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Citroën: da 92 anni in Italia

Da sempre a Milano in Via Gattamelata, la riorganizzazione della sua storica sede ci fa ripercorrere la storia di una Casa che è stata parte attiva dello sviluppo della motorizzazione nel nostro Paese

Da quasi 100 anni, la sede di via Gattamelata è il cuore delle attività commerciali di Citroën in Italia e la sua riorganizzazione è stata l’occasione per attingere all’enorme archivio di documenti e fotografie relative all’attività italiana del Double Chevron che per celebrare questo importante momento ha allestito nel suo nuovo salone un’importante mostra fotografica che partendo dal 1924, copre un periodo storico industriale cruciale per il nostro Paese e non solo.

Le origini con l’Alfa

Mario di Carrobbio, Direttore della filale Alfa-Romeo di Parigi negli anni ’20; era amico personale di André Citroën e – meritando fiducia – venne chiamato ad aprire una filiale Citroën in Italia.

Era ancora il tempo in cui, pur cautelandosi con atti legali e notarili, questi discendevano da un accordo verbale e da una stretta di mano e così, nei primi mesi del 1924 André Citroën ebbe un incontro con Nicola Romeo, «patron» dell‘Alfa, da cui discese, il successivo 5 agosto, la sottoscrizione dell’atto di vendita di una parte dei possedimenti Alfa nella zona del Portello, a Milano all’industriale francese.

L’area in questione comprendeva circa 55.000 metri quadri di terreno, 20.000 dei quali coperti da officine che, prima di essere Alfa, furono dell’Isotta-Fraschini. A poca distanza dal complesso acquistato da Citroën, si trovavano le fabbriche Alfa-Romeo che disponevano di fonderie e altri impianti che potevano servire sia la Casa italiana sia la nuova filiale di Citroën.

I lavori di sistemazione dei fabbricati iniziarono rapidamente e prima della fine del 1925 l’area era stata completamente ristrutturata con l’installazione di una moderna catena di montaggio, del tutto simile a quella della fabbrica francese di Quai de Javel, a Parigi, quindi non una semplice Filiale commerciale, come la si intende oggi, ma una vera e propria realtà industriale.

Milano, stabilimento Società Anonima Italiana Automobili Citroën (SAIAC) tra il 1924 e il 1940 , Montaggio della scocca sul telaio

Per l’epoca i locali della Citroën erano all’avanguardia, infatti André Citroen era convinto che la qualità dei suoi prodotti fosse diretta conseguenza della qualità della vita dei suoi operai per i quali voleva ambienti confortevoli, puliti e salubri (secondo gli standard di allora cui immagini in bianco e nero non rendono giustizia).

Milano, stabilimento Società Anonima Italiana Automobili CitroÎn (SAIAC) tra il 1924 e il 1940. Salone esposizione

Gli impianti erano riscaldati (non male visto il clima invernale del Nord Italia) mentre nastri trasportatori e convogliatori aerei riducevano fatica e rischi per le maestranze e a proposito di rischi, la fabbrica era dotata, come la quella della Casa Madre francese, di un’infermeria con ambulatori medici specialistici; istituita anche una mensa che serviva operai e impiegati con un identico menù all’insegna di un’egalité anche in cucina.

La costruzione delle Citroën «italiane» partì con la piccola 5HP e la più grande 10HP, che da noi si chiamarono rispettivamente «Tipo 5» e «Tipo 10». Cinque anni dopo, siamo nel 1929, fu avviata la produzione delle C4 e C6, quest’ultima, nel nostro Paese, fu chiamata «Lictoria Sex»

Un esemplare speciale, in allestimento Coupé de Ville (carrozzeria chiusa con posto guida coperto), fu costruita appositamente nelle officine Citroën di Milano per Papa Pio XI; decorata in oro zecchino ed arredata in «stile ‘700 veneziano».

La C6E (lunga 4.480 mm, con un peso di 1.275 kg, era mossa da un motore a 6 cilindri di 2.442 cc accoppiato ad un cambio a tre marce più retro) fu costruita con il lavoro volontario delle maestranze di Milano e consegnata al Sommo Pontefice con una cerimonia solenne il 9 giugno 1930.

La crisi del 1929 non toccò più di tanto – sulle prime – l’Italia, protetta da un sistema bancario solido, da un’economia protezionista che peraltro verteva sul primario piuttosto che sulla trasformazione dei beni; questi fattori comunque rallentarono gli effetti della Grande Depressione ma non ne impedirono l’arrivo; fu in tale contesto che il regime fascista decise di difendere l’economia italiana costituendo enti pubblici come l’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) che rastrellò tutte le partecipazioni statali in banche ed imprese private anche di rilevanza strategica sino ad averne praticamente il controllo. Nel 1934 si mirò all’autarchia e all’indipendenza economica nazionale con l’imposizione di rilevanti tariffe doganali a fini sia protezionistici e sia per stimolare il ricorso interno ai prodotti nazionali.

Furono naturalmente colpite anche le importazioni dei componenti meccanici Citroen provenienti dalla Francia e questo portò gradualmente ma inesorabilmente alla fine dell’attività di assemblaggio dello stabilimento milanese del Double Chevron. Un ulteriore e gravissimo colpo derivò dal bombardamento di Milano che, nell’agosto del 1943, distrusse gli impianti Alfa-Romeo danneggiando gravemente i confinanti stabilimenti Citroën che successivamente intraprese con successo la produzione di stampi di alta precisione.

Il trattato di Roma (*) relativo alla costituzione del MEC (Mercato Europeo Comune) permise l’abbattimento delle barriere doganali facendo venir meno la necessità di uno stabilimento di produzione in Italia tanto che nel 1968, la Società Anonima Italiana Costruzione Automobili cessò ogni attività e venne sostituita dalla nuova Citroën Italia S.p.A. votata unicamente al commercio di autoveicoli.

Il successo dei modelli ID e DS in Italia, permise la demolizione della vecchia sede di Milano al cui posto venne edificato un modernissimo edificio che riuniva uffici moderni e luminosissimi, con le direzioni, l’officina ed il magazzino ricambi ed un grandissimo salone di vendita che si affacciava sia su via Gattamelata che su viale Teodorico.

Il 4 dicembre 1970, alla presenza delle autorità e della stampa italiane e francesi, ebbe luogo l’inaugurazione della nuova sede che oggi ospita anche i punti vendita Peugeot e il DS Store, che può accogliere una quindicina di auto e integra nuovi spazi per gli addetti alle vendite su 1.500 metri quadri della sede che ospitano anche una zona di accoglienza per l’officina, il magazzino ricambi ed una nuova zona di consegna di auto nuove personalizzata; il tutto occupa una cinquantina di metri lineari di superfici vetrate poste su viale Teodorico con un secondo ingresso su via Gattamelata.

Insomma l’Italia continua a piacere a Citroën e stando a ciò che si vede in giro ed alle cifre di vendita, quest’amore è pienamente ricambiato.

[ Giovanni Notaro ]

 

N.B. (*) Si parla comunemente di trattato di Roma riferendosi a quello relativo alla costituzione della Comunità Economica Europea e del MEC (Mercato Europeo Comune) ma assieme a questo fu firmato anche quello relativo alla costituzione dell’Euratom (Comunità europea dell’energia atomica); di qui l’utilizzo anche del plurale (i Trattati di Roma).

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