave sia delle attività svolte in laboratorio che dei test effettuati sul campo con veicoli opportunamente strumentati, del monitoraggio degli stili di guida, dello sviluppo e della validazione di modelli per le emissioni dei sistemi di trasporto e del consumo di combustibile.
Scopo principale delle attività è la valutazione di strategie di guida eco-compatibili per l’uso intelligente dei combustibili in flotte commerciali e di veicoli urbani”.
Risulta evidente quindi la pubblica utilità di tale missione.
Ci si chiede quindi se la verifica dell’impatto sull’ambiente di veicoli ricadenti in casistiche tipo quella del Dieselgate, possa/debba rientrare nei suddetti obiettivi.
Del resto già a giugno 2016 Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, chiedeva al Governo di attivarsi per un’azione risarcitoria.
[ Redazione Motori360 ]